
Rinvio in Puglia, Calabria e Sardegna. Tentati pure Abruzzo e Campania. Lunedì conferenza unificata sui trasporti.Al giorno fissato per la riapertura delle scuole, il 14 settembre, mancano appena due settimane. Eppure l'avvio dell'anno scolastico 2020-2021 in sicurezza appare giorno dopo giorno più tempestoso, con le Regioni a dir poco perplesse per come il ministero guidato da Lucia Azzolina sta gestendo o meglio non sta gestendo, questo delicato passaggio, tanto più in un contesto di risalita del numero dei contagi.Il primo a sollevare forti preoccupazioni è stato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che chiede che venga fatta chiarezza su nodi fondamentali quali il trasporto scolastico, la misurazione delle temperature e lo screening sul personale scolastico, al momento previsto solo come opzione. «È inaccettabile», ha tuonato a questo proposito De Luca, «la decisione del governo sullo screening facoltativo per il personale scolastico. Rivolgo un appello al personale che per mesi ha lavorato per non perdere il contatto con gli alunni, ora chiedo loro di sottoporsi al controllo sierologico». In effetti, solo in Campania si contano 200.000 tra dipendenti di istituti pubblici e privati; il che significa che, se si arriverà nella popolazione generale ad una quota di contagiati pari al 5%, potrebbero esserci nelle scuole 10.000 persone colpite dall'infezione e pronte a diffondere il contagio; se la quota di contagiati salisse al 10%, nelle sole strutture scolastiche campane circolerebbero 20.000 persone positive al coronavirus. Uno scenario da incubo rispetto al quale De Luca, raggiunto dalle lettere di molti sindaci che hanno proposto lo slittamento in modo ufficiale anche attraverso l'Anci Campania, ha dichiarato che valuterà «in maniera definitiva sull'apertura dell'anno scolastico da qui a una settimana».Il governatore campano non è però il solo, ora, assai critico verso l'esecutivo e in particolare verso la Azzolina per la gestione, che pare davvero babelica, della riapertura scolastica. In Puglia, dove la Regione ha fissato la ripresa delle lezioni il 24 anziché il 14 settembre, si respira una certa preoccupazione. Anche in Calabria (che inizierà sempre il 24) il clima non è sereno, con da un lato l'assessore all'Istruzione Sandra Savaglio che assicura che la Regione è arrivata a «a garantire le aule per quasi il 90% degli studenti», ma, dall'altro, una forte situazione d'incertezza sui tanti aspetti.Incertezza che interessa anche la Sardegna, dove pure la giunta regionale aveva già scelto di posticipare la ripresa delle lezioni al 22 settembre, per «allungare di una settimana la stagione turistica, iniziata in ritardo e fortemente penalizzata». Con il senno di poi, non è chiaro quanto il rinvio gioverà al turismo sardo, ma è certo che non è stato sufficiente alla Azzolina per emanare linee guida chiare, concrete e realizzabili.Al punto che anche Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, si è dichiarato favorevole alla riapertura delle scuole sì, ma solo dopo il turno elettorale del 20 e 21 settembre. Tanto che, «salvo sorprese», Marsilio ritiene che si arriverà «all'apertura il 24». «Lunedì o martedì concluderemo la ricognizione, poi faremo una delibera sul calendario scolastico che posticipa la data», ha fatto sapere il governatore abruzzese.Al momento sono dunque almeno cinque le Regioni in tensione o disaccordo con il governo nazionale per come ci si sta avvicinando al nuovo anno scolastico. Tante. Soprattutto in considerazione del fatto che l'ordinanza del ministero dell'Istruzione per la riapertura scolastica il 14 settembre data 23 luglio. Significa che è da oltre un mese che il governo si è formalmente preso un impegno che, a breve, rischia di non poter onorare; non con la sicurezza che la delicatezza del momento avrebbe richiesto, quanto meno.A poco, da questo punto di vista, son finora valsi gli sforzi anche del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, il quale nelle score ore ha firmato il decreto per l'assunzione a tempo indeterminato di 84.808 docenti che andranno sostituire i colleghi andati in pensione. Troppo poco, a fronte della perdurante incertezza sulle modalità pratiche con cui dovrebbe essere assicurata la ripresa in sicurezza delle lezioni. Lunedì sarà la giornata decisiva per sciogliere un altro nodo, ovvero quello relativo ai trasporti. Ci sarà una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni, a cui seguirà la Conferenza unificata per incassare il parere di Regioni, Comuni e Province sulle linee guida sugli autobus. Se non ci sarà un aumento della capienza (si parla di salire all'80%), il rischio è quello di lasciare a piedi ogni giorno migliaia di studenti e di lavoratori. Insomma, l'anno scolastico 2020-2021 deve ancora cominciare ma un bocciato eccellente sembra già esserci: è il governo guidato da Giuseppe Conte.
Monica Marangoni (Ansa)
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Luca Marinelli (Ansa)
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