2019-08-22
Il ministro vuole l’incontro sui bimbi. Il governatore pd tenta di svicolare
La leghista Alessandra Locatelli chiede di vedere l'emiliano Stefano Bonaccini per parlare della questione Val d'Enza. Ma il presidente della Regione prova a usare la crisi come scudo: «Non è chiaro chi dovrà occuparsi del caso».Il Comune di Mirandola cerca di giustificare l'incarico dato a Nadia Bolognini quando già era agli arresti.Lo speciale contiene due articoli.Sarà pure che il governo pentaleghista è agli sgoccioli, ma il ministro della Famiglia, Alessandra Locatelli, non ha intenzione di mollare sul caso Bibbiano. Anzi, continua a fare il possibile affinché le verità sulla vicenda emergano il più rapidamente possibile. Ecco perché, nei giorni scorsi, ha chiesto un incontro al governatore dell'Emilia Romagna, ovvero Stefano Bonaccini del Partito democratico. Le notizie che continuano ad arrivare dalla regione rossa in merito agli affidi non sono per niente rassicuranti, e sembra pure che il «sistema Bibbiano» fosse operativo anche nel Modenese (e pure, stando all'ordinanza del Tribunale del riesame, in provincia di Parma).Ecco perché la Locatelli si è rivolta a Bonaccini sollecitando «un incontro il prima possibile».«Confido in un riscontro in tempi brevi», ha detto il ministro, «per un confronto che possa ulteriormente contribuire a fare chiarezza su quel “sistema" da cui continuano a emergere risvolti gravi e inquietanti».Secondo il ministro, «ciò che distingue il caso di Bibbiano da altri casi di mala gestione dei minori è che lì c'è un meccanismo, un sistema appunto, che lì ha il suo cuore. Ed è quello che si vuole far passare sotto silenzio». Per la responsabile della Famiglia, questo sistema riguarda tutta la Regione Emilia Romagna. Evidentemente, dice, da quelle parti qualcosa «non sta funzionando bene». Per la Locatelli, in Emilia «sono stati dati degli incarichi a persone sbagliate che avevano già dei procedimenti in corso, non sono state fatte le dovute verifiche e i politici locali non si sono resi conto di quello che stavano facendo. Ci sono quindi responsabilità politiche alle quali nessuno si può sottrarre».La risposta di Bonaccini è arrivata a stretto giro, ma non è delle migliori. «Nessun problema a incontrare il ministro della Famiglia sulla vicenda di Bibbiano», ha detto il governatore. «Non appena sarà chiaro chi avrà pieno titolo a occuparsene». Una risposta coraggiosa, non c'è che dire. E infatti il ministro replica per le rime.«Forse il Pd non sa che cosa sia il rispetto per il lavoro e la democrazia. Noi siamo abituati a lavorare fino all'ultimo, non abbiamo certo intenzione di fermarci, saremo operativi fino all'ultimo istante, e non sarà certo Bonaccini a decidere i tempi», dice la Locatelli. «Il governatore dice di essere pienamente disponibile a un incontro. Però non abbiamo ricevuto risposta, non ci ha indicato una data. Spero che non stia aspettando l'arrivo di un nuovo ministro, magari uno del Pd a lui più favorevole». In effetti, la sensazione è che, con la scusa della crisi politica, qualcuno stia provando a far passare il caso Bibbiano in cavalleria. In ogni caso, crisi o non crisi, in Emilia la Locatelli andrà lo stesso a settembre, anche per dare seguito agli impegni presi con i cittadini nelle scorse settimane, in occasione della sua prima discesa nella regione rossa. Nel frattempo, al ministero della Famiglia continuano ad arrivare segnalazioni a valanga. Su 179 richieste giunte nell'ultimo mese, «circa tre quarti riguardano le case famiglia e il sistema degli affidi per i minori». Spiega il ministro: «Stiamo approfondendo tutte le segnalazioni. Arrivano tutte da parte da mamme e papà a cui sono stati portati via i bambini in modo non trasparente o irregolare. Ci sono casi di bimbi che si trovano presso strutture e i genitori non possono vederli o riportarli a casa. Poi ci sono padri e madri che denunciano lungaggini dei processi che non consentono di cambiare la loro posizione. I casi più urgenti li stiamo trattando, in linea col protocollo di intesa siglato lo scorso luglio, interessando direttamente le Prefetture competenti». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-ministro-vuole-lincontro-sui-bimbi-il-governatore-pd-tenta-di-svicolare-2639941937.