2021-07-08
Il Tar difende i medici non vaccinati. «Impediremo che vengano sospesi»
Partono i ricorsi dei sanitari. Il tribunale ligure: «Bloccheremo i provvedimenti anche se saremo in ferie». Francesco Figliuolo chiede «corsie preferenziali» per dare dosi ai prof. A luglio iniezioni sotto il tetto di 500.000 al giorno.È una questione della massima importanza e delicatezza, «riguarda diritti fondamentali e inviolabili delle persone» per questo è già stata fissata l'udienza di merito il prossimo 6 ottobre. Parte bene la prima discussione del ricorso presentato al Tar di Genova da oltre 400 sanitari contro le Asl della Liguria. «Un segnale incoraggiante, abbiamo speranza di raggiungere un esito positivo», commenta l'avvocato Daniele Granara, punto di riferimento di oltre 2.500 tra medici e operatori sanitari di varie Regioni che non vogliono sottoporsi al vaccino, come li obbliga a fare il dl 44, convertito in legge lo scorso primo giugno. Sono medici di base e ospedalieri, infermieri, odontoiatri, farmacisti, chimici, biologi e veterinari che attraverso Granara hanno presentato il ricorso ai Tar della Liguria, del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, dell'Emilia Romagna, della Toscana e delle Marche. Ieri i giudici amministrativi liguri, oltre a fissare l'udienza di ottobre «hanno detto chiaramente che, se nel frattempo le Asl dovessero procedere nei confronti di medici o infermieri, sono pronti ad applicare in ogni momento, anche ad agosto, la sospensione cautelare urgente dei provvedimenti», spiega il legale genovese, docente di diritto costituzionale. Convinto che non «sia ammissibile che un Paese civile come l'Italia disattenda una disposizione europea, che dice di non rendere obbligatorio un vaccino sperimentale», Granara ieri è stato intervistato dal New York Times per la battaglia che conduce a favore di sanitari che, se rifiutano di vaccinarsi, vengono demansionati o lasciati a casa senza stipendio. «Rappresento anche centinaia di medici di base con 1.000, 1.500 pazienti ciascuno. Le aziende sanitarie li sospenderanno e lasceranno i loro pazienti senza assistenza medica, o spingeranno per cambiare la legge?», poneva come interrogativo l'avvocato, cercando di illustrare al quotidiano statunitense la situazione che si è venuta a creare in Italia. «In Europa e all'estero hanno capito che questa obbligatorietà è liberticida», commenta con La Verità. I sanitari italiani che non vogliono vaccinarsi rappresentano lo 0,2% del totale nazionale: 45.000 su 1,9 milioni e molte Asl, su pressione del governo, hanno già spedito le lettere di richiamo chiedendo spiegazioni del rifiuto e promettendo provvedimenti quali il dimensionamento o la sospensione dal lavoro senza retribuzione. Le prossime udienze amministrative, sempre in via telematica come d'obbligo fino al 31 luglio, saranno il 14 luglio a Milano, Brescia e Parma, il 15 a Bologna. «Ogni Tar ha la sua visione, ma questo di Genova è un buon precedente», dichiara il professore. «Non è importante avere provvedimenti formali in un senso o nell'altro, bisogna impedire che questo obbligo sia effettivo perché è costituzionalmente illegittimo». Il legale ci tiene a sottolineare che «non è una causa contro le Asl, ma per l'affermazione di diritti inviolabili. Nell'interesse delle stesse aziende sanitarie e dei cittadini, che rimarrebbero privi di medici e infermieri negli ospedali e negli ambulatori». Tra i sostenitori, invece, dell'obbligo di vaccinare alcune categorie, se proprio non si riesce a imporlo a tutta la popolazione, c'è il sindacato dirigenti scuola che oggi terrà un sit in davanti al ministero della Pubblica istruzione sotto lo slogan «Basta Dad o sarà disobbedienza civile». Arriveranno dirigenti scolastici da tutta Italia, per ottenere un incontro con il ministro Patrizio Bianchi su ripartenza a settembre e nuovi incarichi. E «nello spettro della didattica a distanza che aleggia sulla ripartenza», ieri il presidente nazionale di categoria, Attilio Fratta, annunciava: «Proporrei l'obbligatorietà per quegli insegnanti che non si sono ancora immunizzati, come per i medici. Se una persona costituisce un pericolo sociale deve essere allontanata. Stesso discorso vale per gli studenti, i vaccini salvano le vite, di tutti. Quindi bene all'immunizzazione per la fascia che va dai 12 ai 16 anni».Nel Lazio, intanto, la giunta Zingaretti procede con l'elastico: dopo aver fermato le prenotazioni «per mancanza di dosi» alla fine di giugno, sono state riaperte quelle per le vaccinazioni con Pfizer dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni che saranno effettuate a partire dalla terza settimana di luglio. Quindi i vaccini ci sono, e ci sono sempre stati. La sensazione è che, non solo nel Lazio ma anche in altre Regioni, ci sia piuttosto un problema di slot liberi che vengo appositamente ristretti o allargati (e così sembrano sempre pieni) dando la colpa alle forniture. Dal contatore del ministero della Salute si vede che a livello nazionale le prime dosi stanno precipitando (ormai sono meno di un terzo del totale) e anche i totali stanno scendendo: la tendenza è sotto quota 500.000 entro metà luglio. Ieri mattina il commissario per l'emergenza, Francesco Figliuolo, ha inviato una lettera alle Regioni e alle Province autonome, in cui si raccomanda di individuare delle corsie preferenziali negli hub per incentivare le vaccinazioni dei professori e del personale scolastico e universitario che ancora non è stato immunizzato. La percentuale di personale scolastico raggiunta finora dalla prima dose, scrive Figliuolo, è pari all'85% sulla media nazionale e ha fatto registrare un incremento dello 0,5% rispetto al 23 giugno scorso, ma il commissario chiede «di attuare in maniera ancor più proattiva il metodo di raggiungimento attivo del personale che non ha ancora aderito alla campagna vaccinale, coinvolgendo anche i medici competenti».
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
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L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.