2021-08-01
Il piano dei tagli verrà svelato due settimane prima delle elezioni
Almeno 5.000 gli esuberi, 1.000 i dipendenti a rischio. I partiti si giocano così lo spot.Unicredit ha aperto le trattative con il Mef per portarsi a casa a costo zero la parte sana del Monte dei Paschi. Non è ancora chiaro né se il negoziato andrà a buon fine, né cosa finirà dentro quello che l'istituto di piazza Gae Aulenti ha definito il «perimetro selezionato» dell'attività commerciale. Di certo, nelle condizioni dettate dall'ad Andrea Orcel sono escluse le cause legali e i crediti deteriorati. Così come è già chiaro che in quel perimetro non potranno finire tutti i dipendenti del gruppo senese, pur evitando esuberi non necessari. Ed è proprio questo il cigno nero che si leva sulla campagna elettorale per le suppletive senesi dove il segretario del Pd, Enrico Letta, è il candidato fatto scendere in campo dal centrosinistra contro quello della Lega per prendere il posto di deputato lasciato libero da Pier Carlo Padoan (oggi presidente di Unicredit). Data room e due diligence dureranno 40 giorni. I piani di Unicredit per la good bank senese e quelli per la bad bank che rimarrà a carico dello Stato saranno comunque svelati a metà settembre, meno di un mese prima del voto a Siena del 3 e 4 ottobre. Direzione generale, centri specialistici, strutture come il consorzio operativo (ad esempio) e il glorioso marchio così difficilmente rientreranno nel perimetro oggetto di trattativa. Nelle settimane più calde della campagna, insomma, si capiranno il dove, il chi e il come dei tagli al Monte, che fine farà il marchio della banca della città - feudo per decenni del Pds, Ds e poi del Pd ma espugnata nel 2018 dal centrodestra con l'elezione del sindaco Luigi De Mossi - e l'impatto sull'intera regione che già sta facendo i conti con i 422 licenziamenti della Gkn. Sui dipendenti si gioca la partita politica: si parla di 5-6 mila esuberi, da gestire - ha messo le mani avanti il leader Fabi, Lando Sileoni - con pensionamenti e prepensionamenti volontari. I numeri in Toscana sono pesanti: 5.000 dipendenti di cui 2.000 al quartier generale di Siena e 500 filiali. Oltre mille, secondo i sindacati locali, rischiano di rimanere tagliati fuori dal «perimetro» delineato da Orcel. Ecco perché la trattativa tra Unicredit e il Tesoro al momento viene attaccata da tutti i partiti, da destra a sinistra. Tutti sono stati colti di sorpresa, «l'accordo era non far niente fino alle suppletive» si lascia scappare una fonte locale. Alimentando la sensazione che la decisione di portare la delibera nel cda di Unicredit sia stata presa in poche ore quando al Tesoro sono arrivati i risultati degli stress test europei pubblicati il giorno dopo. Nello scenario avverso, infatti, Mps registrerebbe nel triennio 2021-2023 perdite cumulate per 2,73 miliardi e vedrebbe il suo capitale scendere dai circa 6 miliardi del 2020 a 173 milioni nel 2023. Un disastro cui porre subito rimedio, almeno con l'annuncio di una trattativa aperta. Comunicata, ricordiamolo, solo da un comunicato di Unicredit mentre né il Mef né il Monte dei Paschi hanno diffuso note ufficiali. Né dal ministro Daniele Franco sono arrivati dichiarazioni o commenti all'operazione. Sullo sfondo, resta inoltre da capire quale sarà la posizione dei soci di Unicredit che di fatto è una public company. In cda è stato dato il via libera a quello che per ora è una sorta di mandato esplorativo ma se le condizioni richieste da Orcel dovessero essere accettate solo in parte dallo Stato la posizione dei fondi internazionali come Blackrock (al 5,1%), Capital Research (5%), Allianz (3,1%) o Norges Bank (3%) cambierà? Tra l'altro all'assemblea dello scorso 15 aprile Blackrock, insieme ad Allianz e diversi altri fondi hanno votato contro le politiche di remunerazione del gruppo in cui rientrava anche la retribuzione di Orcel (7,5 milioni di euro l'anno).
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