2023-11-14
Il Garante boccia lo sciopero del 17. Il Pd appoggia la rivolta di Cgil e Uil
Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil (Ansa)
L’Authority: mancano i requisiti minimi. I sindacati si mettono fuorilegge: lo stop è confermato. Il dem Francesco Boccia insulta: «Salvini squadrista». Elly Schlein contro Giorgia Meloni. La Lega: siamo pronti a intervenire con limitazioni.L’arbitro, il Garante degli scioperi, ha estratto il cartellino rosso e cacciato fuori dal campo di gioco Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, i due leader di Cgil e Cisl, che pretendono di bloccare, venerdì prossimo 17 novembre, il Paese. «Non ci sono i presupposti per uno sciopero generale», ha evidenziato l’Authority, «con questa decisione non intendiamo mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero, ma continuare ad assicurare l’osservanza delle regole che ne garantiscono il contemperamento con i diritti costituzionali della persona». Gongola la squadra avversaria, che ha schierato come capitano, in rappresentanza di tutto il governo, Matteo Salvini: «La commissione di Garanzia», evidenzia una nota della Lega, «mette in castigo il capriccioso Landini, bocciata la pretesa del leader della Cgil di trascorrere un weekend lungo il prossimo 17 novembre sulla pelle di milioni di italiani». Non ci stanno gli sconfitti. Prima il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, poi una nota congiunta con la Cgil, mettono, come nel più classico dei derby finiti male, sotto accusa l’arbitro per eccesso di faziosità, minacciando di voler restare in campo nonostante l’espulsione: «Confermiamo la proclamazione dello sciopero generale e le sue modalità di svolgimento per la giornata del 17 novembre», si legge nel comunicato, «Non condividiamo la decisione assunta dalla Commissione di garanzia. Si tratta di un’interpretazione che non riconoscendo la disciplina dello sciopero generale, mette in discussione nei fatti l’effettivo esercizio del diritto di sciopero». Più diretto il leader della Uil qualche minuto prima: «Ci sembra più una commissione di garanzia del governo o del ministro. Che la commissione dia un giudizio su uno sciopero generale dicendo che è intersettoriale è incredibile. Siamo pronti a pagare multe e assumerci responsabilità».Finita qui? Neanche per sogno. Perché, restando nella metafora calcistica, tra i giocatori mancavano all’appello Pd e M5S, i partiti che per mancanza di forza e autorevolezza stanno facendo giocare alcune delle partite politiche più delicate alla parte movimentista del sindacato (Cgil in testa, Uil a ruota), salvo poi accodarsi. E infatti a stretto giro, tocca ad Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, chiedere «ad horas un’audizione in Parlamento della commissione di Garanzia sugli scioperi». Per gli insulti arriva Francesco Boccia: «Quanto sta avvenendo in queste ore conferma che questo governo non vuole governare ma dividere il Paese», attacca il presidente dei senatori del Pd, «la manovra arrivata in Parlamento colpisce i lavoratori, nega il salario minimo, taglia le pensioni. Non contenta di tutto ciò, la destra, attraverso lo squadrista Salvini, che non sa nemmeno che lo sciopero i lavoratori se lo pagano di tasca propria». Ma è la presa di posizione di Elly Schlein a dare la cifra di quanto il Pd si metta a fianco della rivolta di Cgil e Uil e contro quindi alla decisione di un’istituzione di garanzia come la commissione sugli scioperi: «Giorgia Meloni», evidenzia il segretario, «ha aumentato la precarietà e in manovra ha tagliato servizi e pensioni. Intanto umilia i lavoratori calpestando il loro diritto di sciopero. È un assaggio del premierato forte: forte coi deboli e debole coi forti». Non poteva scoprirsi a sinistra il presidente M5S, Giuseppe Conte che in punta di diritto ha almeno precisato: «Non entro nelle valutazioni del garante che ovviamente è un’autorità indipendente ed è giusto che rimanga tale, ma anche qui... e mi riferisco al ministro delle infrastrutture che minaccia, e dice ai sindacati in quali giorni della settimana devono fare sciopero. Il problema evidentemente non è lo sciopero ma le ragioni dello sciopero che sottoscriviamo...».La realtà è però un po’ più complessa di così. Lo stop del Garante non riguarda infatti il diritto a scioperare, ma la modalità dello sciopero generale che richiede tempi di preavviso e fasce orarie differenti, visto che che tocca diversi settori nevralgici per la vita dei cittadini. Non a caso, non tutti i sindacati la pensano come Landini e Bombardieri. La Cisl, che da tempo si è smarcata dalle posizioni di Cgil e Uil, ha una posizione dialogante con il governo e anche ieri dopo l’incontro del segretario Luigi Sbarra con Elly Schlein ha chiarito: «In Italia le regole sullo sciopero sono chiare, a garanzia sia dei sindacati sia dei cittadini. La legge 146 fissa dei vincoli precisi al fine di contemperare il diritto costituzionale allo sciopero con quello delle persone a usufruire dei diritti essenziali. Quelle di questi giorni ci sembrano polemiche sterili. Discutiamo di come far ripartire il Paese». Mentre l’ultima parola non poteva che toccare a Salvini che forte della decisione dell’Authority assicura: «Se la Cgil e la Uil non rispetteranno le regole, quello che chiede la Commissione e prevede la legge, sarò io direttamente ad imporre delle limitazioni orarie. È onore e onere di un ministro che ha il diritto di garantire i trasporti e la mobilità a tutti gli italiani. Va bene uno sciopero di 4-5 ore, ma non si può fermare un Paese, tenerlo ostaggio, per un giorno intero».
Simona Marchini (Getty Images)