2024-05-18
Il fondo che accusava Profumo deve risarcirlo
Giuseppe Bivona (nel riquadro) e Alessandro Profumo
York condannato per lite temeraria nel caso Mps: le sue richieste senza fondamento.Il ricorso alla magistratura intentata dai fondi americani York sul Monte dei Paschi aveva i profili della lite temeraria e così il Tribunale di Milano li ha condannati in primo grado a pagare circa 1,5 milioni di euro. La sentenza, i cui dettagli sono stati diffusi ieri dall’agenzia Ansa, ha previsto circa 1,1 milioni per pagamento delle spese processuali in favore dell’istituto senese, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, Paolo Salvadori e Nomura International. A questi si aggiungono altri 460.000 euro ai sensi dell’articolo del codice di procedura civile relativo alle liti temerarie. Secondo i giudici, i fondi avevano gli strumenti per essere informati e la loro responsabilità è «aggravata per abuso del processo». Non solo. La domanda di risarcimento presentata dai fondi York è stata giudicata «priva di qualsiasi fondamento» e «deve essere respinta nei confronti di tutti i convenuti». E questo implica «la condanna degli attori al pagamento delle spese processuali». E a questo si aggiunge l’aspetto di lite temeraria. Il fondo americano York nell’estate del 2014 era stato per qualche mese primo azionista di Mps, grazie a un investimento di 520 milioni che gli era valso una quota del 5% del capitale. L’11 marzo del 2019 York aveva notificato un atto di citazione contro Mps, Nomura (controparte nella ristrutturazione del derivato Alexandria), Profumo, Viola e Salvadori, rispettivamente presidente, ad e presidente del collegio sindacale al tempo dei fatti contestati. Al Tribunale di Milano York aveva chiesto la loro condanna in solido a risarcire 186,7 milioni di danni e - previo accertamento del reato di false comunicazioni sociali - al risarcimento del danno non patrimoniale. La richiesta ricalcava quella da 434 milioni del fondo Alken e imputava le perdite a «un presunto comportamento illecito dei vertici di Mps che avrebbero falsato la rappresentazione finanziaria nei bilanci, alterando in modo determinante» il valore delle azioni della banca non iscrivendo in bilancio come derivati sintetici le operazioni di ristrutturazione dei derivati Santorini e Alexandria ma anche non accantonando correttamente gli Npl. A fare da consulente sia a Alken sia a York sarebbe stato Giuseppe Bivona, patron del fondo inglese Bluebell. Al quotidiano Domani, qualche anno fa, Bivona non aveva negato di aver firmato con Alken e con York dei contratti con success-fee (commissioni in caso di vittoria nelle cause), ma aveva aggiunto che «non c’erano conflitti di interessi».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)