2020-12-30
Il governo sbaglia a scrivere la manovra: «Subito un decreto correttivo»
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Se è vero che la gatta frettolosa fece i gattini ciechi, la vicenda della legge di Bilancio 2021 insegna che quando ci si riduce all'ultimo minuto utile per approvare un provvedimento, l'incidente di percorso diventa non solo più probabile, ma anche più plateale. E così, puntualmente, è accaduto nell'aula di Palazzo Madama, quando i senatori (sia di maggioranza che di opposizione), già frustrati per non aver toccato palla, si sono trovati a dover dire sì a un testo sbagliato. È stato il capogruppo leghista Massimiliano Romeo, infatti, a portare allo scoperto le voci che già circolavano dalla mattinata, della necessità di un intervento correttivo del governo, a causa di un errore materiale nella redazione dell'articolato, chiedendo un intervento chiarificatore di un esponente dell'esecutivo. Alla richiesta di Romeo, si sono immediatamente associati i senatori del centrodestra, che hanno sollevato una questione non di poco conto: se l'errore, infatti, avesse riguardato le coperture, non sarebbe stato sufficiente un semplice intervento legislativo per sanare l'errore, ma un ulteriore scostamento che, come noto, per passare necessiterebbe della maggioranza assoluta dei componenti del Senato, e non la maggioranza semplice dei partecipanti al voto. A chiarire, si è precipitato in Senato il viceministro dell'Economia Luigi Misiani il quale, intervenendo in sede di replica, ha ammesso l'errore, confermando la necessità di «un intervento normativo per correggere quanto scritto nel comma 8», vale a dire quello relativo alla stabilizzazione e all'aumento del bonus di 80 euro. «Se rimane questo testo - ha spiegato Misiani - la detrazione non è più di 1200 euro ma diventa di 600 euro, cioè la metà. Il governo ha intenzione di intervenire immediatamente dopo l'entrata in vigore della legge di bilancio con un decreto legge correttivo». Incalzato poi dalla presidente Elisabetta Casellati, Misiani ha garantito che l'errore non ha avuto ripercussioni sulle coperture, e che anzi il provvedimento, semmai, è in "sovracopertura". Le spiegazioni di Misiani non hanno però convinto le opposizioni, tanto che sempre il leghista Romeo ha affermato che, secondo le informazioni in suo possesso, ci sarebbero errori in altre parti del testo. La questione sollevata però dai senatori intervenuti prima e dopo Misiani è stata quella delle modalità con cui la legge di Bilancio si appresta ad essere approvata, con una doppia fiducia e una lettura scarsa alla Camera, di un maxiemendamento paracadutato e blindato dal governo, per evitare lo spettro dell'esercizio provvisorio, che mai come quest'anno è stato concreto. La commissione Bilancio, infatti, che aveva sul tavolo circa 320 emendamenti, non ha potuto nemmeno nominare un relatore per l'aula, dati i tempi ipercompressi dell'esame. Il presidente grillino Davide Pesco, intervenendo in aula, ha manifestato tutto il proprio malumore e la propria frustrazione per come sono andate le cose, augurandosi che un iter così menomato non si ripeta l'anno prossimo. «Spero che l'anno prossimo - ha detto scuro in volto - ci siano tempi consoni per avere un lavoro parlamentare adeguatamente svolto». E pensare che, al momento del suo intervento, Pesco ancora non sapeva che lui e i suoi colleghi si apprestavano a dire sì a un testo sbagliato.