2024-03-16
Imballaggi, l’Ue trova l’accordo finale. E Roma almeno incassa la reciprocità
L’Italia riesce a far valorizzare il riciclaggio insieme al riuso e a inserire le «clausole specchio». Le normative varranno per tutti, pure per le aziende straniere. Giorgia Meloni: «Non ci arrendiamo davanti a ciò che ci penalizza».Una vetusta gag recitava: piglia, incarta e porta a casa. Stavolta però l’Europa non è riuscita a rifilarci il pacco perché sugli imballaggi è passata - sia pure con una mediazione al ribasso - la linea italiana. Due sono gli aspetti positivi: si ammette che accanto al riuso una pratica virtuosa è il riciclaggio, a esempio delle plastiche bio monouso di cui deteniamo leadership tecnologica e produttiva, e che devono applicarsi le cosiddette «clausole specchio»: cioè ciò che vale per la produzione europea deve valere anche per ciò che s’importa. Questo aspetto ha un’importanza centrale per quel che riguarda le produzioni agricole. È stato un duro lavoro di tessitura quello dell’Italia; appena quattro giorni fa, delle clausole a specchio i maggiori Paesi non volevano sentirne parlare e anche sull’ammissibilità del riciclo c’erano forti resistenze. Se fosse passata la prima formulazione della direttiva erano a rischio almeno 6.000 imprese italiane e decine di migliaia di posti di lavoro. Due argomenti sono risultati decisivi: il fatto che nel settore dell’ortofrutta vietare gli imballaggi usa e getta avrebbe incrementato del 30% lo spreco alimentare; la constatazione che l’Italia è il Paese più virtuoso con l’83,4% di tutti i rifiuti, sia urbani che speciali, riciclati, contro la media europea che non arriva al 53%. Così ieri gli ambasciatori dei 27 Paesi hanno confermato l’accordo raggiunto nel negoziato interistituzionale tra Consiglio e Parlamento europeo, che ora sarà ratificato. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una nota afferma: «Abbiamo dimostrato che a Bruxelles c’è un’Italia che non si arrende a soluzioni che penalizzano la nostra industria, ma che è capace di continuare a negoziare fino alla fine in maniera decisa, facendo valere la bontà dei propri argomenti, valorizzando le nostre eccellenze e riuscendo a modificare sostanzialmente il risultato finale. Il merito va attribuito all’azione d’impulso assicurata dai ministeri coinvolti, in stretto coordinamento con Palazzo Chigi, all’attività negoziale condotta dai nostri rappresentanti diplomatici a Bruxelles, ma anche al cruciale lavoro di squadra svolto dai nostri europarlamentari, che hanno saputo travalicare gli schieramenti politici. In questo senso, un ringraziamento particolare va agli onorevoli Pietro Fiocchi, Massimiliano Salini e Patrizia Toia, che hanno svolto un lavoro decisivo nella costruzione del consenso a sostegno delle posizioni nazionali sul dossier packaging. Abbiamo dimostrato come un’Italia coesa e determinata possa davvero spostare gli equilibri a Bruxelles e giocare un ruolo da protagonista». Tra le note di soddisfazione va registrata anche quella di Coldiretti, che insieme a Filiera Italia ha svolto un intenso lavoro di supporto tecnico alle posizioni italiane. Ettore Prandini e Luigi Scordmaglia sottolineano: «L’applicazione del principio di reciprocità nella direttiva imballaggi è una vittoria della filiera agroalimentare italiana e un segnale importante per estendere a tutti livelli il concetto che tutte le merci che entrano nell’Ue devono rispettare le stesse regole a cui sono sottoposti i produttori europei. Un ringraziamento va al governo, al ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ai relatori del Parlamento europeo Salvatore De Meo, Massimiliano Salini e Patrizia Toia e a tutti gli europarlamentari italiani. Sono stati evitate incomprensibili decisioni come l’obbligo di riuso delle bottiglie di vino, spiriti e latte o come il divieto dei vasi per le piante dei florovivaisti. Si è favorito l’utilizzo di bioplastiche biodegradabili e compostabili, vero strumento di transizione ecologica e di orgoglio italiano». È uno degli aspetti più rilevanti del nuovo regolamento che, spiega Palazzo Chigi, «concentra gli oneri sulle società di grandi dimensioni (oltre 1.000 dipendenti e 450 milioni di fatturato), che meglio sono in grado di monitorare le proprie catene di approvvigionamento e di contribuire alla mitigazione degli effetti sui cambiamenti climatici, nonché alla tutela dei diritti umani» di chi lavora nelle imprese. Tra gli altri punti positivi ci sono: libertà di scelta tra l’adozione del deposito cauzionale - il vuoto a rendere - e la raccolta separata, come si fa benissimo in Italia; la possibilità per gli Stati di scegliere come raggiungere gli obiettivi posti dal regolamento anche consentendo imballaggi riutilizzabili e monouso riciclabili, che nella ristorazione e per i prodotti agricoli e alimentari hanno la migliore efficacia ambientale; l’incentivazione del riciclo chimico e un’etichettatura comune dei rifiuti.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 25 novembre 2025. Il deputato del M5s Marco Pellegrini commenta con noi il piano di pace di Donald Trump per l'Ucraina.