2019-11-15
In manette 19 rom per spaccio. Otto hanno il reddito di cittadinanza
Sgominata una banda di Lamezia Terme di cui facevano parte tre minorenni. Il capo, una donna, impartiva ordini dal carcere.Aprire una casa famiglia è un affare: «Rette anche di 100 euro al giorno». Un sito spiega come investire sul business dell'affido: «Non servono autorizzazioni».Lo speciale comprende due articoli. Chi dice che sul reddito di cittadinanza bisogna, anche dopo che è stato assegnato, effettuare controlli, certamente non si sbaglia. E ciò che è avvenuto in Calabria ne è la prova. A Lamezia Terme (Catanzaro) la Guardia di Finanza ha eseguito diciannove ordinanze di custodia cautelare, per spaccio di droga e ben otto delle persone coinvolte (tutte di etnia rom) percepivano il reddito di cittadinanza. Fra i nomi che compaiono nell'ordinanza del gip vi sono pure tre minorenni. L'operazione antidroga è scattata l'altro ieri ed è stata condotta dai militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, in collaborazione con personale degli altri reparti calabresi delle Fiamme gialle. Il provvedimento cautelare è stato vergato dal gip del tribunale di Lamezia Terme e, per i tre minorenni, dal gip di Catanzaro, che ha competenza distrettuale sui reati che vengono contestati a chi non ha ancora compiuto la maggiore età. Gli arrestati sono indagati per i reati di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti consumati all'interno del quartiere «Ciampa di Cavallo» di Lamezia Terme. I particolari dell'operazione sono stati illustrati dal procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio e dal comandante provinciale della Gdf di Catanzaro, Dario Solombrino. «È un contesto di particolare allarme sociale al quale» ha detto il procuratore Curcio «cerchiamo di fare fronte con piante organiche ridotte al lumicino. La popolosa comunità rom che vive a Lamezia Terme, composta da cittadini italiani a tutti gli effetti» ha rimarcato il procuratore «assilla da decenni la città, ma la politica e la pubblica amministrazione non hanno saputo dare risposte per risolvere questa problematica».Le indagini, svolte dai finanzieri hanno portato alla luce un quadro davvero grave, perché nell'inchiesta figurano pure due ragazzini di età inferiore ai 14 anni. A capo dell'organizzazione criminale ipotizzata, figurerebbe una donna, Caterina Butruce di 50 anni. Per questo l'operazione è stata denominata «Scacco alla Regina». La donna, nonostante fosse già detenuta, per precedenti indagini, secondo la ricostruzione degli inquirenti, riusciva lo stesso a gestire una ramificata catena di spaccio di sostanze stupefacenti all'interno del summenzionato quartiere lametino, un vero e proprio «fortino» del giro di droga, fino a ieri considerato inespugnabile. La cinquantenne sarebbe stata aiutata da un congiunto minorenne, che avrebbe trasmesso agli altri complici le direttive impartite dalla «Regina». Le indicazioni mandate dal carcere arrivavano a determinati nuclei familiari di etnia rom, che avevano il compito di vendere le dosi di cocaina ed eroina ai tossicodipendenti a cui veniva dato il permesso di poter accedere al «fortino».L'organizzazione, come dimostrato anche dalle riprese video effettuate dalle Fiamme Gialle, non esitava ad avvalersi di ragazzini per l'attività di spaccio. Per i soggetti minorenni il gip ha disposto la custodia in apposite strutture. La Procura per i minorenni di Catanzaro ha, quindi, avviato le procedure per la richiesta di decadenza della potestà genitoriale nei confronti dei genitori dei bambini coinvolti. Sono in corso, tra l'altro, specifici controlli patrimoniali da parte delle Fiamme Gialle perché quattro degli arrestati sono risultati fruitori del reddito di cittadinanza. Così come altri quattro indagati, che facevano parte di famiglie che usufruiscono della misura di sostegno.Sul punto del reddito di cittadinanza è intervenuta pure la parlamentare di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro, eletta proprio a Catanzaro.«Se il governo avesse approvato le proposte di Fratelli d'Italia per evitare che il reddito di cittadinanza finisse nelle tasche di delinquenti» ha detto l'esponente politica «oggi non avremmo appreso che ci sono spacciatori di droga che arrotondano i loro profitti illeciti ricevendo il sussidio. Mi piacerebbe sapere» ha aggiunto la deputata «quanti di loro hanno ricevuto, o magari rifiutato, proposte di lavoro. Purtroppo gli emendamenti di Fratelli d'Italia sono stati puntualmente bocciati e oggi, come temevano, il sussidio viene erogato a delinquenti di ogni risma. Il risultato è che lo Stato, a causa di una elargizione scriteriata del reddito di cittadinanza, finisce per finanziare attività criminali come lo spaccio di droga».