
Secondo un'ipotesi, la parola mafia è di origine araba e vuol dire «prepotenza». È stato nel 1973 che abbiamo deciso di diventare dhimmi e pagare il «tributo» al mondo musulmano. Lo abbiamo fatto per l'economia ma ora viviamo in un apocalittico servilismo.PizzoDal longobardo «spizzo», «punta». Con questa parola di origine longobarda si intende un manufatto dove si alternano pieno e vuoto: punte che si stagliano nel vuoto. Mia nonna mi ha insegnato a fare i pizzi all'uncinetto e a chiacchierino. È una tecnica che permette un magnifico equilibrio nei nostri emisferi: quello emotivo che si concentra sulla grazia del disegno e quello razionale che deve fare un qualche calcolo aritmetico e geometrico affinché i punti siano corretti, permettendoci così di dimenticare l'ansia o resistere alla compulsione, alla voglia di svuotare il frigo che riempie ogni angolo della mente e che, invece, si stempera nel movimento delle mani. Usare le mani impegna grandi parti del tessuto cerebrale. È come quando su un computer montiamo un programma pesante che rallenta gli altri. Fare pizzi, ricamare, usare ferri e uncinetto erano le armi che noi donne avevamo non solo per costruire oggetti unici, con una tecnica che attraversava le generazioni nella tenerezza, ma anche per aumentare la nostra forza, per salvare il nostro equilibrio.Nell'ultimo mezzo secolo, in molte famiglie tutto questo si è perso, anche per il disprezzo del movimento femminista, che ha sempre considerato le attività tipicamente femminili qualcosa di inferiore perché quel movimento, sostanzialmente, non ama le donne ma ne concepisce l'esistenza solo se si comportano come gli uomini, se si sbattono fuori casa a fare un qualche lavoro sfruttato, dopo aver trascinato all'asilo nido un bambino disperato che qualche volta viene dimenticato in auto perché il livello di stress è talmente alto che si forma la (maledetta) falsa memoria - l'ho già portato - e il disastro arriva.Dall'arabo jiza, tributo dei dhimmi, cioè dei non islamici sottomessi all'islam. In questo caso, il termine «pizzo» indica il tributo che si paga alla mafia. La mafia italiana è squisitamente siciliana e la Sicilia è stata una terra che ha subito una dominazione islamica. La cosa non è stata indolore e di segni ne ha lasciati parecchi. La parola, secondo un'ipotesi dell'americano Raymond Ibrahim, scrittore del Middle East Forum che ha effettuato un confronto fra mafia e islam nel suo Ten Ways the Mafia and Islam are Similar, deriva dall'arabo mahya e può essere tradotto con «prepotenza» (o anche solo «potenza»). Il mafioso, quindi, era un individuo potente che elargiva la sua protezione in cambio di un tributo, perché tutta la struttura islamica si fonda su questo.I non islamici delle terre occupate dall'islam sono dhimmi, sottomessi, e hanno molte limitazioni: non possono essere in situazioni di potere, non possono - se uomini - sposare una donna islamica (mentre è consentito il contrario), ed è loro permesso di sopravvivere solo se pagano, una tassa - la jiza - ovvero il pizzo.La scrittrice di origine egiziana Bat Ye'or (figlia del Nilo, pseudonimo della scrittrice ebrea Gisèle Littman n.d.r.), spiega il concetto del tributo nel suo imperdibile libro Eurabia. Come l'Europa è diventata anticristiana, antioccidentale, antiamericana, antisemita. (edito da Lindau, Torino, 2007), largamente citato anche da Oriana Fallaci nel suo libro, anche questo imperdibile, La forza della ragione (Rizzoli International, 2004).Ovunque l'islam si trovi a essere prevalente su non islamici, costoro si trovano nella condizione di dhimmi. «Nei paesi governati dalla shari'a, in cui i dhimmi rischiavano pene severe per qualunque critica alla legge islamica, il loro linguaggio servile e il loro comportamento ossequioso costituivano elemento indispensabile per la loro sicurezza. Specifiche leggi sancivano la loro inferiorità e la loro umiliazione: in caso di omicidio di un dhimmi, il risarcimento economico era pari alla metà di quello previsto per un musulmano…».La dhimmitudine può riguardare anche la popolazione di un territorio confinante con uno islamico. In cambio di un tributo, gli infedeli ottenevano la cessazione delle ostilità, consistenti in rapimenti (accompagnati ora dalla richiesta di un riscatto, ora dalla riduzione in schiavitù delle vittime) oppure omicidi, furti di bestiame, saccheggi, incendi. Secondo l'autrice, l'Europa si è messa in condizioni di dhimmitudine rispetto ai paesi islamici nel 1973, dopo la guerra del Kippur. La guerra avrebbe dovuto avere come scopo la distruzione dello Stato d'Israele. Tutti gli Stati islamici erano entusiasticamente concordi, mentre quelli europei avevano compreso l'ineluttabilità di questa dolorosa decisione e si erano adeguati: la Francia aveva anche bloccato la consegna degli aerei mirage, che Israele aveva già pagato. Nessuno però si