2024-01-22
Il Pd Bolognese va a 30 all’ora e si fa superare dalle baby gang
Mentre la sinistra si perde dietro alle follie green, i cittadini sono sempre meno sicuri.Tutta l’attenzione riservata dal Pd bolognese alla sicurezza sulle strade della «città 30 all’ora» - con relativo attacco al ministero dei Trasporti, malgrado le proteste di cittadini ed operatori - non è stata riservata a garantire la sicurezza fisica dei cittadini sotto scacco della violenza, spesso di stranieri, tanto da rendersi necessario l’intervento di un altro ministero, quello dell’Interno.Per Bologna e il suo sindaco dem Matteo Lepore, infatti, la questione baby gang, in centro storico come nei centri commerciali, in particolare il Gran Reno, è però deflagrata tanto che nel tavolo interforze di venerdì scorso, è stato deciso che almeno fino a primavera saranno messe in campo le nuove operazioni di sicurezza che si svolgeranno nell’arco di tutta la settimana concentrandosi soprattutto nel sabato pomeriggio. «È quello il momento più critico», ha spiegato il questore di Bologna Antonio Sbordone, «con tanti giovani che arrivano al Gran Reno, affollano l’area ristoro e poi si spostano nella terrazza, creando una concentrazione di persone problematica». Sabato sono stati impiegati un centinaio tra agenti della polizia di Stato e locale, esercito, polfer e guardia di finanza, oltre agli addetti alla sicurezza del Gran Reno, per seguire una massa di giovani frequentatori, molti minorenni extracomunitari oltre agli italiani, che prendono il treno alla stazione di Bologna ma anche fuori provincia e scendono a quella di Casalecchio dove c’è il famoso shopping center. Un dispiegamento di forze e una sorta di «pedinamento» necessari perché, come dice Paolo Nanni, l’assessore alla sicurezza del Comune di Casalecchio, «i disordini al centro commerciale fanno parte di un problema sociale più ampio non riguarda solo noi ma è internazionale. Questi ragazzi si organizzano sui social e si ritrovano in strada sette, otto ore senza nessun tipo di controllo. Non stiamo parlando di criminali, sono ragazzi che spesso si trovano sul nostro territorio da soli. Siamo ben contenti che frequentino il Gran Reno ma devono farlo nei modi giusti». I controlli dei documenti si sono svolti regolarmente e non si è verificato nessun incidente, niente di simile a quanto accaduto lo scorso 9 dicembre per il concerto del trapper Medy Cartier, nome d’arte del 22enne bolognese di seconda generazione El Marbouh Ermedhi. L’«artista» che ha all’attivo non solo una carriera musicale ma pure una condanna tre anni e mezzo per una rapina in spiaggia a Riccione aveva annunciato su Instagram la sua presenza al centro commerciale, per un’esibizione improvvisata priva di qualsiasi autorizzazione. In pochi minuti si erano radunati centinaia di adolescenti che hanno dato vita ad un pomeriggio di violenza, atti vandalici e aggressioni tra baby gang con spray al peperoncino, lancio di bottiglie di vetro e qualche coltello, tutto in un luogo pubblico reso praticamente off limits. Un sabato di follia a spese di molti operatori dello Shopville che invece hanno tirato un sospiro di sollievo per i tanti controlli di questo week end proprio perché avevano visto i loro negozi invasi da orde di ragazzini che avevano creato il panico tra i clienti, facendo anche numerosi danni.Senza dimenticare l’emergenza stupri dello scorso anno e le 219 denunce di violenza presentate da donne nel 2022. Nel capoluogo emiliano nel 2023 ci sono stati sette episodi in due mesi con metà delle vittime minorenni. Addirittura due ragazzine di 13 e 15 anni vennero palpeggiate su un bus tra l’indifferenza dei passeggeri. Il sindaco Lepore assicurò: «Fermeremo ogni violenza».Proprio la scorsa settimana il tribunale dei minorenni ha condannato a un anno 9 mesi e 10 giorni i due quindicenni tunisini che la notte tra il 28 e il 29 settembre scorso violentarono una donna di 32 anni. La misura cautelare del carcere peraltro e’ stata sostituita con il collocamento in una comunità.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.