2023-11-23
Imballaggi e pesticidi, vince l’Italia. Ma il Pd la sgambetta sui camion
Se non è «costretto» il Pd vota contro l’Italia: il pressing di coop e Regioni rosse ha obbligato i dem ad appoggiare le modifiche alla normativa sul packaging. Ma sulle emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, su combustibili e i fitofarmaci la sinistra resta sulle posizioni di Bruxelles, lontane dai nostri interessi.Vittoria sui limiti per gli imballaggi: esclusi vino, frutta e bioplastica. L’Europarlamento approva il regolamento per il riuso dei contenitori. Passano gli emendamenti voluti dal centrodestra e chiesti dall’industria, che premiano chi punta forte sul riciclo. Evitato il salasso del Pil.Lo speciale contiene due articoli.Gli eurodeputati italiani hanno votato praticamente tutti uniti per cercare di frenare la deriva green pronta a schiantarsi sulla nostra industria degli imballaggi. La posizione italiana prevedeva di escludere il settore agricolo, il vino. La filiera del nostro Paese aveva anche avanzato la richiesta di esclusione delle bioplastiche riciclabili e di limitare i vincoli sul riuso degli imballaggi a quei Paesi che, differentemente dall’Italia, non possono vantare percentuali di riciclo superiori o pari all’85%. Si tratta di linee guida che hanno superato il vaglio dell’Europarlamento. Un successo dunque. I partiti di centrodestra lavorano agli emendamenti da tempo. Va però segnalato che ieri a unirsi al coro del buonsenso è stato pure il Pd, che ha firmato con Lega, Forza Italia e Fdi i principali emendamenti mirati a cancellare i vincoli più assurdi o a inserire deroghe specifiche per il Made in Italy. Il Pd è stato però costretto ad allinearsi. Meno di due settimane fa le principali associazione della filiera da Coldiretti a Filiera Italia hanno redatto una lettera per chiedere espressamente il superamento dell’ideologia e ai deputati di sinistra di entrare nel merito e fermare la versione originaria della legge. A smuovere la situazione è stato il fatto, unico nella storia dell’Ue, che la lettera era cofirmata dalla costellazione delle Coop. Così come ha pesato che una Regione come l’Emilia Romagna totalmente piddina sia quella più a rischio. La legge nella sua versione d’ingresso alla Commissione Envi avrebbe causato tra indotto e dipendenti la perdita di più di 40.000 lavoratori. Insomma, i dem sono stati costretti ad allinearsi e votare a favore del Pil italiano. Un successo verrebbe da dire. Limitato però al tema packaging. L’altro ieri infatti su un tema inerente il Green new deal, il Pd ha fatto il solito scherzetto ideologico. Per usare un eufemismo. Si è votato sulle limitazioni di emissioni di CO2 da parte dei veicoli pesanti. All’interno della discussione si è aperto anche il paragrafo dei combustibili. Nel periodo precedente al voto si è parlato molto del cosiddetto fattore di correzione del carbonio (Ccf), un meccanismo in base al quale la quantità di combustibili rinnovabili nel mix energetico europeo verrebbe conteggiata ai fini degli obiettivi finali di CO2 da raggiungere da parte dei produttori di veicoli. I sostenitori precisano che il Ccf rifletterebbe meglio il mix di combustibili in Europa, che è costituito da una percentuale di combustibili rinnovabili oltre ai combustibili fossili. I legislatori alla fine hanno votato per respingere il Ccf, ma hanno appoggiato una proposta della Commissione europea per definire legislativamente una nuova classe di veicoli pesanti che funzionano esclusivamente con e-Fuel, costituiti da idrogeno verde e carbonio risucchiati dall’atmosfera e biocarburanti. I 5 stelle si sono astenuti. La presenza dei dem è stata invece fondamentale. Ovviamente, hanno festeggiato i produttori stranieri e non certo quelli italiani, Iveco in primis. Discorso simile, ma opposto è accaduto su un terzo dossier, guarda caso anche questo votato ieri. L’Europarlamento, in seduta plenaria, si è espresso contro la posizione della Commissione europea, che prevede il dimezzamento dell’uso dei fitofarmaci entro il 2030. Su 627 votanti, sono stati 299 i contrari, 207 quelli favorevoli e 121 gli astenuti. Rigettata, quindi la proposta dell’esecutivo di Bruxelles e palla che passa nuovamente al Consiglio europeo, ma con un dettaglio non da poco. Se non ci sarà un accordo anche in tale sede - cosa molto probabile - di questo argomento si dovrà occupare direttamente il nuovo Parlamento che uscirà dalle elezioni del giugno 2024. A quel punto in molti sperano che non sia più a maggioranza socialista. Al di là del successo da parte delle categorie agricole, che ampiamente hanno dimostrato l’irrealizzabilità degli obiettivi del Sur, la direttiva sui fitofarmaci, rispetto ai modelli di business attuali e futuri. È incredibile che su questo dossier il successo dell’Italia sia dovuto alla spaccatura del Parlamento e non al sostegno di tutto l’arco parlamentare. Il Pd non ha votato compatto assieme al centrodestra. Ma si è allineato ai socialisti del Nord che, al contrario dei nostri, sono abili nel dirottare le risorse verso le proprie economie e nello sfavorire i Paesi del Sud. L’esperienza del packaging insegna che il Pd vota per l’Italia solo se ha una pistola puntata alla tempia dalle associazioni e dai suoi rappresentanti sul territorio. Un tema che merita una riflessione. Una interna al Pd e l’altra per gli italiani. Non avremmo mai immaginato di dirlo, ma forse sarebbe meglio che le Coop prendano di nuovo in mano le redini del Pd.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/imballaggi-pesticidi-vince-italia-2666337459.