2022-11-02
Il concordato Ferrarini a rischio. Amco attende indicazioni dal Mef
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Dopo la falsa partenza nel corso della adunanza dei creditori del 20 ottobre scorso, in cui i voti contrari hanno superato quelli favorevoli, si attendono novità dal nuovo esecutivo di Giorgia Meloni. Sono ancora attese le decisioni della Corte d'Appello di Bologna sulla proposta concordataria concorrente, quella presentata in aprile dal gruppo Bonterre-Gsi.E’ un rompicapo senza soluzione il concordato del gruppo Ferrarini Spa, il gruppo alimentare reggiano che ormai da più di 4 anni è al centro di una contesa tra diverse cordate per risolvere la sua crisi finanziaria. Il tempo passa e si continua a prendere tempo, sia per questioni giuridiche, sia per l’immobilismo di Amco, la controllata pubblica che pur occupandosi di crediti deteriorati fa parte della cordata capitanata dal gruppo Pini per salvare l’azienda produttrice del prosciutto cotto. A quanto pare, infatti, l’amministratore delegato Marina Natale starebbe aspettando indicazioni dal nuovo governo e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti su come muoversi. Del resto, dopo la falsa partenza nel corso della adunanza dei creditori del 20 ottobre scorso, in cui i voti contrari hanno superato quelli favorevoli, negli ultimi giorni si è registrato persino un errore clamoroso a proposito delle assemblee degli obbligazionisti chiamate a discutere il voto degli sfortunati possessori dei due Bond Ferrarini, uno da 30 milioni di euro e l’altro da 5,5 milioni.Forse per eccessivo ricorso al copia incolla da parte dei nuovi consulenti (da qualche mese lo Studio Guiotto di Parma ha sostituito lo Studio Bagni di Modena, advisor storico del concordato sin dal 2018), tutte e due le assemblee sono state convocate, sia in prima che in seconda convocazione, negli stessi giorno, luogo e ora, ossia prima entrambe il 25 ottobre alle 11 e poi il 27 ottobre alle 11, presso lo Studio Zanichelli a Reggio Emilia come si legge sugli avvisi pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 6 ottobre scorso.Non potendosi pensare che le assemblee dei due Bond coincidano e se ne svolga una sola cumulativa, questa grave irregolarità dell’avviso di convocazione ha indotto il notaio Luigi Zanichelli a richiedere di ripetere la convocazione, pena la impugnabilità e l’annullamento di ogni riunione che si andasse poi a verbalizzare.Irregolarità che non saranno sfuggite neanche alla Consob, che oltre a dover vigilare sulla regolarità delle assemblee, da tempo si ritrova anche a fare i conti con i Bond Ferrarini, quotati, che continuano a passare di mano. Nel frattempo, durante l’adunanza del 20 ottobre, la proposta di salvataggio presentata dal discusso gruppo Pini, col sostegno della famiglia Ferrarini e l'appoggio della controllata pubblica Amco, ha visto il 9% dei voti a favore e il 12% contrari. Amco era presente all’adunanza ma non ha votato (ha espressamente escluso, nella stessa delega per l’udienza, la facoltà di esprimere il voto nell’adunanza). L’amministratore delegato Marina Natale aspetta indicazioni dal nuovo Governo di Giorgia Meloni, visto il ruolo anomalo che sta tenendo in tutta la vicenda e l’alto rischio di non rientrare dei crediti. Forse anche in Amco si sono resi conto che la proposta Pini potrebbe non stare in piedi. A dimostrarlo è il parere pro veritate che mette in luce, tra l’altro, che l’aumento monstre dei costi di produzione non è preso in considerazione dal piano che gode del sostegno della famiglia Ferrarini. Al voto erano ammessi creditori per oltre 197 milioni. I creditori che non hanno ancora votato avranno tempo ancora fino al 9 di novembre per esprimere il loro voto. Non va dimenticato che sono ancora attese le decisioni della Corte d'Appello di Bologna sulla proposta concordataria concorrente, quella presentata in aprile dal gruppo Bonterre-Gsi, con la cordata di filiera Re New Holding che comprende anche Opas e la società Happy Pig vicina a Coldiretti. Il punto è che se i creditori confermeranno il no al piano Pini si tornerà in tribunale per la richiesta di un’amministrazione straordinaria e il Mise, in questo caso, dovrà nominare un commissario che tutela l’azienda per poi venderla a chi tutelerà maggiormente i lavoratori. Se poi la corte d’appello di Bologna dovesse dare parere positivo alla proposta concorrente allora sarebbe tutto da rifare. Nel caso in cui invece i creditori approvassero la proposta principale e la corte d’appello bocciasse la proposta concorrente si andrà certamente verso nuove azioni legali che impediranno in ogni caso che si arrivi ad un’omologa definitiva entro febbraio 2023, cioè quando scadono gli impegni firmati da Amco. Sta di fatto che Bonterre è intenzionata ad andare fino in fondo con una proposta che (nel caso fosse respinta quella pendente in corte d’appello) sarà riformulata fino a renderla idonea. L’obiettivo è quello di far cadere l’inconsistente proposta principale e arrivare all’acquisizione e salvataggio dell’azienda e dei lavoratori.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.