«Un problema» ha concluso la parlamentare «su cui il governo dovrebbe finalmente avviare una seria riflessione».Sempre in Calabria, la scorsa estate, altre indagini avevano riguardato persone che percepivano illegittimamente il reddito di cittadinanza, perché «beccate» a lavorare in nero. Staremo a vedere, alla luce di tali scandali, quali determinazioni adotterà il governo giallorosso.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/in-manette-19-rom-per-spaccio-otto-hanno-il-reddito-di-cittadinanza-2641343552.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="aprire-una-casa-famiglia-e-un-affare-rette-anche-di-100-euro-al-giorno" data-post-id="2641343552" data-published-at="1757989444" data-use-pagination="False"> Aprire una casa famiglia è un affare: «Rette anche di 100 euro al giorno» «Il sistema Bibbiano non esiste», ha assicurato il Tribunale dei minori di Bologna. «Bibbiano è stato solo un raffreddore in un sistema sano», ha minimizzato il presidente della Commissione tecnica d'indagine sul caso, istituita dalla Regione Emilia-Romagna. «La giustizia minorile è stata esposta a ingiuste speculazioni», ha lamentato l'Associazione magistrati per i minori e per la famiglia. In realtà, che il sistema degli affidi minorili presenti patologie e nasconda un ricco business non lo sostengono solo la Procura di Reggio Emilia (e tutti i giudici che fin qui hanno vagliato le accuse), o La Verità, che in agosto ha stimato un valore annuo complessivo fra 4 e 5 miliardi. L'esistenza di un interesse economico viene confermata ora anche da guide online di economia e finanza, che ai lettori suggeriscono di aprire strutture d'accoglienza per bambini allontanati dai servizi sociali. Case famiglia come investimento, insomma. Il sito SoldiOggi.it, in una rubrica aggiornata il 12 novembre, presenta una guida completa «su come aprire casa famiglia». Nell'articolo online si spiega «come funziona e cos'è una casa famiglia, come fare per aprirla, qual è la procedura da seguire, quali sono i requisiti, se occorrono specifiche autorizzazioni e infine come e quanto si può guadagnare». Chi cura il testo, giustamente, sottolinea che «alle volte purtroppo non si comprende bene che occorrono sacrifici, capacità, moltissima dedizione verso il prossimo». SoldiOggi.it ricorda comunque che aprire una struttura per l'affido minorile non è difficile: «Per aprire una casa famiglia, non essendo una struttura sanitaria, non occorre alcuna autorizzazione del Comune». Il sito specifica anche che «non è obbligatorio avere un determinato titolo di studio, ma è sicuramente auspicabile». Poi, visto che di un'ipotesi d'investimento si tratta, SoldiOggi.it arriva al tema centrale: quanto si guadagna con una casa famiglia? Il sito scrive che «il tariffario (…) è rimesso all'iniziativa privata. Il gestore quindi gode di autonomia decisamente ampia sia nello stabilire le tariffe e i prezzi dei servizi offerti, sia nello stabilire le regole per la gestione della casa». SoldiOggi.it segnala che «le case famiglie che ospitano minori ricevono la retta dei Comuni per ogni bambino che accolgono, e che il Comune eroga fino a quando il bambino resta nella struttura». È proprio così: più a lungo il bambino viene affidato alla casa famiglia, più s'incassa. E infatti nel 2018 la Commissione parlamentare sui minori ha rivelato che il 63% dei bambini resta nelle strutture ben oltre i due anni massimi stabiliti dalla legge. SoldiOggi.it stima poi che le rette «arrivano anche a 100 euro al giorno». In realtà è documentato che - a seconda dell'importanza dei servizi somministrati - le rette vanno da 35 a 416 euro al giorno per bambino. SoldiOggi.it conclude il suo consiglio d'investimento con sagge parole: «Purtroppo c'è un'altra, terribile faccia della medaglia», si legge. «E cioè bambini che vengono sballottati da una casa famiglia all'altra, come se fossero merce preziosa. Ecco perché il vero requisito per aprire una casa famiglia deve essere (…) il desiderio reale di aiutare il prossimo». Così dovrebbe essere sempre, e così si spera sia nella maggioranza dei casi. Ma il sospetto che gli affidi minorili agitino un interesse economico resta alto. Non soltanto grazie all'inchiesta «Angeli e Demoni». Ed è un sospetto grave.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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