2022-09-13
Il fallimento del welfare svedese fa esplodere i consensi per la destra
Ancora mancano i voti postali e quelli dall’estero, ma il blocco conservatore sarebbe in lieve vantaggio sulla coalizione di governo rossoverde. A favorirne il boom i problemi legati a criminalità e immigrazione.È boom di consensi per la destra in Svezia. Domenica si sono tenute le elezioni parlamentari nel Paese scandinavo: elezioni che ieri pomeriggio, con il 95% dei seggi scrutinati, hanno registrato un exploit del partito nazionalista dei Democratici svedesi. Uno schieramento, questo, piazzatosi al secondo posto con il 21% dei voti, conquistando 11 seggi in più rispetto alla tornata elettorale del 2018. Un altro partito a crescere è stato quello socialdemocratico, arrivato primo col 31% dei consensi e riuscendo a conseguire otto seggi in più rispetto a quattro anni fa. Ora, se quasi tutti gli altri schieramenti (di destra e di sinistra) hanno registrato dei cali, il dato forse più interessante emerge guardando ai blocchi. Secondo Cnbc, stando ai dati noti ieri pomeriggio, il blocco conservatore godrebbe complessivamente di un lieve vantaggio, con 175 seggi contro i 174 dell’area progressista. Stando a quanto riferito da Euronews, ieri pomeriggio erano già iniziate le consultazioni tra i partiti di destra con l’obiettivo di formare un governo. In particolare, il leader dei Democratici svedesi, Jimmie Akesson, ha avuto un incontro a Stoccolma con il leader del Partito moderato, Ulf Kristersson. Sempre ieri si sono recati in visita nella sede del Partito moderato anche i capi del partito liberale e di quello democristiano. Va ricordato però che i risultati definitivi non arriveranno prima di domani, quando saranno contati i voti postali e quelli dall’estero. Tuttavia, se questi dati dovessero essere confermati e i quattro schieramenti di destra dovessero riuscire a trovare un accordo, l’attuale premier svedese, la socialdemocratica Magdalena Andersson, potrebbe incontrare delle difficoltà a restare in carica. L’eventuale nascita di un governo conservatore (che, pur probabilmente guidato da Kristersson, sarebbe in caso trainato dai Democratici svedesi) potrebbe portare delle novità in politica estera: questo partito è tendenzialmente euroscettico, mentre Stoccolma si avvia ad assumere la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea l’anno prossimo. Meno turbolenze dovrebbero invece registrarsi sulla questione dell’ingresso nella Nato, visto che, ad aprile, i Democratici svedesi si sono detti favorevoli a una tale prospettiva (sebbene a condizione che Helsinki facesse altrettanto). D’altronde, la vera rivelazione di queste elezioni è senza dubbio quella del partito di Akesson che, insieme a Fratelli d’Italia, fa parte dei Conservatori e riformisti europei. Per lungo tempo considerati quasi dei paria, i Democratici svedesi sono riusciti man mano a guadagnare terreno, puntando su una campagna «law and order»: una campagna che ha fatto principalmente leva sul deciso aumento della criminalità nel Paese scandinavo. Secondo Bloomberg News, nei primi otto mesi di quest’anno, 47 persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco in Svezia. «La situazione quando si tratta di violenza armata è molto seria», aveva detto alla medesima testata venerdì Ardavan Khoshnood, criminologo e medico presso lo Skane university hospital. L’esperto aveva inoltre sottolineato la preoccupante espansione di un mercato delle armi da fuoco, identificando - tra i vari nodi - falle rilevanti nel sistema giudiziario, bande criminali e un problema di mancata integrazione degli immigrati. E proprio i problemi legati all’immigrazione hanno conferito una notevole spinta elettorale ai Democratici svedesi, da sempre fautori di una linea più stringente su questo delicato dossier. Del resto, lo scorso aprile, fu la stessa Andersson a riconoscere che la Svezia non era riuscita a integrare molti degli immigrati arrivati nel Paese nell’arco degli ultimi vent’anni. «La segregazione è stata autorizzata ad andare così lontano che abbiamo società parallele in Svezia. Viviamo nello stesso Paese ma in realtà completamente diverse», dichiarò, proponendo una serie di misure che gli schieramenti conservatori hanno tuttavia giudicato troppo blande. In particolare, all’epoca Reuters riportò che «il numero di persone in Svezia nate all’estero è raddoppiato negli ultimi due decenni a due milioni, ovvero un quinto della popolazione». Va anche rilevato che, sebbene la Andersson sia premier appena da novembre 2021, i socialdemocratici non solo governano ininterrottamente dal 2014, ma sono anche stati continuamente al potere dal 1994 al 2006. Insomma, la storia si ripete. Quando esplodono problemi di immigrazione incontrollata e criminalità, molto spesso è a causa di politiche progressiste che i conservatori sono poi chiamati a correggere. Pensiamo alle ultime elezioni parlamentari in Francia o alle imminenti elezioni parlamentari americane e italiane: in entrambi i casi, la destra è data avanti (anche) a causa di rilevanti fallimenti registrati sul fronte delle politiche migratorie.