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="vittoria-sui-limiti-per-gli-imballaggi-esclusi-vino-frutta-e-bioplastica" data-post-id="2666337459" data-published-at="1700701693" data-use-pagination="False"> Vittoria sui limiti per gli imballaggi: esclusi vino, frutta e bioplastica Per l’Italia, viste le condizioni di partenza, si tratta di un mezzo trionfo. Le modifiche apportate dal Parlamento Ue al regolamento imballaggi, uno dei tanti regali di Frans Timmermans, il commissario green che da qualche mese ha smesso di fare danni in Europa per lanciarsi nella sfida del governo olandese, sono sostanziali e limitano le conseguenze negative che comunque ci saranno per la nostra economia. Nell’iter della plenaria di Strasburgo, il principio del riuso che va in contrapposizione a quello del riciclo che da anni con fatica stiamo portando avanti, ha conosciuto diverse eccezioni grazie agli emendamenti (più di 500) in gran numero elaborati e spinti dal centrodestra e dal nostro sistema produttivo, anche se va ricordato che su molti punti si è registrata una convergenza con gli europarlamentari M5S e del Partito Democratico che quindi hanno votato contro la linea di Verdi e Socialisti. È stato escluso per esempio l’obbligo del riuso per i vini, i vini aromatizzati e gli spiriti. Così come tra le bevande esentate c’è il latte. Non solo, salta il divieto di immissione sul mercato dei micro imballaggi monouso per i prodotti ortofrutticoli e per il confezionamento di cibi e bevande nel settore alberghiero che sarebbe scattato nel 2027. L’esempio classico è quello della busta d’insalata. E lo stesso discorso vale per le bustine di zucchero o le monoporzioni di sale. Più in generale, il divieto di immettere sul mercato determinati tipi di micro imballaggi monouso cade se gli operatori sono in grado di dimostrare di aver raggiunto una raccolta differenziata dell’85% e se sulla base di una valutazione del ciclo di vita certificata da terzi, sia dimostrabile che i formati di imballaggio vietati offrano un risultato ambientale complessivo migliore. Soddisfatta FederlegnoArredo: «L’approvazione dell’emendamento 414 al Regolamento sugli imballaggi è una buona notizia per la filiera del legno e premia il lavoro fatto come associazione». Per la Commissione, infatti, un imballaggio in legno trasformato in pannello truciolare, non sarebbe stato considerato un riciclo di alta qualità. Adesso invece è passato il principio per il quale un’azione di riciclo è definita di alta qualità nel momento in cui genera materiale di qualità sufficiente a sostituire le materie prime di partenza, in modo che questo materiale possa essere reimmesso nella filiera, anche per finalità differenti dall’imballaggio. Successo italiano anche sulla bioplastica, una tecnologia particolarmente performante dal punto di vista ambientale che era stata «condannata» dalla Commissione e con il voto del Parlamento viene «salvata». Semplificando si può dire che ha prevalso la ragione e la scienza e il principio di buon senso secondo il quale se un qualsiasi tipo di imballaggio può essere riciclato e in questo modo garantisce maggiori benefici per l’ambiente, la logica del divieto cade. «Il testo proposto dalla Commissione è una inversione ad U di quanto realizzato in 30 anni di direttive europee che, in piena neutralità tecnologica e con la collaborazione dei Paesi membri e delle imprese europee, ha costruito il sistema di economia circolare più avanzato del mondo», spiega Antonio D’Amato, presidente di Seda international packaging group, «gli eurodeputati, a cui va il nostro ringraziamento, hanno chiaramente riconosciuto la necessità di migliorare una proposta sbagliata, ribadendo il modello dell’economia circolare come linea guida e sottolineando che qualora si riescano a raggiungere alti tassi di riciclo non servono gli obbiettivi di riutilizzo». Così come va evidenziata la soddisfazione della filiera italiana dell’agroalimentare che parte da Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad e arriva fino a Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil. Con lo stop alle restrizioni sulla normativa sugli imballaggi hanno ricevuto garanzie per la tutela del settore. In particolare per l’esenzione dagli obblighi previsti dal regolamento per i prodotti soggetti ad un alto tasso riciclo, valorizzando così le performance italiane. Parlano di vittoria italiana anche i ministri Salvini, Urso e Fitto. Ma non è finita qui. Il testo con tutti gli emendamenti visti prima è stato approvato nella seduta plenaria del Parlamento a Strasburgo con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni. Il regolamento sostiene obiettivi generali di riduzione degli imballaggi (il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040) e propone target specifici di riduzione dei rifiuti per il packaging in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). Gli eurodeputati vogliono vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. Poi ci sono i limiti per gli imballaggi monouso con tutte le eccezioni evidenziate prima. I prossimi passi prevedono l’esame presso il Consiglio europeo del 18 dicembre, prima della negoziazione in sede di trilogo, che dovrebbe iniziare a gennaio. Si punta a chiudere prima di entrare nel terreno minato delle elezioni del giugno 2024 e per farlo è possibile che i falchi green siano pronti a fare altre concessioni. C’è però un fattore Pedro Sánchez da non trascurare. La presidenza spagnola durerà fino alla fine dell’anno e il rischio che il premier possa spingere le istanze dell’ideologia green tanto care ai socialisti è concreto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.