Il centrodestra si ricordi di Verona. Chi è sicuro di vincere finisce male
Imagoeconomica
Nonostante le recenti batoste, nella coalizione c’è un eccesso di euforia. I tre leader hanno giocato bene l’ultima battaglia ma la guerra inizia ora. C’è un programma da scrivere, senza litigare su chi farà il capo.
Stando ai sondaggi, l’acclamato tandem Renzi-Calenda avrà la metà dei voti dei grillini. Il duo non punta a far concorrenza a Fi, bensì a conquistare l’elettorato in fuga dal Pd.
Cresce il pressing interno sul segretario per l’asse con il M5s ed evitare la débâcle. Lui non cede: meglio andarsene che l’alleanza. Ma la strategia kamikaze fa infuriare i dem: l’ipotesi siluramento circola già.
Silvio Berlusconi dice un’ovvietà: «Il passo indietro del presidente consentirebbe un’elezione diretta che potrebbe rieleggerlo». Ma Enrico Letta attacca: «È autocandidatura, sono pericolosi». E Carlo Calenda insulta: «Non è più in sé».
Oggi riparte la A, il giornalista: «La Fifa si è svenduta e i campionati ne risentiranno. Mou mi piace, ha fatto una buona campagna. De Laurentiis ha ragione quando dice che non vuole più comprare calciatori africani».