2020-05-03
«Il no alle messe è incostituzionale». I giuristi cattolici ricorrono al Tar
Per il Centro studi Livatino il governo ha calpestato Carta e Concordato. Il testo lamenta «eccessi di potere» e «disparità di trattamento». Il capitolo sui riti sparisce dalla bozza dell'esecutivo sulle domande frequenti.L'ex campione paralimpico Maurizio Marsigli: «Ho una gamba paralizzata e devo muovermi. Andare in chiesa mi è costato 400 euro».Lo speciale contiene due articoli.Un'altra domenica di messe in streaming, un'altra domenica di chiesa «virtuale», per usare un termine che papa Francesco stigmatizzò in una sua omelia. E probabilmente non sarà l'ultima. Perché per i cattolici la cosiddetta fase 2 dell'emergenza Covid-19, per ora, prevede solo la possibilità dei funerali con, oltre al defunto, 15 partecipanti. Così contro l'ultimo Dpcm di Giuseppe Conte il Centro studi Livatino presenta ricorso al Tar del Lazio per la parte che ancora chiude alla messe con popolo. Il gruppo di giuristi cattolici chiede conto di quella che ritiene essere una «grave compressione della libertà religiosa», perché, si legge nel ricorso, il Dpcm «se da un lato consente di tornare in fabbriche e uffici, entrare in negozi piccoli e grandi di ogni tipo, andare in parchi e giardini…, dall'altro lato ancora non permette la partecipazione alle cerimonie religiose (eccezion fatta per i funerali con 15 persone) e dunque alla messa domenicale».La querelle tra Chiesa e governo è scoppiata domenica scorsa, quando Giuseppi ha presentato la fase 2 in conferenza stampa e ha dato il niet alle messe con popolo per volontà della task force guidata da Vittorio Colao. Di lì a poco un comunicato durissimo della Cei ha portato a più miti consigli Conte, il quale ha dichiarato che si sarebbe presto arrivati a studiare un modo idoneo per tornare alle messe con popolo. Papa Francesco martedì, durante una preghiera a Santa Marta, ha poi offerto il salvagente a Giuseppi parlando di «prudenza» e «obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni». Tra telefonate vere o presunte fra la residenza Santa Marta e Palazzo Chigi per il lancio di questo salvagente, restano però le veementi prese di posizione di moltissimi vescovi italiani. Ma dalle risposte alle domande frequenti sul Dpcm per la fase 2, le Faq diffuse ieri da alcuni quotidiani on line con un file bozza, pare che di ponti gettati da Conte per le messe con popolo non ve ne siano tanti. In quel file alla domanda se si possono celebrare messe, matrimoni, funerali o altri riti civili e religiosi, la risposta è che sono «sospese». Nel senso che, come già detto, si possono fare i funerali con al massimo 15 parenti e poi «è sospesa la celebrazione in presenza di una significativa pluralità di fedeli della messa». Cosa si intenda qui per «significativa pluralità di fedeli» è ascrivibile alla categoria dei misteri della fede: 10, 20, 30 fedeli? Due ogni metro quadro? A scacchiera? Uno per panca? Il mistero è talmente profondo che curiosamente si infittisce con un giallo. Perché la domanda con questa risposta, presente nel file bozza comparso su alcuni quotidiani on line come Faq del nuovo Dpcm, stranamente non compare nella versione definitiva sul sito ufficiale del governo. La bozza non teneva forse conto della querelle fra le due sponde del Tevere? O non teneva conto dei nuovi ponti gettati da Giuseppi in vista della celebrazioni all'aperto, che dovrebbero essere autorizzate dal prossimo 11 maggio? Certo è che sulle messe con popolo ormai siamo al genere comico.Violazione del Concordato e della Costituzione segnala il Livatino nel ricorso presentato al Tar del Lazio. «Violazione del principio di proporzionalità; eccesso di potere per illogicità; difetto di istruttoria e motivazione; disparità di trattamento», è parte della litania di rilievi che vengono fatti al governo sulla questione libertà religiosa e culto pubblico dal Centro studi Livatino. «Sarebbe stato sufficiente, infatti e come già detto, stilare un protocollo, d'intesa con le autorità ecclesiastiche - cosa che […] sarebbe stato nella sostanza proposto e che è stato fatto per altre parti sociali - per garantire il rispetto delle norme igieniche al fine di soddisfare adeguatamente la giusta esigenza di tutelare la salute pubblica e dei singoli».Non è una pia richiesta questa del Livatino, visto che perfino l'Oms ha stabilito un protocollo per definire quando le celebrazioni religiose possono ritenersi in sicurezza sanitaria. Da un tavolo che includeva cattolici e altre organizzazioni cristiane, musulmane, buddiste, è uscito un paper che riporta indicazioni utili quali il numero contingentato dei partecipanti ai riti, la garanzia della distanza tra le persone, l'areazione quando i culti avvengano al chiuso, utilizzo di dispositivi di protezione. Insomma, tutte cose di cui i vescovi avevano ampiamente dato rilievo al governo che stava predisponendo la fase 2. Per ora però solo funerali e con una serie di regole, tra cui anche la misurazione delle temperatura con termoscanner ai 15 parenti ammessi. Con più di 37,5° di temperatura il parente deve andare a casa. Le regole, spiegate ai parroci con una nota di monsignor Stefano Russo, segretario della Cei, vanno dalla preferenza delle celebrazioni all'aperto, fino al modo in cui eventualmente distribuire l'eucaristia. Insomma, si può fare. Basta volerlo. E basta crederci, perché anche in casa cattolica la prudenza di alcuni sembra quella del don Abbondio manzoniano e sarebbe da raccontare ai martiri, quelli che per la fede ci hanno rimesso la vita. Accade nella diocesi di Chieti-Vasto dove il vescovo, Bruno Forte, ha diramato una comunicazione in cui, vista «l'età avanzata di molti sacerdoti della Arcidiocesi» e «l'impossibilità per molte delle nostre piccole parrocchie di ottemperare a tutte le condizioni elencate», non si celebrano nemmeno i funerali. Si «continuerà, fino a nuova comunicazione, a benedire la salma come fatto finora».