era ricordato di chiedere il parere di Israele, che si trovò in disaccordo sulla propria distruzione, contrattaccò e riuscì a riportare una seconda vittoria, non meno spettacolare di quella della guerra precedente passata alla storia come la «Guerra dei sei giorni».I paesi islamici, seccati, reagirono con un incremento del terrorismo e un embargo sul petrolio (soluzione, quest'ultima, ragionevole). Chi vende, è giusto che venda al prezzo massimo. Anche chi compra, però, deve avere la stessa accortezza. La cosa ovvia sarebbe stata che le nazioni dipendenti dal petrolio - pericolosamente dipendenti dal petrolio possiamo aggiungere - si coalizzassero e minacciassero un embargo sull'acquisto: se noi non possiamo vivere senza acquistare petrolio, gli altri non possono vivere senza venderlo. Si trattava semplicemente di «andare a vedere»: un bluff. L'Europa invece decise di diventare dhimmi e di pagare il tributo, il pizzo. Perché abbiamo calato le braghe in maniera così spettacolare? Per il timore di mettere in crisi la nostra economia e per la paura del terrorismo. Il primo motivo è la sempre buona, vecchia vigliaccheria. Il coraggio chi non ce l'ha, non se lo può dare. Il coraggio, inoltre, è oggettivamente pericoloso e doloroso mentre la vigliaccheria è più semplice, più ovvia, più fisiologica, più deliziosamente in tinta con l'istinto di sopravvivenza.Uno dei numerosi pregi degli organismi sovranazionali è la coltivazione in filari compatti della sempre buona, vecchia vigliaccheria. Un politico nazionale - bene o male - deve dar conto ai suoi elettori e perfino ai suoi vicini di casa, che potrebbero sputargli in faccia davanti a trattati lontani, per non dire antitetici, ai loro interessi. Un oscuro e anonimo burocrate di Bruxelles, invece, deve dar conto solo alla propria poltrona e secondo i malfidenti (non io, ma ignoti che ho sentito parlare in un bar), magari anche al proprio conto in banca perché c'è addirittura da sospettare che potrebbe essere affascinante, per lui, l'idea di cedere alla tentazione di qualche incentivo economico in cambio di leggi e decisioni non proprio favorevoli ai tizi che gli stanno pagando lo stipendio con le loro tasse (e che, invece, dovrebbero essere il suo unico interesse).Nel suo libro Bat Ye 'or spiega come sia nato nella Comunità economica europea l'incredibile e apocalittico servilismo nei confronti dell'Islam. «La sconfitta degli arabi nella guerra del Kippur provocò il ricorso all'arma del petrolio, che essi aggiunsero a quella del terrorismo per costringere l'Occidente a schierarsi con loro nel conflitto con Israele». E anche nel loro conflitto contro la cristianità, i cui morti sono ignorati, contro la cultura europea, contro l'Europa stessa.«La maggior parte degli europei non ha ancora compreso che le loro strutture nazionali e sovrane si sono già disintegrate nel multilateralismo e nel multiculturalismo. Essi credono ancora di poter agire sul proprio destino nazionale restando nella sfera democratica che si sono creati». In realtà, il potere decisionale è a livello europeo e l'Europa è ufficialmente dhimmi.È stato, quindi, il pizzo da parte dell'Europa la negazione delle radici giudaico-cristiane dell'Europa stessa, tassello indispensabile perché il Vecchio continente potesse diventare anticristiano e antisemita. Israele è ufficialmente demonizzato. Mentre i cristiani muoiono come cani, il vittimismo palestinese occupa la scena. Il terrorismo è giustificato. L'Europa si è venduta. Fiumi di denaro sono stati stanziati per favorire l'immigrazione islamica e la diffusione della sua cultura. L'Europa è stata venduta nel 1975, a Strasburgo, con l'istituzione dell'Associazione parlamentare per la cooperazione euro araba.Leggiamo e rileggiamo Bat Ye'or, leggiamo e rileggiamo Oriana, finché i loro libri sono ancora consentiti. Oriana ha rischiato processi, Bat Ye'or non può parlare nei campus inglesi, quegli stessi che invitano a parlare iman integralisti e apologeti del terrorismo.
Emanuele Fiano (Ansa)
L’ex deputato pd chiede di boicottare un editore ospite alla fiera patrocinata da Gualtieri e «reo» di avere un catalogo di destra.
Per architettare una censura coi fiocchi bisogna avere un prodotto «nero» ed etichettarlo con la dicitura «neofascista» o «neonazista». Se poi scegli un ebreo (si può dire in questo contesto oppure è peccato?) che è stato pure censurato come testimonial, hai fatto bingo. La questione è questa: l’ex parlamentare Pd, Emanuele Fiano, che già era passato alla cronaca come bersaglio dei pro Pal colpevoli di non averlo fatto parlare all’Università Ca’ Foscari di Venezia e contro il quale qualche idiota aveva mimato la P38, sta premendo per censurare una casa editrice colpevole di pubblicare dei libri pericolosi perché di destra. Anzi, di estrema destra.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.






