2020-05-06
Il Lazio ha ignorato la ditta che offriva i Dpi a prezzo minore
Nicola Zingaretti (Antonio Masiello/Getty Images)
L'impresa di Filippo Moroni ha spedito 120 email in Regione. Risultato? La Protezione civile voleva denunciarlo per stalking.Da quando La Verità ha scoperto che è stato il trait d'union tra la Eco Tech e la Regione Lazio per la storia delle mascherine mai consegnate, viene inseguito dai giornalisti. «Ho avuto tantissime telefonate». Ma l'uomo dello snodo, che ha detto a tutti che ha cercato di lavorare in maniera corretta e trasparente, «però», afferma: «Mi sono ritrovato in una bomba non volendo». Una bomba. Ivan Gilardi, ex karateka trentenne, era in contatto diretto con Andrea Cocco, vicecapo di gabinetto di Nicola Zingaretti, già capo della sua segreteria politica. «Loro hanno saputo che avevo delle aziende con cui collaboravo», spiega alla Verità, «da lì è nato poi in maniera naturale il tutto. Ho girato una email che avevo mandato alla Protezione civile, come rappresentante dei prodotti delle aziende che avevo sotto mano. Poi ho girato tutti i contatti e mi hanno detto che la situazione poteva essere verificata, che i prodotti interessavano. Questo è stato il mio ruolo». Il karateka sta praticamente confermando una parte della storia che ha anticipato ieri La Verità. E che si trova nelle 20 pagine di memoriale che l'avvocato Cesare Gai ha depositato in Procura a Roma, dove risultano indagati per inadempimento in pubbliche forniture Sergio Mondin e la moglie Anna Perna, gli amministratori della Eco Tech. Gilardi, insomma, avrebbe riferito ai Mondin che la Regione aveva necessità di mascherine. Il suo nome compare anche nell'elenco dei preventivi proposti. E il 12 marzo avrebbe offerto Ffp3 ed Ffp2 al prezzo di 3,90 euro cada una. Una proposta che il ragazzo avrebbe fatto tramite il suo indirizzo email. E che ora conferma. «Però», spiega, «io stavo promuovendo quegli articoli, poi mi hanno inserito anche all'interno di una lista». Come se fosse un'azienda a sé stante.«Non ho mai lavorato nella pubblica amministrazione in vita mia», afferma, «ero un ragazzo che faceva karate 35 anni fa in palestra da mio padre (il maestro, ndr). Io non l'avevo mai visto Cocco. Poi mi contatta perché gli danno il mio numero. Gli serviva quel materiale. Necessità, come in tutta italia». Le Iene ieri sera sono riuscite a beccare il padre di Gilardi, Bruno, maestro di karate di Cocco: «Avevo conosciuto 30 anni fa Andrea Cocco, era stato mio allievo da ragazzino a 17 o 18 anni, in palestra». E a questo punto Le Iene si chiedono se sia stato papà Bruno a mettere in contatto suo figlio con Cocco per la fornitura delle mascherine.Ivan, però, continua a negare le conoscenze pregresse: «Cocco mi chiama e dice: “Tu stai lavorando al materiale delle mascherine. Guarda che serve anche alla Regione Lazio, non ci conosciamo, però perché non mandi un'offerta alla Protezione civile?". Io ho mandato un'offerta. Questo è stato». Poi Gilardi spiega come, da profano, si è ritrovato in quel mondo: «Da inizio febbraio ho contattato aziende per quello che era diventato un lavoro nuovo per me». Niente amici degli amici, insomma. E lui era il gancio con Eco Tech. Come conferma il legale dell'impresa dei Mondin, l'avvocato Giorgio Quadri: «È venuto la prima volta da Tulumello (Carmelo Tulumello, capo della Protezione civile laziale, ndr) perché lui penso sia stato un primo contatto tra Tulumello o diciamo la Protezione civile o chi per lui, ed Eco Tech». Gilardi, invece, ribalta la storia. Era la Regione a caccia. «A Cocco», ripete, «è stato dato il mio numero. Lui ha chiamato me». All'inizio Gilardi avrebbe quindi cercato di entrare nell'affare da solo. D'altra parte, a quel punto, stando al suo racconto, aveva il contatto giusto che gli era caduto dal cielo. «Io all'inizio mi sono presentato come Ivan Gilardi per cercare di lavorare», racconta, «mi hanno detto che le mascherine ci possono interessare e che serviva un'offerta». Ma lui non era pronto. E dice: «Mi hanno detto questi articoli possono essere validi, ci serve però qualcosa che non sia una semplice mail scritta da Ivan». A quel punto dalla Regione devono aver finalmente capito che il karateka non aveva l'ombra di una mascherina e gli hanno chiesto il contatto dell'azienda. La Eco Tech. Anche lei senza mascherine. Mentre sulla scrivania dei burocrati della Protezione civile c'era già anche un altro preventivo. L'aveva inviato Filippo Moroni, un imprenditore che lavora in Cina da anni e che ha una fabbrica a Shenzhen. Non solo: Moroni ha un contratto con il governo cinese e si occupa proprio di materiale medicale. Ha riempito di mascherine Usa e Brasile. E ora si sfoga: «Ho inviato oltre 120 mail tra Protezione civile nazionale e Regione Lazio e non ho mai ricevuto una risposta, poi ho scoperto che gli appalti per oltre 30 milioni di euro sono stati assegnati a ben altre società con ben altri prezzi». Moroni, infatti, sostiene di aver offerto il 19 marzo mascherine Ffp2 a 1 euro e 89 al pezzo. Ma sembrano aver preferito altri tre preventivi molto più costosi. E mentre dalla Regione Lazio puntavano su Gilardi cercandolo con insistenza, Moroni si affannava inutilmente con una funzionaria: «Chiamavo quasi tutti i giorni la dottoressa Roberta Foggia (funzionaria della Protezione civile, ndr), che a un certo punto mi ha addirittura minacciato di querelarmi per stalking per la quantità di telefonate che la riguardavano». Un cortocircuito che, per tornare alla bomba, sembra proprio aver fatto da innesco.