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-sistema-bibbiano-contagia-anche-modena" data-post-id="2639941937" data-published-at="1757276009" data-use-pagination="False"> Il sistema Bibbiano contagia anche Modena Inizia a vacillare il «sistema Bibbiano». La tentacolare gestione degli affidi illeciti di minorenni nella Val d'Enza e in altri Comuni dell'area nord di Modena finisce nuovamente nelle informative della polizia giudiziaria e nei fascicoli d'inchiesta affidati ai pubblici ministeri. Accade così che per la vicenda della giovane S., ragazza sottoposta a percorsi terapeutici dal gruppo di Claudio Foti, trapelino indiscrezioni sull'iscrizione nel registro degli indagati di 3 persone (il fascicolo che le riguarda è stato passato dalla Procura di Reggio Emilia a quella di Modena). Si tratterebbe di soggetti legati ai servizi sociali dell'Ucman, l'Unione dei comuni modenesi dell'area nord. Per i tre il reato contestato sarebbe di abuso di ufficio a seguito delle notizie relative alle consulenze affidate alla psicologa Nadia Bolognini, dopo il suo arresto. La vicenda era stata segnalata dai consiglieri di Forza Italia di Modena con un esposto indirizzato alla Corte dei Conti. Sotto accusa un incarico affidato alla Bolognini, il 3 luglio, a una settimana dalla notifica dell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per l'inchiesta «Angeli e Demoni». «La determina dei servizi sociali di Mirandola», hanno spiegato in una nota i consiglieri Antonio Platis e Mauro Neri, «è stata varata mentre la psicologa era agli arresti domiciliari». Nadia Bolognini, per la quale era stato disposto un compenso di circa 170 euro, di molto superiore a quello - già esoso per il gip - richiesto dal centro La Cura di Bibbiano è la moglie dello psicoterapeuta Claudio Foti, anche lui indagato, considerato dagli inquirenti il deus ex machina del «sistema Bibbiano». Dal canto loro i servizi sociali di Mirandola si sono affrettati nello smentire l'affido dell'incarico alla Bolognini. Riguardo al documento che attesta la consulenza, l'Unione dei Comuni precisa che «proprio a seguito delle notizie relative all'inchiesta giudiziaria, con decisione congiunta del servizio minori e del servizio di Neuropsichiatria dell'Ausl di Modena, in data 2 luglio è stata annullata l'integrazione del progetto e, conseguentemente, della retta». La data del 3 luglio riportata sulla determina di affidamento dell'incarico - questa la giustificazione - sarebbe posta in automatico dal sistema di gestione degli atti e si riferisce al momento della conclusione dell'intero procedimento con le operazioni contabili effettuate dal servizio di ragioneria. L'Unione dei Comuni modenesi dell'area nord «specifica che la determina si riferisce ad un intervento sanitario ad integrazione del progetto relativo ad un minore, di cui l'Unione Comuni modenesi area nord è tutore, collocato presso una struttura familiare con provvedimento dell'autorità giudiziaria. L'integrazione si era resa necessaria a seguito della diagnosi del servizio di Neuropsichiatria infantile dell'Azienda Usl di Modena da cui si evinceva la necessità di cure psicoterapiche, da effettuarsi possibilmente nelle vicinanze del territorio in cui la minore era ospitata». Nella pratica, però, S. viene affidata a una struttura in un'altra provincia, a 74 chilometri di distanza. Il motivo lo ribadisce l'Ucman «Non si tratta di un “affidamento mascherato" ma di una integrazione della retta possibile per cifre contenute». Ecco che «il 24 giugno 2019, quando ancora non erano note le notizie relative al coinvolgimento della dottoressa Bolognini nell'inchiesta di Bibbiano, è stato predisposto l'atto di impegno di spesa, che ha poi seguito l'iter burocratico predefinito» fanno sapere da Mirandola. Immediata la replica dei consiglieri di Forza Italia Antonio Platis e Mauro Neri. Nella determina 506 del 3 luglio sarebbero stati stanziati 13.589 euro per sedute di psicoterapia affidate a Bolognini che, retroattivamente, avrebbero coperto «attività dal primo giugno 2019». «Siamo davanti ad un debito fuori bilancio, perché mai e poi mai una amministrazione pubblica può impegnare soldi per prestazioni effettuate nel passato», hanno spiegato Platis e Neri.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)