2023-02-24
Il ministro straccia la lettera della preside antifascista. Ira di dem e Anpi: «Indegno»
Giuseppe Valditara (Ansa)
Giuseppe Valditara minaccia provvedimenti dopo la missiva «impropria». Il Pd lo vuole in Aula: «Chiarisca». Intanto un prof testimone svela: «L’aggressione è partita dai collettivi».La rissa davanti al liceo Michelangiolo di Firenze diventa un affare di Stato. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, critica come «impropria» la lettera della preside fiorentina che paventava un ritorno del fascismo e il Pd, insieme all’Anpi, insorge parlando di «censura» e «clima autoritario». Dibattito appassionato e interessante, ma su fatti ancora tutti da chiarire. Ieri la Digos ha perquisito le case di sei esponenti di Azione studentesca, tra i 16 e i 21 anni, indagati per violenza privata aggravata e lesioni a seguito degli scontri di sabato 18 nel corso di un volantinaggio. Mentre sulla Nazione è uscita la testimonianza di un insegnante, per il quale a incominciare gli scontri sarebbero stati i ragazzi dei collettivi. Il professore, che ha chiesto l’anonimato perché il liceo è molto politicizzato, sarà sicuramente ascoltato dagli inquirenti. Valditara ha ovviamente letto la lettera aperta della preside Annalisa Savino su un ritorno del fascismo e l’ha definita «impropria», aggiungendo che saranno valutati provvedimenti disciplinari. Intervenendo a Mattino Cinque, il ministro ha sottolineato che «non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà». Questo perché, ha continuato il ministro leghista, «in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo e con il fascismo». In un passaggio della lettera, la preside sosteneva che «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti». Per Valditara quelle come la lettera «sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole» e «se l’atteggiamento dovesse persistere, vedremo se sarà necessario prendere misure». Per la cronaca, il ministro ha ricevuto minacce di morte in rete e da alcuni dei manifestanti antifascisti di martedì a Firenze, ma si è detto sereno, limitandosi a parlare di «un brutto clima che si sta creando» e chiedendo solo di «abbassare i toni». I toni però non si abbassano perché la preside Savino è già diventata un’icona della sinistra, nonostante sia un po’ prematuro parlare con sicurezza di squadracce fasciste e pestaggi organizzati. E forse, un involontario contributo a spostare tutta l’attenzione sulla dirigente scolastica l’ha dato ieri anche lo stesso Valditara, che non si è minimamente espresso sulle violenze, forse in attesa degli sviluppi dell’inchiesta. Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, sostiene che Valditara sia «indegno di rivestire il ruolo di ministro» e lo accusa di essere «un censore di altri tempi». Per Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, il ministro deve addirittura essere convocato con urgenza in Parlamento «per spiegare perché ha censurato la preside Annalisa Savino e non abbia assunto una posizione chiara sui fatti di sabato a Firenze». Da notare che anche l’esponente dem, giustamente, li chiama genericamente «fatti di sabato». E non potevano mancare i partigiani dell’Anpi, per i quali «la velata minaccia di future misure disciplinari è la spia del clima di autoritaria intolleranza che questo governo sta promuovendo e diffondendo alzando il clima di tensione nel Paese». Da Fratelli d’Italia e Lega, naturalmente, difesa compatta del ministro e critiche alla preside fiorentina. Rossano Sasso, del Carroccio, dice polemicamente: «Di fronte alle innumerevoli aggressioni che i militanti di Lega e Fdi subiscono regolarmente non ho mai sentito la sinistra dare solidarietà. Non ho mai letto una lettera di un preside che spiegasse i rischi della deriva stalinista e comunista». Sasso ha anche definito la preside «una militante del Pd da sempre» e ha mostrato un suo invito sui social a votare alle primarie del 2009. I fatti, come detto, sono tutt’altro che chiariti. Ieri La Nazione ha pubblicato la testimonianza anonima di un professore del Michelangiolo. Ecco in sintesi il suo racconto: «Sabato mattina stavo entrando a scuola e ho visto quel che è successo. C’era questo volantinaggio dei ragazzi della destra, sono usciti quelli dei collettivi e hanno cominciato ad insultarli e strappare i volantini. Hanno tirato delle spinte e a quel punto quelli di Azione studentesca hanno cominciato a picchiare. E sicuramente hanno esagerato». Il docente ha chiesto di non uscire con nome e cognome perché «sto bene in quella scuola e vorrei continuare a lavorarci senza problemi». Difficile che non venga sentito dalla Digos o dai pm. Intanto, ieri mattina sono state perquisite le abitazioni dei sei ragazzi di destra indagati, a Firenze e a Fiesole. Sono stati sequestrati cinque telefonini e un po’ di volantini. La nuova accusa di lesioni, in assenza di denunce, è stata ipotizzata dopo che la procura ha acquisito un referto di pronto soccorso con una prognosi di sette giorni data a uno studente dei collettivi.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)