2020-11-15
Il manuale Cencelli del Giglio magico. Le manovre per Rai, Consob e «Corriere»
Nelle agende dell'ex presidente (indagato) di Open gli accordi per piazzare i fedelissimi nei posti di comando delle partecipate.Il papà del Rottamatore incassò oltre 4.000 euro per il fitto del camper per le primarie Pd di Matteo Renzi. Agli uomini di Rignano sull'Arno assicurati hotel di lusso e carte di credito.Lo speciale contiene due articoli.Sono la «scatola nera» del Giglio magico di Matteo Renzi: le agende sequestrate dalla procura di Firenze ad Alberto Bianchi, l'avvocato già presidente della fondazione Open al centro delle indagini della magistratura. Su quelle pagine c'è il resoconto puntuale di come Bianchi si occupasse soprattutto di nomine negli enti statali, dalla Rai alla Consob, da Telecom a Terna, da Eni a Enel fino all'Anas. Bianchi annota tutto. Si occupa anche di quotidiani, tanto che arriva a definire «una grande occasione persa» non aver acquistato il Corriere della sera («Andava comprato», scrive). Allo stesso tempo si attrezza per rinforzare quelli già esistenti (Il Foglio) o di crearne degli altri. «Possibili nuovi finanziatori se si spinge su nuovi giornali: Cimbri (Carlo, ad Unipol, ndr), Tronchetti (Marco presidente di Pirelli, ndr), (Vittorio, ndr) Farina (?)». Annota i desiderata della corte renziana. Fissa appuntamenti con esponenti di rilievo del mondo delle partecipate. Nel 2013 segna in agenda anche un incontro con Franco Massi, attuale segretario generale della Corte dei conti. Mentre su un altro foglio riporta 19 nominativi sempre collegati alla magistratura contabile. Ragiona su chi potrebbe dare una mano per piazzare in un posto una persona. I suoi appunti destinati a Renzi sono un manuale di lottizzazione, mestiere che ormai si tramanda dalla prima alla seconda repubblica. Del resto, il legale fiorentino è sempre stato un veterano, anche perché da tempo è consulente legale di Consip. Per di più, gli anni su cui sta indagando la magistratura sono quelli in cui Bianchi era nel consiglio di amministrazione di Enel, con l'incarico di presidente del comitato nomine e remunerazioni, posti lasciati all'inizio del 2020. Così tra le note se ne può trovare una del maggio del 2017. Il titolo è «Rai: 3 messaggi da Maggioni (Monica, ex presidente della tv di Stato, ndr)». Bianchi scrive: «Salvo opposizione improbabile consiglio centrodestra il 22 il cda sfiducia Cdo». Erano quelli i giorni in cui il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto andava verso la sfiducia del suo piano editoriale per la riforma delle news, che poi ci fu effettivamente, anche con il voto contrario della Maggioni. Bianchi prende ancora nota dei messaggi di Monica Maggioni: «Le piacerebbe assumere lei l'interim. Oppure un ticket Dal Brocco/Maggioni. Nota bene: Dal Brocco (Paolo, ndr) è una buona soluzione per noi anche a regime. Molto amico è di Vittorio Farina». L'avvocato annota ancora: «Rossi è in continuo costante contatto con Agnoletti, che si legittimerebbe come uomo di Matteo, vero?». E ancora: «Sempre in Rai, Giovanni Parapini è amico nostro. Ha parlato con Anzaldi. Di Anzaldi possiamo fidarci?». Come direttore generale della Rai alla fine arriverà Mario Orfeo, considerato un renziano di ferro. Tanto che in un altro appunto è sempre Bianchi a scrivere riguardo alla tv di Stato. «Hai potuto parlare con Orfeo per Pino Insegno? Non vorrei che ci fossero interferenze di terzi (Andrea Gemma si è proposto con lui dicendo che glielo dice e con Orfeo ci pensa lui). O gliene parli tu, o mi fissi con Orfeo e gliene parlo io. Ti ricordo poi che Piero Di Lorenzo ti cercava perché vorrebbe Orfeo ricevesse 10 minuti suo figlio, Daniele». Bianchi cita Gemma, ex consigliere di amministrazione di Eni, vicinissimo all'ex ministro dell'Interno Angelino Alfano. Ricorda persino a Renzi che Di Lorenzo, presidente della Irbm impegnata in questi mesi nella produzione del vaccino anti Covid, vorrebbe presentare il figlio Daniele (produttore cinematografico) al direttore generale Orfeo. Tra gli appuntamenti in agenda fissati da Bianchi ce n'è anche uno con Leonardo Bellodi, ex manager Eni, poi entrato in società con Marco Carrai.Tra gli appunti destinati a Renzi ce ne sono diversi dedicati alle nomine. In uno, titolato «Saladini», si legge: «Io sto andando avanti con Enel, Terna e ne parlerò il 23 anche con Granata (Eni). Con Telecom e Poste ci pensi tu? Ti lascio quello che mi ha detto lui relativamente a Poste». C'è un intero capitolo dedicato a Paolo Dal Pino, attuale presidente della Lega Serie A. «Vorrei tu conoscessi Paolo Dal Pino, che attualmente è ceo di Pirelli Industrial […] Mi dai una data?». Ci sono i giochi su Consob, in quei mesi al centro di una battaglia durissima su Giuseppe Vegas, mentre sui giornali montavano le polemiche su Banca Etruria e il coinvolgimento dell'ex ministro Maria Elena Boschi. Bianchi annota. «Vegas pronto a dimettersi se gli viene affidata costituenda commissione per piazza finanziaria Milano. Tra i commissari nuovi pensiamo alla Carla Raineri». Non finisce qui. In agenda si legge ancora: «In Consob Berruti è unanimemente ritenuto debole, troppo giurista, privo di esperienza di mercati finanziari. Garofoli (Roberto, ex capo di gabinetto del Mef, ndr) lo farebbe volentieri (non è stato proposto da Padoan) e mi pare che sia nelle grazie di Pagani (Fabrizio, ex segreteria tecnica Mef, ndr), che pensa invece a un paio di nomi con esperienza sui mercati finanziari e nell'internazionale o in subordine Di Noia (Carmine, ndr). Fortis (Marco, ndr), lasciamo perdere». Poi si parla anche di Anas, dell'ex ad Gianni Armani e della diatriba con il gruppo Toto per la A24: in ballo c'erano 50 milioni di euro. