2024-05-19
Il premier schiaccia l’acceleratore sulla separazione delle carriere
Atteso uno sprint per la riforma della Giustizia e il «salva casa» voluto da Matteo Salvini.Il Colle «pronto a intervenire» sui decreti che alcuni ministri vorrebbero far approvare in cdm prima delle elezioni dell’8 e 9 giugno. Il titolo di ieri di Repubblica ha solo due spiegazioni. La prima, è anche la più banale: voler inasprire il rapporto tra il premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La seconda è più sottile e forse più verosimile: Palazzo Chigi avrebbe fatto circolare questa tesi per frenare i bollenti spiriti di quei ministri che stanno pressando la Meloni affinché nei prossimi due cdm vengano per l’appunto approvati questi decreti, che dovrebbero essere poi utilizzati negli ultimi scampoli di campagna elettorale. Nessuno scontro tra Palazzo Chigi e Quirinale, quindi, ma come ieri sottolineavano dal Colle una semplice quanto tutt’altro che inconsueta «interlocuzione» tra i tecnici, soprattutto in relazione ai requisiti di urgenza che devono caratterizzare i decreti legge.Di quali decreti parliamo? Innanzitutto, la riforma della Giustizia, sulla quale Meloni aveva confermato di voler accelerare al «Giorno della Verità». Come ha spiegato il Guardasigilli, Carlo Nordio, si tratterà del «disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, che conterrà anche importanti riforme su composizione e criterio di elezione del Csm insieme ad altri principi». Il tutto potrebbe finire in cdm già domani, oppure il 29 maggio.Poi c’è il cosiddetto «salva casa» proposto da Matteo Salvini, che il vicepremier leghista vorrebbe portare in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Si tratta di una sanatoria per piccole e piccolissime irregolarità edilizie, che stando ad alcune valutazioni potrebbe interessare più del 70% delle abitazioni degli italiani. La «pace edilizia» voluta da Salvini renderebbe possibile sanare le difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; le difformità edilizie interne, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche (tramezzi, soppalchi, eccetera); le difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della modifica dei regolamenti urbanistici comunali (la legge infatti permette la sanatoria solo se sussiste la cosiddetta «doppia conforme» ossia la conformità dell’opera ai piani urbanistici in vigore all’epoca della realizzazione dell’opera e al momento della presentazione della domanda di sanatoria stessa).Il decreto renderebbe anche possibile autorizzare i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee. La pace edilizia comporterebbe la regolarizzazione di piccole difformità e irregolarità degli immobili. Si tratta di elementi come tramezzi, soppalchi, finestre e aperture di vario tipo che, in migliaia di casi, risultano disallineati tra la documentazione depositata presso i Comuni e la realtà delle costruzioni. Questo crea rallentamenti amministrativi a livello dei municipi e, dal lato dei cittadini, problemi nella gestione e nell’utilizzo degli immobili, ad esempio al momento della vendita o della ristrutturazione.Tra i decreti attesi prima delle elezioni in Consiglio dei ministri ci sono poi quelli riguardanti la riforma dei giudici di pace, un decreto sull’Istruzione, uno sulle liste di attesa nella sanità, uno riguardante l’istituzione di una autorità che abbia il compito di vigilare sui bilanci delle società sportive.In termini politici, il provvedimento più delicato è quello riguardante i piccoli abusi edilizi. Il testo è infatti in fase di limatura, poiché sia Fdi sia Fi non vogliono che la sanatoria somigli a un vero e proprio condono. Il punto di caduta si troverà se il testo del decreto proposto da Salvini riguarderà le difformità interne alle abitazioni, come ad esempio i tramezzi, ma non l’aumento di cubatura.