2021-06-19
Il nipote di Prodi e quello di Occhetto. Le nomine stellari del settore Spazio
Roberto Battiston si è ritagliato un posto all'Esa, Andrea Zanini è diventato consigliere di Bruno TabacciRoberto Battiston, il nipote acquisito di Romano Prodi, dopo tre anni di peregrinazioni ha finalmente trovato un incarico nel settore aerospaziale. Dopo aver lasciato l'Asi (Agenzia spaziale italiana) perdendo anche il ricorso al Tar, il Nipoton ha cercato in lungo e in largo di tornare nel settore, senza successo. Alla fine non è servito a molto l'intervento del sottosegretario Bruno Tabacci che gli voleva affidare incarichi più prestigiosi. Battiston è riuscito, benché piccolo e di brevissima durata, a ritagliarsi un posto all'Esa, l'agenzia spaziale europea. È stato nominato dal direttore generale Joseph Aschbacher nel gruppo di 10 esperti chiamati a produrre un rapporto sugli scenari della politica spaziale europea in vista dello Space summit della primavera 2022. Il suo incarico è praticamente nullo e anzi i maligni sostengono che in questo modo Aschbacher abbia fatto un piacere a tutti gli addetti del settore, levandolo dalle liste di altri incarichi. Negli ultimi mesi infatti Battiston aveva provato, invano, a candidarsi al Cnr, non scelto per due volte consecutive, poi persino all'Esrin di Frascati, anche se era già a tutti noto che non ce l'avrebbe fatta visto che non ha il profilo tecnico scientifico e le competenze manageriali adatte.Ma aspetto ancora più interessante è che oltre a Battiston ha trovato un incarico anche il suo storico portavoce Andrea Zanini che è diventato consigliere di Tabacci, andando a rinforzare la squadra di governo che cura le relazioni per il settore spaziale. Di Zanini si ricordano ancora in Asi, soprattutto quando parlava di sé in terza persona. Il suo incarico è quello di consigliere all'Ufficio del Sottosegretario di Stato per la Programmazione e il coordinamento della politica economica presso la presidenza del Consiglio dei ministri. Non è chiaro perché abbiano nominato un ex portavoce che lavorò durante il governo Renzi. Dietro c'è lo zampino del leone democristiano Tabacci e dello zio di Battiston che tutto può anche a distanza di anni.Forse c'è anche il grado di parentela di Zanini, nipote di Achille Occhetto. Insomma, sono nomine che ricordano un compromesso storico tra Dc e Pci. Ieri si è tenuta la 13ª seduta del Comitato interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint). È stata la prima riunione del Comitato dall'insediamento del governo del presidente Mario Draghi, insieme con Tabacci, e il presidente dell'Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia. È stato nominato come segretario generale il nuovo consigliere militare del presidente del Consiglio, il generale Luigi Francesco De Leverano. È stato approvato il nuovo regolamento di funzionamento del Comitato. Tabacci aveva già fatto indispettire diversi ministri nei giorni scorsi. Perché aveva preso il Comint come un suo orticello, superando a destra e sinistra le competenze stesse ministeriali: un semplice Sottosegretario che dava ordini e comandava dodici ministri. Alla fine pare ci siano stati chiarimenti che hanno portato, almeno per ora, a un accordo di carattere generale tra tutti i presenti. Sul programma presentato da Saccoccia nella pre-riunione erano state espresse serie preoccupazioni da parte di molti sulla vaghezza dell'intero impianto carente nella programmazione e privo di qualunque cronoprogramma necessario a valutare la correttezza delle iniziative e la loro efficacia. Il fatto che sia stato approvato indica che molti dubbi sono stati, forse, chiariti ma resta comunque una certa diffidenza di fondo.L'impressione è che per ora i partiti non vogliano mettere altra carne al fuoco in una fase di stallo, soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative. È stata decisa la creazione di un comitato ristretto che dovrà controllare le modalità di spesa dei programmi dei programmi dell'Asi. Tanto è vero che il comitato è stato inserito a latere del contesto generale e, caso vuole, non è stato citato nel comunicato finale della presidenza del Consiglio.
Jose Mourinho (Getty Images)