2019-08-10
Il ritorno dell’ex ministro Frattini nella «banca» a trazione socialista
Giulio Tremonti, Giuseppe Castellaneta e l'ex titolare degli Esteri (oggi giudice al Consiglio di Stato) advisor della inglese Jci, fondo che sbarca in Italia e diventa azionista di Serenissima, la boutique di Giancarlo Elia Valori.I socialisti tornano in scena. Non che siano mai usciti davvero, ma di solito hanno militato in ambienti separati. Tant'è che l'ultima grande riunione è stata nel 2010. In Tunisia ben tre ex ministri si trovarono ad Hammamet per celebrare il decennale della morte di Bettino Craxi. Adesso, due storici rappresentanti di quella militanza siedono nel board di una società inglese che si occupa di risparmi e asset management. I due sono Giulio Tremonti e Franco Frattini. La boutique si chiama Jci capital e vede nel comitato scientifico anche l'ex ambasciatore, Giuseppe Castellaneta, in precedenza presidente di Sace e pure consigliere di Finmeccanica, in compagnia di Francesco Rocca, presidente della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e presidente della Croce Rossa Italiana. Se Tremonti è oggi privo di incarichi pubblici, non si può non notare che Frattini, ex ministro degli Esteri, ricopre invece un ruolo molto delicato. L'ex ministro della Funzione pubblica è ora un presidente di sezione al Consiglio di Stato. Nel giugno del 2018 è stato candidato a ricoprire il gradino più alto del maxi organo di giustizia. Suona un po' strano, per un giudice di quel livello, ricoprire un incarico per una società londinese che opera in Italia. Tutto legittimo e regolare, per carità: magari poco opportuno ed elegante. Come dimostrano gli sviluppi di cronaca.Ieri il Sole 24 Ore riportava infatti notizia della prima operazione di Jci in Italia. Corsi e ricorsi storici vogliono che sia una partnership con Visione spa e Centrale Finanziaria Generale. Un modo per puntare sul mercato immobiliare e dedicarsi al business del mattone che potrebbe tornare di moda nei prossimi anni. In particolare, scrive il quotidiano di Confindustria, «Jci ha concluso l'acquisizione di una partecipazione in Visione spa, holding di controllo di Serenissima sgr tramite la Centrale Finanziaria Generale». Visione è, infatti, socia della Centrale finanziaria generale con una partecipazione pari al 33,5% del capitale sociale. Centrale finanziaria vede tra i soci la famiglia Amenduni delle acciaierie Valbruna di Vicenza, i fratelli Toti, Armando e Maffeis. «Una compagine azionaria che in passato ha avuto alcune divergenze sulla gestione aziendale», prosegue il quotidiano. Dell'operazione fa parte anche la cessione di un finanziamento di 150.000 euro e di contratti in base ai quali Ific holding ha acquisito a fine 2018 circa 30.000 azioni di proprietà della Aeh Aura estate e della Return holding. Mentre a vendere è stata la Ific holding, società tedesca che farebbe capo però a un gruppo iraniano e che è amministrata dal ceo Seyed M Mousavi.Ciò che riporta il tutto indietro nel tempo è che dal 2017 l'uomo di riferimento di Serenissima sgr (dove ha militato anche Fabrizio Pagani, ex numero tre del Mef) si chiama Giancarlo Elia Valori. In quell'anno, infatti, Centrale finanziaria ha acquisito le partecipazioni di Banco Bpm (4,4%), Ubi Banca 4,4%, Banca Mediolanum (4,4%), e Banca Popolare di Vicenza (4,4%), salendo dal 77% al 94,66% del capitale sociale dell'intermediario vigilato veronese, diventato poi una delle prime 10 società di gestione del risparmio nazionali. In pratica, un gruppo di storici socialisti collabora con una «banca» che a sua volta fa affari con un'eminenza del calibro Valori, il cui nome negli anni difficili di Bettino Craxi è spuntato nei documenti del leader socialista trafugati dal fotografo personale in Francia. In quei file c'è traccia di informative dei servizi che mettevano in guardia Craxi proprio da Valori.Ovviamente tutto ciò è trapassato remoto. Oggi la musica è diversa. «Jci con questa mossa intende, quindi, rilanciare il settore immobiliare e il business di Serenissima sgr», ricorda il quotidiano di Confindustria, «che oggi gestisce 12 fondi immobiliari per un totale di circa 1,2 miliardi di euro di masse e che solo qualche anno fa era arrivata a quota due miliardi di asset under management».
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.