2022-01-08
Il paradosso della multa che diventa tassa
La sanzione di 100 euro una tantum ai disoccupati ultra cinquantenni non vaccinati è l’ultima farsa di un governo nel caos. Insorgono le virostar. Andrea Crisanti: «Trovata alla Pulcinella». Roberto Burioni: «Grottesca buffonata». Non è un deterrente sanitario ma l’ennesima gabella.Sugli over 50 si spacca persino il Cts. «Non è medicina, ma compromesso». L’esecutivo non ha consultato il comitato dei tecnici, ma solo Franco Locatelli e Silvio Brusaferro.Lo speciale comprende due articoli. Il più sfottente è il microbiologo dell’università di Padova, Andrea Crisanti: «Come disse Franceschiello all’esercito: “Facite 'a faccia feroce”». Il detto, poi derubricato a falso storico, era riferito all’esercito di Francesco II di Borbone. Insomma: «Una trovata alla Pulcinella. Ormai siamo passati dalla tragedia alla commedia napoletana». I 100 euro di multa una tantum agli over 50 che scelgono di non vaccinarsi sono così l’ultima farsa di un governo in confusione. S’approssima maldestramente all’elezione per il Colle con un’accozzaglia di sgangherati provvedimenti. Tra cui brilla la gabella, a partire dal primo febbraio 2022, per i disoccupati renitenti al siero. Che potranno comunque continuare a prendere reddito di cittadinanza, Naspi e sussidi vari. Mentre i lavoratori che non adempiono all’obbligo vaccinale rischiano lo stipendio. Capito cosa si sono inventati i Migliori? La tassa una tantum. E passa la paura. Per carità: le ammende scriteriate sono sempre odiose. Ma quel centone da allungare dall’Agenzia delle entrate assomiglia a una burletta. Non è certo un deterrente sanitario, altrimenti la cifra sarebbe ben più sostanziosa. È soltanto l’ennesimo paradosso, invece: il contributo allo Stato che pilucca qua e là. E poi, chi controlla? La stimatissima Agenzia delle entrate, previe verifiche sugli elenchi dei refrattari forniti dalle Asl: pensionati, disoccupati, casalinghe. Compito che, a occhio e croce, non sembra agevole. E poi, che si fa? Gli agenti in tenuta antisommossa sfonderanno la porta di casa delle vecchine più coriacee per sfilare banconote dalla mattonella? I reparti operativi dei carabinieri circonderanno le piazze cinte da parcheggiatori abusivi, intimando ai manigoldi di consegnare immediatamente la refurtiva?Sarà più semplice, invece, punire i lavoratori indisciplinati. In questo caso, saranno indicati al prefetto i dipendenti non in regola: previste sanzioni da 600 a 1.500 euro, per chi, a partire dal 15 febbraio, si presenterà senza essere vaccinato. Vista la solenne promessa di punire anche le aziende poco solerti, è facile prevedere una messe di segnalazioni. Riassumendo: per i dipendenti sono previste, bene che vada, inenarrabili scudisciate. Mentre per disoccupati e affini il governo ha pensato a buffetto e schiacciatina d’occhio: chi fa il bravo non perde nemmeno l’assegno più amato dai grillini. La libertà di non vaccinarsi viene via, tutto sommato, a buon mercato: 100 euro. Genialità che sembra perfettamente in stile 5 stelle: i sussidiati, specie del Sud, sono ormai lo zoccolo duro dei rimanenti elettori. A massacrare la trovata governativa scende in campo, bontà sua, pure la mai doma compagine dei virologi televisivi. A partire da Crisanti, appunto. Dopo aver riesumato il parallelo con l’epoca borbonica, affonda: «Un provvedimento di facciata per far contenti i vaccinati. Non serve assolutamente a niente, come del resto anche l’obbligo per gli over 50». Uno spende di più se gli rimuovono la macchina, aggiunge. Il paragone solletica pure Roberto Burioni: l’ammenda, calcola il virologo del San Raffaele, pure lui evidentemente aduso alle infrazioni stradali, equivale a due divieti di sosta. «Una grottesca buffonata. Dispiace vederla arrivare da un governo che si credeva serio. Spero di avere capito male». Stavolta però l’implacabile cinguettatore non ha preso nessuna cantonata. Tanto che pure Massimo Galli, contagiato da Omicron come ha rivelato ieri La Verità, dal suo forzato isolamento assalta: «Viene da ridere. Trovo che sia una multa assolutamente ridicola». Non si sottrae nemmeno un altro centrattacco della nazionale virologi quale Matteo Bassetti. «È una presa in giro» compendia il direttore di Malattie infettive al San Martino di Genova. Prima di lanciarsi in analisi politologiche: «Chiaramente è un provvedimento di poco buon senso frutto di mediazione probabilmente pre elezione del presidente della Repubblica». Critico persino Filippo Anelli, che guida la Federazione nazionale degli Ordini dei medici: parla di «sanzione scarsamente convincente, che non induce al rispetto delle regole». E Martina Benedetti, infermiera celebre per lo scatto con il volto segnato dalla mascherina dopo un turno in corsia, segnala scorata: «Cento euro, il prezzo della nostra salute». Ma a essere più compatte di una falange armata sono le ubique virostar. Eccezion fatta, a ben vedere, per l’accomodante Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano: «La multa di 100 euro una tantum non è che un aspetto dell’obbligatorietà» sminuisce. Poi, giura: «Quello che funziona davvero è il green pass». Sentenza veritiera come l’ultimo vaticino di Pregliasco, risalente a tre giorni fa: «Picco a fine gennaio, raggiungeremo i duecentomila casi». Ma già il giorno successivo il bollettino quotidiano, inesorabile, conteggiava: 219.441 nuovi contagi. