2022-09-18
Trattato del quirinale? Trattano per conto loro
Emmanuel Macron e Mario Draghi (Ansa)
«Noi abbiamo una certa visione dell’Europa, difendiamo lo Stato di diritto e i nostri alleati sono Germania, Francia e altri Stati Ue che difendono lo Stato di diritto. Che cosa farà il prossimo governo non lo so, però i partner si scelgono, oltre che sulla comunanza ideologica, sugli interessi degli italiani». Così parlò Mario Draghi l’altroieri in conferenza stampa. Difficile dargli torto. Lo Stato di diritto va difeso e tra i principi di uno Stato di diritto c’è senz’altro il concetto che i cittadini hanno diritto di scegliere da chi farsi governare, e dunque non si capisce a che titolo l’Europa ficchi il naso nelle libere scelte di un Paese come l’Ungheria mentre intrattiene regolari rapporti con Paesi come la Cina in cui le elezioni sono tutt’altro che libere.Ma la parte più interessante del discorso pronunciato venerdì dal presidente del Consiglio è quella dedicata alle alleanze: i partner non si scelgono solo sulla base delle comuni idee politiche, ma soprattutto tenendo conto degli interessi degli italiani. Giusto, anzi giustissimo. Da sottoscrivere e mandare a memoria il concetto. Peccato che l’idea politica europea, in questo momento, cozzi con i nostri interessi. E a incaricarsi di dimostrarlo non è stata Giorgia Meloni, con il comizio in piazza a Milano in cui ha sostenuto che, in caso di vittoria del centrodestra, nella Ue «la pacchia finirà». No, a mettere in croce le parole del premier ha pensato direttamente la Francia, ossia l’alleato che lo stesso Draghi ha citato come partner affidabile. I nostri cugini transalpini, nei giorni scorsi ci hanno infatti comunicato che per il futuro le loro forniture di elettricità all’Italia saranno tagliate. Sì, avete letto bene: nel pieno della più grande crisi energetica degli ultimi cinquant’anni, mentre Ursula von der Leyen invita gli Stati membri a essere solidali e mettere a disposizioni di chi è in difficoltà i surplus di gas e di altre fonti, Parigi ci spegne la luce. Che cosa ciò voglia dire è chiaro a chiunque, soprattutto in un momento in cui il piano energetico già impone un razionamento, con probabili abbassamenti di potenza dei contatori domestici che impediranno a chiunque di poter usare contemporaneamente il forno e il phon. Se Putin ci chiude il rubinetto e Macron ci stacca la spina, come faranno industrie e famiglie italiane ad affrontare l’inverno? Già siamo vicini al disastro, ma senza energia elettrica (da sempre siamo costretti a importarla e la Francia è il nostro principale fornitore) la catastrofe si avvicina, con effetti devastanti sul nostro Pil.Ora, a comunicare che ci taglierà le forniture è la Francia, ossia il Paese con cui mesi fa firmammo in pompa magna il cosiddetto Trattato del Quirinale, ovvero una promessa di mutua collaborazione su una serie di temi. L’asse franco-italiano, dissero, ci consentirà di cooperare con vantaggi reciproci. L’articolo 3, comma 3, del patto Macron-Mattarella prevedeva che le parti rafforzassero «il coordinamento nei principali settori della politica economica e di bilancio, l’industria, l’energia, i trasporti, la concorrenza e gli aiuti di Stato…». E il comma 2 del medesimo articolo sanciva invece la necessità di una consultazione frequente «in vista del raggiungimento di posizioni comuni». Da ciò che ci risulta, su una materia rilevante come l’energia, l’unica «consultazione» è consistita in una lettera in cui si annunciava un taglio unilaterale delle forniture pari al 5 per cento del nostro fabbisogno. Sì, vi lasciamo al buio, grazie e arrivederci. Tutto ciò mentre pochi giorni prima Francia e Germania hanno sottoscritto un patto di mutuo soccorso che consentirà ai due Paesi di scambiarsi gas ed energia elettrica. E l’accordo con il nostro Paese? Carta straccia.Ha ragione Draghi, i partner si scelgono oltre che per la comunanza ideologica, per gli interessi degli italiani. Ora è di tutta evidenza che la comunanza ideologica che ci porta a credere che l’Unione europea sia la soluzione di tutti i nostri guai non fa gli interessi italiani. Francia e Germania, in materia di gas ed elettricità fanno gli interessi loro, ma noi quando cominceremo a fare i nostri? So che non piacerà a qualcuno, ma dire che «la pacchia è finita» non è solo giusto: è urgente.