2022-05-07
Con «(Im)perfetti criminali» un riscatto sociale è ancora possibile
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«(Im)perfetti criminali (Ansa-Sky)
Dal 9 maggio in onda su Sky il film diretto da Alessio Maria Federici, una storia sulla falsa riga di Smetto quando voglio, dove quattro guardie giurate mettono in atto un piano criminale per aiutare un amico.Quattro guardie giurate, un bisogno individuale eletto causa comune, la necessità di violare la legge per poter affermare i propri diritti. (Im)perfetti criminali, film originale Sky diretto da Alessio Maria Federici, è la storia di una devianza improvvisata, di un comportamento capace di riproporre un dubbio vecchio quanto il mondo: possono le leggi ammettere eccezioni, le categorie morali perdere il proprio significato univoco? Può il bene diventare male e quel che si è abituati a giudicare come sbaglio essere, invece, preludio di una rivendicazione sacrosanta? La televisione, se la storia – quella vera – non ha da essere scomodata, (ci) ha insegnato che una risposta al dubbio esiste ed è affermativa. Di più. Ci ha insegnato che è da quel «sì» pronunciato con entusiasmo che nascono gli eroi dell’immaginario collettivo. Robin Hood, il Professore occhialuto de La Casa di Carta, gli spacciatori dilettanti di cui ha raccontato Sydney Sibilia nella trilogia di Smetto quando voglio. Poi, Riccardo, Pietro e Massimo, moschettieri al servizio di Amir. Riccardo, Pietro e Massimo, interpretati, rispettivamente, da Filippo Scicchitano, Fabio Balsamo e Guglielmo Poggi, sono guardie giurate, unite da un rapporto che definire professionale sarebbe riduttivo. Amici prima che colleghi, hanno stretto con Amir (Babak Karimi), guardia giurata lui pure, un rapporto capace di valicare i confini dello spazio di lavoro. Un rapporto che, nel giorno maledetto in cui Amir viene licenziato, si trasforma in sostegno: nell’imperativo morale che spinge i tre a mettere a repentaglio la propria libertà pur di restituire all’amico fraterno quel che credono fermamente dovergli appartenere. Un lavoro, la possibilità di mantenere con dignità la sua numerosa famiglia. Riccardo, Pietro e Massimo, insieme ad Amir, escogitano così un piano criminale, imperfetto, come recita il titolo della pellicola Sky, in onda il 9 maggio. Quel che segue è un affastellarsi di situazioni improbabili, ostacoli, incontri, momenti in cui tutto sembra perduto e altri che vedono riaccendersi il lumicino della speranza. È suspense e azione. Ma, più di tutto, è la riprova di quanto bisogno, oggi, ci sia di storie capaci di dire e ridire che un riscatto sociale è ancora possibile. (Im)perfetti criminali, se spogliato della sua trama specifica, del piano diabolico atto a riabilitare il povero Amir, appare figlio di un filone preciso, popolare. Di quelle storie che una parte (piccola) della critica liquida come demagogiche, e il pubblico accoglie con il tifo riservato agli stadi. È La Casa di Carta, la rivolta degli ultimi, l’affermazione di un destino che suscita meraviglia e ottimismo, anche nel più scettico fra gli spettatori. Nell’era dell’immobilismo politico, di un impegno civile che trova compimento solo nell’elaborazione di un tweet (meglio, se corredato dell’hashtag che trending topic vuole), (Im)perfetti criminali è un film capace di far sognare piccoli sogni, sogni riottosi e solidali, sogni di una volontà che si traduce in azioni, sogni che chissà se arriveranno mai a concretizzarsi in realtà.