2019-05-20
Non solo Montante o Napoletano, un altro processo entra nelle stanze di Confindustria
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Il 12 settembre il tribunale di Milano deciderà se rinviare a giudizio l'ex direttore del Sole 24 Ore, ma il 13 entra nel vivo il dibattimento a carico del responsabile comunicazione di viale dell'Astronomia. Alfonso Ruffo è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato per i contributi pubblici all'editoria. La cooperativa del giornale Il Denaro non avrebbe avuto i requisiti per accedere ai fondi statali. Non c'è solo il caso di Antonello Montante, l'ex presidente di Confindustria Sicilia già condannato a 14 anni per associazione a delinquere e corruzione, oppure le inchieste sulla gestione del Sole 24 Ore o ancora l'indagine per concorso in abuso d'ufficio sulla vicepresidente Antonella Mansi. In concomitanza con l'inizio della campagna elettorale per il nuovo presidente di Confindustria è in arrivo una nuova tegola giudiziaria, ovvero l'inizio del processo a carico di Alfonso Ruffo, attuale responsabile stampa di viale dell'Astronomia, arruolato dal presidente Boccia e dal direttore generale Marcella Panucci quando era già sotto inchiesta per truffa aggravata ai danni dello Stato sui contributi pubblici all'editoria. Il nuovo sostituto di Boccia, in pratica, sarà scelto mentre le cronache racconteranno di processi e indagini a 360 gradi: manca un anno alla nomina. Non si ricorda in Confindustria una stagione così tempestata dalle polemiche e soprattutto dai processi della magistratura. Insomma se la scelta di appoggiare l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi al referendum costituzionale fu suicida, a rendere il clima ancora più tossico sono state le inchieste delle procure. Del resto se il 12 settembre a Milano si deciderà se rinviare a giudizio l'ex direttore del Sole Roberto Napoletano, l'ex amministratore delegato Donatella Treu e l'ex presidente Benito Benedini, il giorno dopo ci sarà in udienza a Napoli proprio Ruffo.La notizia non è molto nota. Per raccontare la vicenda del capo della comunicazione di Confindustria bisogna tornare indietro di almeno 4 anni, quando il direttore del giornale Il Denaro e titolare della cooperativa Edizioni del Mediterraneo viene accusato alla fine luglio 2015 di truffa perpetrata per il conseguimento di erogazioni pubbliche dell'editoria dal 2007 al 2011, ovvero i famigerati contributi pubblici ai giornali. Nell'arco di 16 anni, hanno calcolato gli inquirenti, la cooperativa ha incassato quasi 27 milioni di euro. Alcune accuse decadono per la prescrizione, ma secondo i magistrati di Napoli quei fondi non dovevano arrivare, perché la cooperativa sarebbe stata priva dei requisiti soggettivi previsti per beneficiare di quelli statali destinati all'editoria. In pratica i soci della cooperativa editoriale sarebbero stati di fatto esclusi dalla gestione della società operando in assenza della causa mutualistica. Ruffo si difese subito dalle pagine del giornale che dirige tutt'ora: «Ritengo di aver gestito la cooperativa nel pieno rispetto delle leggi e in totale conformità con quanto richiesto dalle normative di settore. Il punto nodale del contendere è tutto qui. I finanziamenti ricevuti dalla presidenza del Consiglio erano sì adoperati per gli scopi tipici dell'attività editoriale – stipendi, carta, stampa, diffusione (e d'altra parte il giornale prodotto era sotto gli occhi di tutti) – ma attraverso un veicolo, la cooperativa appunto, ritenuto falso da chi indaga perché privo del requisito del sufficiente gioco democratico e perfettamente legittimo da chi scrive». I magistrati però hanno deciso di andare fino in fondo. Del resto a occuparsi del caso sono i procuratori Fausto Zuccarelli e soprattutto Vincenzo Piscitelli, già titolare di numerose inchieste delicate, tra cui quella su Finmeccanica. Così il 22 maggio del 2018 il giudice Marcello De Chiara ha firmato il rinvio a giudizio. Si arriva così al 29 marzo di quest anno. Udienza di fronte al giudice Paola Valeria Scandone, settima sezione penale del tribunale di Napoli. Ruffo è difeso dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Luca Bancale. Viene rinviata pe un difetto di notifica al 13 settembre. Lo Stato italiano si è costituito parte civile, con l'avvocato Vinca Giannuzzi Savelli.