2019-03-20
Il movente personale era una balla. Su Utrecht torna l’ombra della jihad
Gökhan Tanis, l'uomo accusato di aver ucciso tre persone nella città olandese, non conosceva le sue vittime In compenso, nella sua auto avrebbe lasciato un biglietto in cui spiegherebbe di aver agito in nome di Allah.Roos Verschuur, 19 anni, cameriera al Kwalitaria Delifrance, una birreria distante solo una fermata dal luogo dell'attentato. Rinke Terpstra, 49 anni, allenatore della squadra di Desto. E Christelijk Gymnasium, 28 anni, disoccupato. Sono le tre vittime freddate su un tram lunedì a Utrecht, città di 300.000 abitanti nel cure dell'Olanda. E nessuna di loro (come nessuno dei feriti) aveva legami o relazioni con il pistolero turco. La loro identità fa naufragare il depistaggio sul movente. E, con la pista familiare crollata, si riapre la pista terroristica. Proprio mentre veniva meno il movente parentale suggerito dai consanguinei dell'attentatore, gli investigatori hanno scoperto che Gökhan Tanis, 37 anni (talvolta traslitterato anche come Gökmen), arrestato ieri nell'abitazione di Oudenoord in cui si era rintanato, aveva preparato una lettera. Una testimone, che aveva notato la Renault Clio rossa in sosta con il motore acceso, si è accorta anche che sul cruscotto era poggiato un foglio scritto a penna. E tra le parole che era riuscita ad afferrare, anche perché era scritta a caratteri cubitali, c'era «Allah». Sui media olandesi vengono riportate altre indiscrezioni: l'autore del biglietto avrebbe scritto anche «di aver agito in nome di Allah» e salutato «i fratelli musulmani». Forse ancora poco per dire che si tratta di un islamista. Probabilmente nel testo della lettera i magistrati che stanno indagando hanno trovato qualche altro indizio importante che accrediterebbe la possibilità che Gökhan volesse compiere un attentato. Dalla Procura dicono di prendere molto seriamente in considerazione questa ipotesi. Anche perché, oltre a un'altra persona (la cui identità non è stata resa nota) sulla quale sono in corso accertamenti, è stato fermato e poi rilasciato anche suo fratello. La polizia olandese lo aveva annunciato sul profilo Twitter ufficiale. I due ulteriori fermi sono stati eseguiti, spiegano le autorità, per sottoporre le due persone agli interrogatori investigativi. Il fratello minore di Tanis, che l'altra sera aveva dato in pasto alla polizia la falsa pista familiare, da informazioni raccolte dall'intelligence olandese è risultato essere in contatto con personaggi segnalati per presunti collegamenti con movimenti islamisti radicali. E lui stesso è conosciuto per essere un estremista salafita e per aver combattuto in Cecenia con un gruppo jihadista. In più ieri è stato rintracciato un profilo Twitter, che al momento viene attribuito a Tanis (sul quale sono in corso verifiche), il cui ultimo post, prima della sua rimozione, riporta una mappa con la descrizione dei personaggi i cui nomi erano impressi su uno dei fucili usati dall'attentatore suprematista in Nuova Zelanda. Ad accompagnare la foto c'è questa frase scritta in turco: «Figlio di puttana». Anche il luogo scelto da Tanis fa propendere gli investigatori per la pista terroristica. Il tram assalito si trovava alla fermata della piazza 24 Ottobre, all'inizio del viadotto Martin Luther King, che da Utrecht porta verso l'autostrada per Amsterdam. Tutto intorno ci sono case abitate soprattutto da immigrati. Per un agguato familiare, valutano gli investigatori, il killer avrebbe potuto scegliere con più facilità il portone dell'abitazione della vittima. E invece ha preferito cercare il gesto eclatante. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che è stato criticato per aver utilizzato nella campagna elettorale la mattanza nelle moschee di Christchurch in Nuova Zelanda, è intervenuto confermando alla tv di Stato turca che i servizi segreti di Ankara stanno indagando sia su un possibile «atto di terrorismo», sia sull'ipotesi relativa alla vita privata. Erdogan ha aggiunto che attendeva notizie più precise dal capo dell'intelligence. Ma se le notizie sulle relazioni islamiste sono ancora molto frammentate, il profilo giudiziario di Tanis, invece, è ben delineato e zeppo di elementi che lo dipingono come un soggetto pericoloso. Era sotto processo per uno stupro commesso nel luglio 2017, ma era stato rilasciato l'1 marzo scorso in attesa che la corte olandese fissasse il procedimento. Tanis era finito in carcere a gennaio, dopo aver violato più volte le disposizioni giudiziarie sulla sua libertà vigilata. Appena libero, però, il turco si è cacciato di nuovo nei guai per altri reati, tra cui taccheggio e furto con scasso, ma nessuno con sentenza definitiva. La vittima dello stupro, parlando con il quotidiano olandese Algemeen Dagblad, ha definito Tanis «pazzo, tossicodipendente e psicopatico», ma ha aggiunto che non sembrava «un terrorista». La notizia della scarcerazione di Tanis ha fatto andare su tutte le furie il leader del partito anti islamico olandese Pvv (Partito per la libertà), Geert Wilders, che ieri ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia Ferd Grapperhaus: «Sei politicamente responsabile di quanto è accaduto. Devi dimetterti», ha detto Wilders in parlamento dopo una cerimonia di commemorazione delle vittime di Utrecht e dell'attacco alle moschee in Nuova Zelanda. Dall'estrema destra, invece, il partito Forum per la democrazia guidato da Thierry Baudet, ha puntato l'indice contro «la politica delle frontiere aperte». Il governo ha rafforzato la presenza delle forze dell'ordine negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e anche davanti alle moschee. Mentre la polizia federale tedesca ha annunciato di aver disposto maggiori controlli alla frontiera tra Germania e Paesi Bassi.
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