2024-06-07
Il Pil tiene, l’occupazione sale e i prezzi aumentano il giusto. Sull’Italia pesa la zavorra Ue
Per l’Istat il Paese è in crescita e il disagio sociale è ai minimi. L’aumento del costo della vita è in linea con gli obiettivi europei, ma la politica monetaria ci penalizza.La verità è che il taglio dei tassi annunciato ieri (e ampiamente previsto) dalla Bce aiuterà l’economia italiana solo in parte. Il motivo è presto detto: la prima sforbiciata da 25 punti base voluta da Christine Lagarde dopo il ciclo di rialzi cominciato a luglio 2022 sarà di aiuto maggiormente per quei Paesi europei caratterizzati da una inflazione particolarmente alta. Meno per i Paesi come l’Italia che avevano già un tasso del costo della vita più basso della media Ue. La conferma arriva proprio dai dati sul Pil e sull’inflazione diffusi ieri dall’Istat, valori che riflettono anche i livelli occupazionali non da capogiro sebbene positivi comunicati dall’istituto guidato dal presidente Francesco Maria Chelli. Andiamo con ordine: secondo le previsioni dell’istituto di statistica, l’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro, segnerà una crescita in linea con quella del Pil (+0,9% nel 2024 e +1% nel 2025) a cui si accompagnerà un calo del tasso di disoccupazione (7,1% quest’anno e 7% nel 2025).Il punto è che, stando ai dati diffusi ieri sul Pil italiano, si può gioire solo moderatamente. Soprattutto per il 2024 e il 2025. Secondo le stime dell’Istat, infatti, le prospettive per l’economia italiana sono di un aumento del prodotto interno lordo per quest’anno dell’1% e dell'1,1% nel 2025, contro il +4% del 2022. La crescita quindi c’è, ma appare piuttosto flebile. Secondo i dati diffusi ieri, sarebbe infatti supportata nel 2024 sia dalla domanda interna, al netto delle scorte, che da quella estera netta (+0,7% per entrambe), con un contributo lievemente negativo delle scorte (-0,4%). Nel 2025 la crescita dell’economia italiana sarebbe invece trainata prevalentemente dalla domanda interna (+0,9%).I consumi privati, inoltre, continuano a essere sostenuti da un lato dal rafforzamento del mercato del lavoro e dall’altro dall’incremento delle retribuzioni in termini reali, ma frenati «da un aumento della propensione al risparmio», dice l’Istat. Per questo, tali dinamiche determineranno per il 2024 una crescita moderata (+0,4%) dei consumi delle famiglie e una successiva accelerazione nel 2025 (+1%).I problemi, però, arrivano dagli investimenti fissi lordi per cui si prevede una dinamica di decelerazione nel biennio di previsione (+1,5% e +1,2% rispettivamente nel 2024 e 2025, dal +4,7% del 2023), determinata dal venire meno degli incentivi fiscali all’edilizia, che saranno compensati sia dagli effetti dell’attuazione delle misure previste dal Pnrr, sia dalla riduzione dei tassi di interesse.Insomma, occupazione e Pil crescono di poco e il taglio dei tassi voluto ieri dalla Bce darà un aiuto limitato all’interno dei nostri confini. Come spiega l’Istat, infatti, per i prossimi mesi ci si attende per l’Italia un graduale ritorno verso tassi di inflazione vicini ai target della Bce. «Tale dinamica determinerà, per il 2024 una forte decelerazione del deflatore della spesa delle famiglie residenti (+1,6% dal +5,2% del 2023) a cui seguirà un moderato incremento nel 2025 (+2%)», si legge in una nota. Inoltre, sempre secondo l’Istat, nel mese di maggio «l’inflazione di fondo», al netto degli energetici e degli alimentari freschi, ha rallentato così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +2,1% a +2%). Peccato che l’inflazione nell’area euro abbia registrato un incremento annuale del 2,6%, in aumento rispetto al +2,4% di aprile 2024 e in flessione rispetto al +6,1% di maggio dello scorso anno. In parole povere, il taglio dei tassi aiuterà di certo, ma non farà miracoli nel Belpaese, senza considerare che «lo scenario previsivo rimane caratterizzato dal perdurare di una elevata incertezza del quadro internazionale, determinata dall’evoluzione delle tensioni geo-politiche», rilevano dall’Istat.In dettaglio, a maggio, la stabilità dell’inflazione è stata oggetto di andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento sono risultati i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +2,5% a +2,1%), dei servizi relativi ai trasporti (da +2,7% a +2,4%) e dei servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,6%). Al contrario, si è attenuata la flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -13,9% a -13,5%) e regolamentati (da -1,3% a una variazione tendenziale nulla) e hanno accelerato lievemente i valori dei beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,3%).Ad ogni modo è il caso di vedere il bicchiere mezzo pieno. Come mostra il Misery Index Confcommercio, il disagio sociale degli italiani va migliorando. I livelli di aprile dell’indice si sono attestati a 11,5, in riduzione di tre decimi di punto su marzo, collocandosi al livello più basso da fine 2008. Il dato, spiega Confcommercio, è frutto di una riduzione della disoccupazione estesa (scesa al 7,6%) e di un lieve aumento dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto (2,6% dal 2,5% del mese precedente). «Dopo un periodo in cui il repentino rientro delle dinamiche inflazionistiche aveva amplificato gli impulsi positivi provenienti dal mercato del lavoro, nei periodi più recenti il rientro dell’area del disagio sociale sembra affidato prevalentemente alla possibilità di aumentare i livelli occupazionali e ridurre la disoccupazione estesa», fanno sapere dalla Confederazione delle imprese, delle attività professionali e del lavoro autonomo. Attenzione, però. «Tale situazione», conclude l’associazione, «potrebbe modificarsi con l’inizio dell’autunno nel momento in cui le criticità presenti in alcuni settori potrebbero dar lungo a un peggioramento».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.