2018-08-09
Il Libano prova a far litigare Italia e Israele
True
Il generale Stefano Del Col è il nuovo comandante della missione Unifil: per Gerusalemme un'opportunità per fermare i miliziani di Hezbollah dopo le critiche verso la gestione irlandese. Ma il leader di Beirut, Michel Aoun, ha chiesto al ministro Elisabetta Trenta di estendere il mandato per fronteggiare le forze dello Stato ebraico a Sud. Visti gli ottimi contatti di Matteo Salvini ed Enzo Moavero Milanesi a Tel Aviv, la Difesa si trova in forte imbarazzo e si prepara a tenere aperti entrambi i tavoli come già fatto nel Golfo tra Qatar e Arabia Saudita.L'Italia è per la quarta volta al comando di Unifil, la forza militare delle Nazioni Unite in Libano. Si tratta di «una missione importante per la stabilizzazione dell'area e dell'intera regione» secondo il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. È infatti il generale di divisione italiano Stefano Dal Col il sostituto del generale irlandese Michael Beary alla guida delle operazioni dei caschi blu nel Paese dei cedri. Una nomina benvista da Israele, il cui ambasciatore alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha colto l'occasione dell'arrivo di Dal Col per ricordare che il mandato Unifil è «pensato per fermare il palese e non autorizzato approvvigionamento di armi da parte di Hezbollah, un proxy dell'Iran nel Sud del Libano».Gerusalemme vede infatti l'uscita di scena di Beary come una liberazione. Good riddance!, che liberazione, ha scritto il diplomatico e commentatore Ron Prosor in un editoriale su Israel Hayom, quotidiano gratuito pubblicato da Miriam Adelson, moglie di Sheldon. Chi è Sheldon Adelson? È uno dei principali finanziatori del Partito repubblicano a stelle e strisce, primo finanziatore della campagna elettorale 2016 di Donald Trump con 25 milioni di dollari ed ex grande amico e sostenitore del premier israeliano Benjamin Netanyahu (l'intesa si è rotta in seguito all'inchiesta Caso 2000 - con il leader della destra israeliana che avrebbe negoziato con l'editore del giornale Yedioth Ahronoth una copertura più favorevole, in cambio di leggi e provvedimenti punitivi contro il concorrente Israel Hayom). Israele - ma anche gli Usa dall'avvento di Trump alla Casa Bianca per voce dell'ambasciatore all'Onu Nikky Haley - accusa il generale Beary di non essere riuscito a tenere i miliziani di Hezbollah lontani dal fiume Leonte, terra contesa tra Libano e Israele sin dalla nascita dello Stato ebraico, che quest'anno festeggia i suoi primi 70 anni.Alla cerimonia del cambio di guardia tenutasi a Naqura martedì, assieme al ministro Trenta, c'era il generale Claudio Graziano, capo di Stato maggiore della Difesa. «Questa è un'area del mondo che è sempre sotto l'attenzione, è un luogo in cui si incrociano molte tensioni», ha ricordato Graziano, secondo cui Unifil sta favorendo la stabilità fra le parti «con equidistanza e fermezza». Evidentemente, ha aggiunto il generale, «un ruolo fondamentale è giocato dalle forze armate libanesi» e, in questo senso, «Unifil deve supportarle nel creare quest'ambiente di sicurezza». Certamente l'Italia, ha aggiunto il generale, «con la sua missione in Libano, supporta indirettamente anche la stabilità libanese e permette di mantenere un'area che da molti anni non è interessata da instabilità».Diverso è però il giudizio del presidente libanese Michel Aoun, che il ministro Trenta ha incontrato durante il suo viaggio a Beirut. Aoun ha parlato di nuove minacce al suo Paese provenienti dal confine meridionale, cioè da Israele, anche alla luce delle recenti tensioni sulle alture del Golan, e di condizioni di instabilità nella regione per le quali ha chiesto un'estensione del mandato Unifil che dovrà essere rinnovato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite entro fine mese (il rinnovo è annuale, ogni agosto, dal 2006). Aoun ha fatto le stesse osservazioni durante l'incontro con il ministro Trenta, fa sapere il palazzo presidenziale attraverso un comunicato. Il leader libanese ha sottolineato che nessuna stabilità in Medio Oriente potrà essere raggiunta senza una soluzione «giusta, completa e duratura» alla questione palestinese che dura ormai da 70 anni, ha evidenziato il presidente. Da quando, cioè, lo Stato d'Israele è nato.Le richieste di Aoun rispondono anche a logica di politica meramente libanese. Come ha osservato Issa Goraieb su L'Orient-Le Jour qualche giorno fa, infatti, nonostante il decisivo sostegno degli Hezbollah, Aoun, eletto dopo una lunga impasse politica a ottobre 2016 (a dicembre 2016 si formò il nuovo esecutivo e il giugno successivo fu promulgata la nuova legge elettorale), deve prevalentemente la presidenza all'esercito. Sono quattro i generali che dal 1958 sono diventati presidenti della Repubblica ma ora, sottolinea Goraieb, Aoun dovrebbe mostrare più vicinanza all'esercito riconoscendone i meriti e sostenendo il morale delle truppe. Cose che ultimamente ha dimenticato di fare alimentando i malumori tra i vertici militari.Ma a riguardare più da vicino l'Italia, la sua politica estera e la sua politica per la Difesa è quanto riportano i media libanesi, cioè il sostegno del ministro Trenta alla richiesta di estensione del mandato Unifil, che conta su 10.500 soldati provenienti da 40 Paesi differenti. Il Libano è per il ministro - che nel 2009 è stata richiamata in servizio come capitano della Riserva proprio nella missione Unifil come country advisor per la Difesa allora guidata dall'An Ignazio La Russa - uno dei teatri a lei più familiari, con Iraq e Libia. Inoltre, fonti della Difesa raccontano la spiccata sensibilità verso il Paese dei credi, non soltanto del ministro, ma anche del generale Graziano. Che tuttavia ha coltivato ottime relazioni anche con Israele, bersaglio delle richieste di Aoun ma Paese a cui sono molto vicini i ministri Matteo Salvini degli Interni ed Enzo Moavero Milanesi degli Esteri, entrambi presenti alla recente festa per i 70 anni dello Stato ebraico tenutasi all'ambasciata di Roma. E anche per questo alla Difesa si smorzano molto i toni circa l'intesa tra il ministro Trenta e il presidente libanese tanto sbandierata dai media locali.Prosegue così una politica estera bidirezionale del governo guidato da Giuseppe Conte, già vista sul Golfo. Mentre il nuovo asse con gli Usa di Trump in materia di Difesa spingono l'Italia verso l'Arabia Saudita di Mohammad Bin Salman, il nostro Paese continua a fare affari anche con il nemico numero uno di Riad: il Qatar. Infatti, soltanto dieci giorni fa il ministro Trenta partecipava alla cerimonia per il taglio lamiera della prima corvetta classe Doha, commissionata a Fincantieri dal ministero della Difesa del Qatar nell'ambito del programma di acquisizione navale nazionale.
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)