2019-01-01
Il debito degli enti locali è sceso in sei anni del 23,5%. Ma occhio, negli ultimi sei mesi il trend è cambiato
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Nel primo semestre del 2018, il debito consolidato accumulato dalle amministrazioni locali italiane, ovvero Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane, si è attestato a 87 miliardi e 909 milioni di euro. Di poco, ma è la prima volta che la somma torna a salire dal 2012. Nel primo semestre del 2018, il debito consolidato accumulato dalle amministrazioni locali italiane, ovvero Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane, si è attestato a 87 miliardi e 909 milioni di euro. Di poco, ma è la prima volta che la somma torna a salire dal 2012. Naturalmente ci sono i buoni e cattivi. Tra questi ultimi il primo della lista è il Lazio che non solo si trascina il debito più ingente, 14 miliardi e 362 milioni, ma, soprattutto, continua a contrarne: ben 750 milioni nel solo 2017. se si ragiona in termini di numeri assoluti, ovviamente le Regioni più piccole sono anche le meno indebitate: per questo la Val d'Aosta ne ha per appena 200 milioni. Il Sud e le isole sono la macroregione più indebitata, con 27 miliardi e 750 milioni di euro, mentre il virtuoso nord-est fa segnare "solo" 11 miliardi e 530 milioni di debiti.Quello che bisogna sperare è che il dato del primo semestre del 2018, che ha visto il debito complessivo aumentare, sia solo una coincidenza e che la tendenza alla riduzione del debito continui. Sì, perché, primo semestre a parte, il debito delle amministrazioni locali è in calo. Nel 2012, tra Regioni, Province e città metropolitane, Comuni e altri enti, ammontava a 113 miliardi e 813 milioni. A fine 2017 questo debito è calato a 87 miliardi e 102 milioni, il che significa -23,5% in sei anni: quasi un quarto del debito tagliato dal 2012 al 2017. Ancora più lodevoli sono i risultati raggiunti dalle amministrazioni locali se li confrontiamo col debito statale che ad ottobre 2018 ha raggiunto i 2.334,4 miliardi di euro e che non è mai (mai!) calato.Sebbene il calo del debito sia diffuso e comune a tutte le amministrazioni locali, gli enti più virtuosi non sono state le regioni o i comuni, ma i cosiddetti "altri enti", ovvero le comunità montane, quelle isolane o i consorzi di comuni che sono stati capaci quasi di dimezzare in sei anni il debito accumulato, passando da poco più di 17 miliardi a 9 miliardi di euro, con un sforbiciata percentuale del 46,7%. Dietro agli "altri enti" si piazzano le regioni, con tagli del 23,2% e i comuni, capaci di limare il debito del 16,4%.Ma adesso che abbiamo chiaro che le amministrazioni locali hanno cominciato ad avere una maggiore attenzione nella gestione delle loro casse, chi ha beneficiato di questo nuovo approccio ? Chi sono, cioè, i soggetti creditori, quelli che aspettano la restituzione del denaro da regioni, comuni e dagli altri enti?Ebbene, la parte più consistente del denaro da restituire spetta alle banche italiane e alla Cassa Depositi e Prestiti, creditrici del 72,4% del debito accumulato, ovvero 63 miliardi e 101 milioni di euro (nel 2012 erano 76 miliardi e 704 milioni). Altri enti creditori sono le banche estere che, a differenza degli altri soggetti che hanno elargito prestiti alle nostre amministrazioni, si trovano il loro credito aumentato rispetto al 2012: un +7,4% che nel 2017 si traduceva in 2 miliardi e 795 milioni. Il calo maggiore del debito si è però avuto sotto la voce "altre passività" che, come spiega la Banca d'Italia, sono le passività commerciali delle amministrazioni locali cedute a titolo definitivo al settore finanziario dalle imprese fornitrici, le operazioni di leasing finanziario e quelle di cartolarizzazione. In questo caso si è passati da 11,7 miliardi del 2012 a 6,7 miliardi del 2017, con un calo del 42,4%.
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