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-no-alle-messe-e-incostituzionale-i-giuristi-cattolici-ricorrono-al-tar-2645903158.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="multato-e-redarguito-per-una-preghiera-non-ce-liberta-di-culto" data-post-id="2645903158" data-published-at="1588457299" data-use-pagination="False"> «Multato e redarguito per una preghiera. Non c’è libertà di culto» L'offensiva contro i fedeli prosegue e in tanti sono stati puniti solo per aver cercato di recitare una preghiera in totale solitudine. Come è capitato a Maurizio Marsigli, 65 anni, di Solarolo (Ravenna). Una figlia e una laurea in geologia, ora in pensione dopo aver svolto molti lavori, multato il giorno di Pasquetta. Che cosa è successo? «Facciamo una premessa: da bambino ho avuto la poliomielite e la mia gamba destra è rimasta paralizzata, per di più da poco ho dovuto mettere una protesi all'anca sinistra. Però ho sempre condotto una vita attiva: sono stato campione paralimpico di bici, ho fatto alpinismo, tuttora sono istruttore di arrampicata. Muovermi è una necessità perché se resto fermo a lungo la mia salute e la funzionalità della gamba potrebbero peggiorare. Così, cerco di prendere la bici almeno per andare a comprare il giornale nella piazza del paese. Il giorno di Pasquetta ho deciso di uscire verso sera, quando non c'era nessuno in giro visto che vivo in campagna, per fare una pedalata e dire una preghiera davanti al santuario della Madonna della salute, che si trova a circa un chilometro da casa mia, alla stessa distanza rispetto alla chiesa principale. Prima dell'epidemia magari non andavo a messa tutte le domeniche, ma in questo momento sento il bisogno di un momento di conforto. Visto che sono una persona precisa ho chiesto ai vigili urbani, secondo i quali non avrei avuto nessun problema». Però è stato sanzionato dai carabinieri, esatto? «Ero quasi arrivato quando, davanti a un cimiterino a 50 metri dalla chiesa, sono stato fermato. Mi hanno multato e non è servito a nulla ricordare che, secondo le indicazioni della presidenza del Consiglio, avevo il diritto di andare in una chiesa in prossimità della mia abitazione. D'altra parte, il termine “in prossimità" è talmente vago che ognuno lo interpreta come vuole. Non solo mi hanno fermato, appioppandomi 400 euro di multa, ma mi hanno anche impedito di proseguire fino al santuario, dicendo che mi avrebbero fatto un secondo verbale con una sanzione più alta in quanto recidivo. Mi hanno impedito di esercitare la libertà di culto. Mi chiedo: vogliono arrivare a una dittatura? Sto rileggendo 1984 di George Orwell e trovo similitudini assurde». Ha provato a tornare alla chiesa della Madonna della salute o ha paura? «Ho fatto ricorso al prefetto, ma non sono tornato. Visto che rimanere fermo per me è un serio rischio, ho studiato un percorso da fare in bici senza allontanarmi mai più di 250 metri da casa. Fino al santuario non vado per timore di nuove multe, al massimo mi fermo per una veloce preghiera nella chiesa in centro quando vado a comprare il giornale. Sono arrabbiato perché sono molto ligio alle regole: la spesa la faccio una volta ogni due settimane, anche se potrei andare al supermercato più spesso e nessuno mi potrebbe dire niente…». Dal 4 maggio le regole saranno meno severe. Si sentirà più sicuro? «Teoricamente dovrei, però nel discorso di Giuseppe Conte ho sentito dei grandi “vediamo", “per quanto possibile" e così via. Prima di decidere se rischiare voglio leggere bene il testo di tutti i decreti, dei regolamenti e delle varie ordinanze». Lei è sempre stato credente o ha riscoperto la fede in questo momento? «Ho un amico con cui ultimamente affronto spesso questa questione. Tra l'altro lui vive a Malta: se mi fanno uscire, lo raggiungo e chiedo asilo politico… Comunque, lui ha ritrovato una certa spiritualità e ci confrontavamo spesso sul tema. Quando sono rimasto chiuso in casa, con l'idea che sarei potuto morire, è rinata in me la speranza che ci sia qualcosa oltre. Ho studiato in scuole religiose e una parte di quegli insegnamenti è rimasta nel mio intimo. La Madonna della salute, un nome evocativo, è un simbolo. Una situazione come quella che stiamo vivendo avvicina l'uomo a qualcosa di superiore, che esiste». Cosa pensa dello scontro fra la Cei e il governo? «Penso che i giallorossi abbiamo prima usato i cattolici per poi rimetterli al loro posto. Lenin, riferendosi ai cattocomunisti, avrebbe parlato di “utili idioti"».
Ecco #DimmiLaVerità dell'8 settembre 2025. Il generale Giuseppe Santomartino ci parla dell'attentato avvenuto a Gerusalemme: «Che cosa sta succedendo in Medio Oriente? Il ruolo di Hamas e la questione Cisgiordania».