2018-06-02
In Lombardia scricchiola l'alleanza Lega-Forza Italia. Tagliati ex formigoniani e maroniani
True
I primi effetti del governo gialloblù di Giuseppe Conte si fanno sentire in Regione Lombardia. La Lega di Matteo Salvini occupa tutte le caselle dei ruoli dirigenziali. Forza Italia non tocca palla. E c'è chi parla di una nuova maggioranza con i Cinque Stelle in autunno.A poche ore dalla nascita del governo giallo-verde di Giuseppe Conte è già guerra in Regione Lombardia tra la Lega del vicepremier Matteo Salvini e quel che resta di Forza Italia. Il riassetto organizzativo delle direzioni generali della giunta è stato il primo campo di battaglia. Gli azzurri che ne escono con le ossa rotte, senza portare a casa le caselle auspicate. L'operazione è stata guidata sapientemente dal segretario generale Antonio Turturiello, che ha portato a esclusioni eccellenti esponenti vicini all'area ciellina di Forza Italia come nel caso della già potente vicaria dell'ex segretario Nicola Maria Sanese, Neva Sbrissa, in pensione da agosto. Non solo. Della vecchia cerchia formigoniana viene escluso Danilo Maiocchi già direttore generale delle attività produttive, coinvolto in un'inchiesta per truffa e non rinnovato. Infine a farne le spese è anche Paolo Favini spedito a Lecco a gestire l'azienda socio sanitaria. Con l'uscita il 31 agosto del fedelissimo Giacomo Ciriello, i salviniani hanno quasi completato la transizione dalla regione di Roberto Maroni, di cui non resta praticamente più traccia. E se i maroniani piangono, gli azzurri di certo non ridono. A farne le spese sono i fedelissimi di Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, abbandonati al proprio destino per "esigenze" romane e a quanto pare poco protetti dal capodelegazione Giulio Gallera, recordman di preferenze a Milano, ma tenuto lontano dalle decisioni del cerchio magico del governatore Attilio Fontana. Così Forza Italia non ha praticamente toccato palla nella nomina del potente direttore generale della Sanità Luigi Caiazzo. E' stato scelto per conto del presidente dalla sempre più potente Giulia Martinelli. L' ex compagna di Salvini e capo segreteria della regione, ha influito anche nella scelta dei vice segretari generali, uno dei quali sarebbe dovuto essere Giovanni Bocchieri, molto vicino alla Gelmini, ma lasciato a dirigere il traffico all'assessorato di Melania Rizzoli. Entra al suo posto Pier Atilio Superti, vecchia conoscenza della sinistra, poi direttore generale dell'Anci e da ieri braccio destro di Fontana come vicario del segretario generale. Anche per l'Agenzia stampa Lombardia Notizie nessun spazio per i giornalisti di fede azzurra esclusi dalla battaglia per la dirigenza che ha visto la sostituzione dello storico direttore Giorgio Fiorentini, giudicato troppo vicino a Maroni con Pier Francesco Gallizzi, già portavoce di Ignazio La Russa ed esponente del fronte sestese, molto influente non solo a Palazzo Lombardia. Per questo motivo che gli azzurri punterebbero a questo punto a difendere con i denti le caselle del Consiglio Regionale, ancora tutte aperte e oggetto di un incontro ieri proprio tra la Gelmini e il segretario leghista Paolo Grimoldi: al centro la nomina del Segretario Generale del consiglio di palazzo Pirelli, che i leghisti considerano proprio e gli azzurri tenteranno di non perdere. I nomi sono ancora top secret ma dalle indiscrezioni si preannunciano nuovi attriti. Anche perché l'altra partita imminente che approderà in Consiglio a giorni è quella del Corecom Lombardia in cui Forza Italia punterebbe a sostituire alla presidenza la neo parlamentare Federica Zanella con Ruben Razzante, vicino a Gallera. Anche qui la Lega considera la casella non contendibile perché destinata a Gianluca Savoini, il presidente dell'associazione Lombardia Russia.Sul piano della politica qualcuno già vocifera di un cambio di maggioranza a settembre, che sostituirebbe Forza Italia con il Movimento Cinque Stelle e risolverebbe le questioni aperte. Si mormora persino di una pattuglia di azzurrini pronti a seguire la passionaria Silvia Sardone nell'avvicinamento a Salvini. Lo schema sarebbe quello classico di costituire un gruppo autonomo da Fi che si posizioni a metà strada in attesa del listone unico con la Lega fortemente sponsorizzato dal governatore ligure Giovanni Toti. Si tratta di una manovra non osteggiata dai salviniani lombardi che vedrebbero di buon occhio una sponda de-berlusconizzata ad un nuovo governo regionale che da azzurro si tingerebbe di giallo.