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-paradosso-della-multa-che-diventa-tassa-2656257754.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="sugli-over-50-si-spacca-persino-il-cts-non-e-medicina-ma-compromesso" data-post-id="2656257754" data-published-at="1641586889" data-use-pagination="False"> Sugli over 50 si spacca persino il Cts. «Non è medicina, ma compromesso» Doveva essere l’arma definitiva per far vaccinare anche i complottisti più accaniti, per arrivare a ridosso di quell’immunità di gregge agognata ma sogno impossibile per sconfiggere il Covid. L’obbligo vaccinale per gli over 50 introdotto con l’ultimo decreto del governo Draghi firmato il 5 gennaio non convince molti degli addetti ai lavori a cominciare dai membri dello stesso Comitato tecnico scientifico «spalla» del governo nella strategia contro la pandemia, istituito da decreto del capo dipartimento della Protezione civile il 5 febbraio del 2020. Alcuni di loro, infatti, avrebbero contestato l’utilità del provvedimento che sarebbe decisamente ridotta nei confronti della variante Omicron che presenta caratteristiche peculiari, tra cui l’elevata contagiosità, rispetto alle altre finora dominanti. Contestazioni e quindi una resistenza che alcuni esperti del pool avrebbero potuto opporre se fossero stati consultati prima della decisione politica definitiva. In cabina di regia la decisione che ha coinvolto proprio gli over 50 è arrivata alla luce delle riflessioni dei due tecnici del Cts presenti, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli. Ad attaccare la decisione considerandola esclusivamente politica e non sanitaria è Guido Rasi, consigliere del generale Francesco Paolo Figliuolo, che ha definito l’obbligo parziale frutto del compromesso politico: «Mi sembra sia basato più su un compromesso politico che sui numeri epidemiologici. A questo punto l’obbligo o si fa o non si fa. Il virus non discrimina tra chi ha 49 anni e mezzo e chi ne ha 50» ha detto ieri ad Agorà su Rai 3. Del resto fuori dal Cts anche altri professionisti avevano espresso la loro contrarietà al vaccino. Per il virologo Andrea Crisanti «è un obbligo da ridere frutto del panico che non si può imporre senza una revisione del consenso informato. C’è anche un problema di carattere giuridico perché lo si fa per impedire la malattia, ma non per limitare la trasmissione. Questo diventa un obbligo terapeutico, è una novità assoluta nella sanità pubblica». Attacca la misura ma anche le sanzioni per chi non la rispetta il virologo Roberto Burioni: «Dispiace vederla arrivare da un governo che si credeva serio». «Non è un caso che il Cts non sia stato consultato in relazione al provvedimento sull’obbligo vaccinale proprio perché sarebbe stato chiaro che alcuni membri del Comitato tecnico scientifico non sarebbero stati favorevoli rispetto a un obbligo non giustificato» ha detto Consuelo Locati, che guida il pool di legali impegnati nella causa civile avviata da 500 familiari delle vittime del Covid. Locati aggiunge che «a quanto sembra le Regioni avevano chiesto che venisse consultato il Cts ma questa richiesta sarebbe stata ignorata dal governo. Va considerato anche che quest’obbligo avrà delle conseguenze non adesso, andando a decongestionare la rete ospedaliera, ma almeno tra sei mesi quando in estate si sarà molto attenuata la circolazione del virus. Questa è l’ennesima prova che le istituzioni non vogliono assumersi le responsabilità delle proprie scelte e usano altri argomenti per celare le loro responsabilità nella gestione della pandemia». Secondo l’avvocato Locati, che ha presentato centinaia di esposti per conto dei familiari anche nell’inchiesta della Procura di Bergamo, «dopo due anni di restrizioni la pandemia viene ancora gestita dalle istituzioni in maniera improvvisata, caotica e creativa. Dopo le prime ondate, sono stati creati pochissimi nuovi posti letto in terapia intensiva come dimostrano gli accessi agli atti che abbiamo effettuato in queste settimane chiedendo i dati a varie Regioni».
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