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-manuale-cencelli-del-giglio-magico-le-manovre-per-rai-consob-e-corriere-2648916858.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-fondazione-pago-pure-babbo-renzi" data-post-id="2648916858" data-published-at="1605389159" data-use-pagination="False"> La fondazione pagò pure babbo Renzi Lo slogan recitava «fai il pieno al camper». E grazie a un iban i simpatizzanti del Rottamatore potevano contribuire alla sua ascesa. Ma alla fine il pieno al camper lo ha fatto babbo Tiziano Renzi, con il conto pagato dalla Fondazione Big bang, qualche anno più tardi trasformata in Open. L'appuntamento con T., ovvero babbo Renzi, sull'agenda dell'avvocato Alberto Bianchi è fissato per il 13 febbraio 2012. È il primo contatto tra i due che viene annotato dagli investigatori dell'inchiesta sulla scalata renzista. Otto mesi dopo Bianchi ottiene da Luca Lotti una bozza di contratto: 1.500 euro per il fitto di un camper Transit dall'1 ottobre al 30 novembre. Il 31 ottobre, però, la Eventi 6, società dei genitori di Matteo, emette la fattura numero 209. In fondo c'è il credito vantato nei confronti del Comitato per la candidatura di Matteo Renzi: 4.235 euro. Ben 2.735 euro in più di quanto indicato da Lotti. Il documento fiscale della Eventi 6 è dettagliato. Ed elenca tutti i servizi offerti al Comitato per la candidatura di suo figlio: «Ritiro camper in Mugello ricovero, manutenzione e pulizia dei due mezzi, rifornimento gasolio e fornitura estintori». Il documento viene inviato l'8 novembre da mamma Laura Bovoli all'avvocato Bianchi con una mail. L'allegato è nominato «Spese adesso.pdf». La questione deve aver imbarazzato non poco il nascente Giglio magico. E infatti tra l'11 e il 12 novembre l'avvocato Bianchi, Andrea Conticini (cognato di Matteo, che risulta tra i detentori di una carta di credito prepagata della Fondazione, consegnata da Lotti con 1.000 euro di ricarica e 10.000 di postagiro) e Lotti si scambiano le email con le fatture da pubblicare online nella sezione trasparenza del Comitato per la candidatura di Matteo Renzi. Lotti consiglia a Bianchi di toglierne una: quella della Eventi 6. Si decide allora di far fatturare a Big bang. Sei mesi dopo, però, nonostante il documento si chiamasse «Spese adesso», il conto non è ancora stato saldato. E mamma Lalla interessa della questione Conticini, che a sua volta si attiva con Bianchi. Finché, il 5 luglio 2013 parte il bonifico. La Eventi 6 viene saldata: il ritiro, la pulizia del camper e qualche estintore sono costati la bellezza di 4.235 euro. Ma babbo e mamma Renzi e il cognato di Matteo non sono gli unici a lavorare per chi sostiene il Rottamatore. Le fila vengono ingrossate dagli amici di Rignano sull'Arno e limitrofi. C'è per esempio Roberto Bargilli, che viene indicato come «responsabile camper». Gli viene consegnata una carta di credito con ricarica iniziale di 2.500 euro, potere di spesa giornaliero di 3.000 e ricarica automatica. Un'altra ricaricabile, con le stesse opzioni, finisce a Eleonora Chierichetti da Figline Valdarno, già segretaria del Rottamatore al Comune di Firenze, poi arrivata nello staff di Lotti alla presidenza del Consiglio dei ministri. A riguardo la testimone Carole Schmitter, dello studio Bianchi, agli investigatori ha riferito: «Le carte ricaricabili o bancomat sono state date una a Lotti e una a Chierichetti ma non so se la usasse lei o qualcun altro, in quanto se non ricordo male all'epoca lei era la segretaria di Lotti». E poi c'è Franco Bellacci, di Reggello, paese a pochi minuti da Rignano. Da funzionario del Comune di Firenze è passato tra i collaboratori di Conticini durante la corsa elettorale di Matteo, per poi approdare a Palazzo Chigi come segretario particolare del Rottamatore (ora è dipendente dell'associazione Italia viva Psi). Per lui niente carta prepagata. Ma le prenotazioni negli hotel pagate da Open andavano a colpi di 250 euro a pernotto. Sempre da Rignano proviene Emanuele Tirinnanzi, dipendente di un'agenzia di agenti di spettacolo e sport. È nell'elenco dei contatti di Bianchi. Ed è a lui che Schmitter manda un preventivo per la Leopolda del 2016 per una verifica. Tirinnanzi esprime perplessità e ritiene che si tratti di «tantissimi soldi». Non si è badato a spese, invece, per la Dori pubblicità (finita anche in una segnalazione antiriciclaggio a carico di Conticini), molto presente tra i fornitori nelle voci di bilancio. Il titolare è Alessio Dori da Borgo San Lorenzo. E con lui l'area dell'Arno è al completo.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)