2024-11-12
Khelif denuncia il giornalista che l’accusa di essere uomo: «Ora pubblichi i suoi esami»
Imane Khelif ospite a Lo stato delle cose su Rai 3 (Ansa)
L’atleta algerina ieri sera da Giletti ha annunciato l’intenzione di far causa al cronista non solo nel suo Paese ma pure in Francia. «Così dovrà rivelare la sua cartella clinica».«Imane Khelif dovrà spiegare tutto davanti a un giudice». Il giornalista Djaffer Ait Aoudia, fondatore del giornale online Le Correspondant e autore di un articolo che ha rivelato il contenuto di una presunta cartella clinica dalla quale risulterebbe che la pugile ha cromosomi XY, è pronto alla battaglia legale. Lo ha detto a chiare lettere ieri su X annunciando la decisione di sporgere denuncia contro la Khelif dopo che il suo avvocato, sul quotidiano Bild, ha bollato il lavoro del reporter con due parole: fake news.«È giusto che la verità venga fuori», ha commentato Djaffar, «per questo invito non solo Imane a denunciarmi, ma spero che lo faccia anche il Comitato internazionale olimpico e il Comitato olimpico algerino, così come spero lo faccia anche Mustapha Berraf, dirigente algerino nonché stretto amico del presidente del Cio, Thomas Bach, che in questa vicenda ha un ruolo centrale».Detto fatto, perché la pugile, ospite di Massimo Giletti a Lo stato delle cose su Rai 3, non si è certo tirata indietro e ha annunciato che non ha certo paura di andare per le vie legali. Se fino a ieri, infatti, Imane aveva denunciato Djaffar solo in Algeria, negli studi Rai ha fatto sapere che la denuncia verrà fatta anche in Francia. Un dettaglio importante perché dietro il tentativo di non denunciare, o di farlo solo nel Paese Nord africano, qualcuno aveva letto la paura di giocare a carte scoperte. Così come, con la decisione dopo la squalifica ai Mondiali di pugilato del 2023 per mano dell’Iba (International boking association), di non fare ricorso al Cas (Corte arbitrale dello sport).Intanto, rispetto a quanto rivelato da Le Corrispondant, giornale di reportage e inchieste nato cinque anni fa, «non legato ad alcun gruppo economico o potere politico» come tiene a precisare, non sono mancate le critiche e i tentativi di debunking. A suscitare perplessità è stata soprattutto la veste un po’ anonima dei due estratti pubblicati della presunta cartella clinica della Khelif, senza firme ufficiali e intestazioni. Anche il riferimento alla pugile, al di là di un semplice nome proprio, è apparso incompleto. Tanti e molto specifici, invece, i dettagli clinici riportati nell’articolo, in particolare il riferimento al disturbo della differenziazione sessuale che sarebbe stato attribuito a Imane, quello della «5 primo alfa reduttasi», un’anomalia enzimatica che colpisce i soggetti biologicamente maschi, con cromosoma XY, e che renderebbe lo sviluppo dei genitali incompleto. In pratica, la pugile avrebbe un micropene e testicoli interni.Una serie di dettagli anche molto intimi che sarebbero, dunque, contenuti nel report medico che, secondo Djaffar, è stato redatto dal professor Jacques Young, primario di endocrinologia presso l’ospedale Bicetre di Parigi. E che il giornalista, dopo oltre due mesi di lavoro, promette di pubblicare nei prossimi giorni all’interno della versione integrale e definitiva dell’inchiesta, in esclusiva contemporaneamente sul sito femminista americano Reduxx e su un’altra testata europea.In realtà, la notizia che Imane fosse stata visitata da un importante endocrinologo dell’ospedale Bicetre di Parigi era uscita lo scorso agosto proprio durante le Olimpiadi. Ne aveva dato notizia, in un’intervista a Le Point , Georges Cazorla, insegnante di biologia applicata alla attività fisica presso l’Università di Bordeaux che nel 2022 era stato contattato dal manager di Khelif, Nasser Yefsah, basato a Nizza, perché la preparasse per il campionato africano e i Giochi olimpici. Da quel momento, Imane si reca in Francia diverse volte.Quando, a marzo 2023, arriva la notizia della squalifica della pugile algerina dai Mondiali di Nuova Deli, Cazorla decide di vederci chiaro e contatta un endocrinologo. Ed è sempre lui a riferire nell’intervista che dagli esami medici emergono dei problemi con gli ormoni e persino con i cromosomi. «Ma Imane resta una donna», lo avrebbe rassicurato il medico.Chi potesse essere il medico, non si è mai saputo. Fino allo scorso 25 ottobre, quando il reporter francese pubblica il resoconto della presunta cartella clinica attribuendola proprio a Young. Oltre al report redatto dal medico francese, ve ne sarebbe stato anche uno firmato da una endocrinologa algerina, Soumeya Fedala, ma molto più conciso. Ma a quanto pare, a quanto annuncia il giornale francese, tutti i dubbi troveranno le proprie risposte con la pubblicazione dell’intero dossier che, secondo Djaffar, non è certo un tentativo di colpire Imane verso la cui storia dichiara di esprimere empatia.«So quanto ha lottato per arrivare dove è arrivata, provenendo da una famiglia umile. Posso capire la sua sofferenza di fronte a temi così personali sbattuti in prima pagina», spiega, «ma la battaglia che stiamo facendo non è contro di lei ma contro chi fin dall’inizio di questa storia ha nascosto la verità». Il riferimento sembra essere soprattutto ai dirigenti algerini che avrebbero favorito la carriera di Imane, nonostante la sua condizione di salute particolare. In tal caso, probabilmente contando su complicità e silenzi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.