2019-06-02
Il pensiero unico impone il bavaglio ma poi viene bastonato alle elezioni
I media censurano i valori della famiglia, aumentando lo scollamento con il popolo. Poi vengono le Europee e, guarda caso, ne escono vincitori coloro che hanno creduto nel popolo dei «villeggianti» o degli «sfigati», e hanno ascoltato le loro istanze per un'Europa a misura di persona e di famiglia.Il ramo della psicologia sociale che studia i meccanismi della comunicazione di massa ha più volte affrontato la questione del «non detto», cioè la ragione per la quale di fronte a un dato evento che coinvolge largamente la popolazione (vedi elezioni), si tralascia di affrontare tutte le possibili cause che ne potrebbero dare spiegazione. Si afferma che quando ciò accade, almeno tre possono essere le ragioni principali: dimenticanza, ignoranza, scelta. Si può dire che gli esempi storici si sprecano, ma diamoci un limite temporale accettabile: ultimi tre anni. E, per rimanere nel clima post-elettorale di questi giorni, limitiamoci a due eventi di storia recentissima, che hanno visto protagonista il popolo dei Family day.Piazza San Giovanni nel 2015, Circo Massimo 2016: la politica che conta e i giornaloni del politicamente corretto si prodigano in battute sarcastiche, quando non offensive, e in giudizi il più benevolo dei quali dipinge quel popolo banda di buontemponi che si ritrovano per una «gita fuori porta». Poi viene il 4 dicembre 2016, il referendum costituzionale e accade l'imprevisto: il potente establishment di governo - con tutto il denaro investito in pubblicità «stellari» (la stazione centrale di Milano era letteralmente tappezzata da decine di maxi manifesti, che la trasformavano in una dependance di Largo del Nazareno), con la tv di stato più che alleata, con l'arruolamento di spin doctor da cachet altrettanto stellari - subisce una sonora sconfitta, tale da renderne inevitabile la caduta. Passiamo al 30 gennaio scorso: congresso della Famiglia, a Verona. Si ripete il cliché, questa volta con un «pizzico» di cattiveria e di falsità in più: il popolo degli «sfigati», «medioevali», i più benevoli, per giungere ai «fascisti», «razzisti», «maschilisti», con il contorno di offese a Dio, la patria ed altro, fino alla blasfemia vera e propria. Si allestisce una «piazza democratica» che urla a gran voce - sempre in coerenza con il più genuino spirito democratico! - che quel popolo è una pericolosa accozzaglia di violenti che non ha diritto di parola. Si giunge fino all'intimidazione e alla minaccia di albergatori e traduttori, che non fanno altro che fare il loro sacrosanto lavoro, ovviamente sempre secondo i canoni della più genuina democrazia. Non una sola parola sui contenuti di quel congresso: Il pensiero unico non ha tempo da perdere per ragionare sul bene comune, sull'importanza della famiglia, sul valore della vita, sul sostegno alla natalità. Il tempo va utilizzato in altro modo: offese agli organizzatori, fango e bugie indecenti sui relatori e fango, il più possibile fango, sul sindaco Federico Sboarina, il governatore Massimiliano Fedriga, Matteo Salvini, Lorenzo Fontana, Marco Bussetti, Giorgia Meloni e altri illustri ospiti politici, rei di aver scelto di ascoltare le istanze di quel popolo, che la domenica sfila per le vie di Verona, in una marcia educata, composta, pulita, sorridente con centinaia di bimbi e decine di carrozzine. Poi vengono le elezioni europee e, guarda caso, ne escono vincitori coloro che hanno creduto nel popolo dei «villeggianti» o degli «sfigati», e hanno ascoltato le loro istanze per un'Europa a misura di persona e di famiglia. Ancora una volta, gli addetti ai lavori non possono far altro che constatare il fallimento delle loro previsioni: appare in tutta la sua chiarezza il terribile scollamento che esiste fra l'intellighenzia giornalistica e il popolo, il comune sentire delle persone che hanno riempito quelle piazze. A Porta a Porta, molto onestamente, lo stesso Bruno Vespa ammette che i politologi, di ogni genere e tipo, non sanno più intercettare la mente e il cuore di una grande massa di italiani che ne ha le tasche piene di uteri in affitto, di cannabis, di suicidi assistiti, di gender e similari. È un popolo spesso silenzioso, quasi invisibile, ma che ha imparato a ragionare con la propria testa, ad ascoltare il cuore della tradizione italiana e a discernere con lucidità chi lo rappresenta e chi lo osteggia. Ha imparato a riconoscere i lupi travestiti da agnelli, che si riempiono la bocca di ecologia, riscaldamento globale e rispetto della natura, e poi non fanno nulla, proprio nulla, per limitare la strage di bimbi in utero. E quando serve fa sentire il suo peso: vedi elezioni! Tornando all'incipit di apertura: dimenticanza, ignoranza o scelta? Possiamo azzardare una sintesi: è la dittatura del pensiero unico che rende ciechi e insipienti, imponendo il bavaglio a chi la pensa in altro modo.
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