2020-03-06
In Francia i pendolari si fan beffe dei controlli
Boom di positivi nella regione dell'Oise, ma i lavoratori ogni giorno affluiscono a centinaia nella capitale.L'epidemia di coronavirus sta trasformando la Francia in Italia. Da ieri tutte le regioni del Paese sono state ufficialmente contagiate dal morbo. Secondo le ultime cifre presentate nel punto quotidiano di Jérôme Salomon, direttore generale della sanità francese, il malati d'oltralpe erano arrivati a quota 377.Oltre all'aumento di casi, le autorità hanno anche registrato la moltiplicazione di focolai dell'infezione. Quello principale, per numero di contagi, resta il dipartimento dell'Oise, a Nord di Parigi. Ma qualche giorno fa ne è stato scoperto uno, molto attivo, nella cittadina alsaziana di Mulhouse. È qui che, a metà febbraio, si è svolto un evento organizzato da una chiesa evangelica locale, quella de «La porta aperta». Tra i circa 2000 partecipanti, una decina è risultata positiva al Covid-19. Tra i contagiati c'è anche un medico, figlio del pastore della chiesa. Dato che i partecipanti all'evento evangelico di Mulhouse provenivano da tutta la Francia, tornando nei propri luoghi di residenza, in molti hanno riportato un pessimo «souvenir» : il coronavirus. E sono state proprio delle persone con legami diretti o indiretti con i partecipanti al meeting religioso a far arrivare il virus in Corsica e nella regione di Orléans, il Centre-Val de Loire. Sull'isola francese sono stati segnalati tre casi di contagio. Secondo Marie-Helene Lecenne, la direttrice dell'Agenzia Regionale Sanitaria (Ars) della Corsica, tutte le persone contagiate rientravano da Mulhouse, la responsabile sanitaria corsa non ha però precisato se i tre casi riscontrati sull'isola avessero partecipato all'evento evangelico. Nella regione Centre-Val de Loire, ieri sono stati confermati due casi. Uno dei due ha un legame con l'Alsazia. Si tratta di una settantatreenne che «ha soggiornato recentemente a Mulhouse», come confermato dall'agenzia regionale sanitaria del Centre-Val de Loire. L'altro caso invece è quello di un uomo di 40 anni «di ritorno da un soggiorno a Milano». Inoltre, a Orléans ieri è rimasto chiuso un complesso scolastico per un possibile caso di coronavirus che avrebbe colpito un dipendente dell'istituto. Nel frattempo molte altre scuole sono rimaste chiuse e dei comuni continuano, da giorni, a rimanere in isolamento. Questo accade soprattutto nell'Oise, dove ormai si contano circa un centinaio di casi. Il problema è che da queste cittadine, ogni giorno partono centinaia di persone che lavorano a Parigi o in Île-de-France. Le chiusure risultano essere praticamente inutili. Anche nella regione della capitale francese ci sono stati dei contagi. Ieri ne sono stati annunciati di nuovi all'ospedale americano Neully-Sur-Seine, il comune chic alla periferia di Parigi. In totale, nell'Île-de-France, ci sarebbero circa 15 casi. Il condizionale è d'obbligo, perché è difficile avere notizie certe e aggiornate su questa regione. Stranamente, solo ieri, è stato annunciato un caso a Parigi, come se il virus si fosse fermato per settimane ai confini della Ville Lumière. La persona contagiata è una dipendente della linea 6 del metro parigino. Lontano da Parigi nel frattempo restano attivi i focolai nell'Alta Savoia, a Digione e nel dipartimento del Morbihan, nella Bretagna meridionale. In queste due ultime aree, i contagi hanno interessato i membri di una comitiva di turisti francesi rientrati da un viaggio in Egitto. Intanto il governo francese sta adottando una strategia di coordinamento tra vari ministeri per combattere il morbo. Qualcosa di radicalmente diverso da quanto deciso, e messo in scena tanto al chilo, dal duo Conte-Casalino. Il ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire ha disposto un tetto per il prezzo delle soluzioni idroalcooliche usate per lavarsi le mani. La portavoce del governo, Sibeth Ndyaie ha confermato l'obbligo di prescrizione medica per l'acquisto di queste protezioni facciali. Una misura che accompagna la decisione, presa da Emmanuel Macron, di confiscare le scorte di maschere chirurgiche per evitare carenze nel Paese. Sempre la portavoce dell'esecutivo ha dichiarato ieri, sul canale di informazione Lci, che il passaggio al terzo stadio dell'emergenza sanitaria legata al coronavirus è «inevitabile» per questo «l'importante è prepararsi». C'è da sperare che il governo di Édouard Philippe, prenda delle decisioni chiare per non confondere i cittadini che non capiscono perché i metro continuino a funzionare o le partite di campionato di svolgano regolarmente, mentre i concerti sono annullati
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