2021-02-10
Il Cav vola dall’amico Mario e occupa il palcoscenico: «Noi con te, resta autonomo»
Silvio Berlusconi convince i medici e si presenta alle consultazioni. E la sua confidenza con Mr Bce fa rosicare 5 stelle e Pd. Poi elogia Matteo Salvini e invita i big a restare fuori.«Sono venuto a salutare». «Grazie d'essere venuto». Scena fra vecchi amici, e per la prima volta dopo una settimana Mario Draghi esce dallo scafandro. A Palazzo Chigi i formalismi evaporano quando sulla soglia compare Silvio Berlusconi; i due leader ritrovano l'antica sintonia prima di sedersi a ragionare di Paese, di programmi, di equilibri. Fu il Cavaliere a sponsorizzare il premier incaricato per la guida della Bce, e fu ancora lui a convincere Angela Merkel a sostenerlo contro la dura reazione della Bundesbank e della stampa tedesca («Arriva quello della lira, conoscete la moneta dai tanti zeri?»). Fra uomini, il primo sguardo è di riconoscenza.Il video di nove secondi e il fermo immagine di Draghi e Berlusconi che si danno di gomito («Guarda che modo di salutarsi», scherza il primo mentre il secondo si cala per un istante la mascherina) fanno il giro d'Italia e suscitano tre reazioni immediate: la positività dell'intero centrodestra, un accenno di gastrite a Nicola Zingaretti e il panico sulla piattaforma Rousseau, che sarà costretta ad avallare il governo con lo «psiconano». Mister B, che conosce perfettamente il valore simbolico dirompente della sua presenza, non avrebbe rinunciato per niente al mondo. Non sarebbe rimasto nel buen retiro di Valbonne ancora una volta mentre a Roma si decidono le sorti dell'Italia. «Davanti a Draghi voglio esserci, la delegazione di Forza Italia la guido io», aveva anticipato ai fedelissimi dopo la defezione al primo giro. Così ha convinto lui il dottor Alberto Zangrillo a fare un passo di lato (i parametri medici sono buoni), è salito su un aereo privato ed eccolo nella Capitale. Arriva a Montecitorio in auto, saluta i fan in favore di fotografi e telecamere, e finalmente entra a Palazzo Chigi accompagnato dal vicepresidente del partito, Antonio Tajani, e dalle capogruppo alla Camera e al Senato, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini.Quando esce dall'incontro il Cavaliere è un po' stanco, i temi sono stati tanti. «Ho confermato al presidente incaricato il sostegno di Forza Italia con la sollecitazione ad adottare scelte di grande profilo tenendo conto delle indicazioni dei partiti ma scegliendo in piena autonomia». È un invito a non farsi cooptare, a non cedere alle pretese di chi - pur avendo fallito nella gestione del Paese nell'anno della pandemia - proprio non riesce a rinfoderare definitivamente la lista della spesa. Berlusconi è stato il primo a parlare di Draghi al capo dello Stato, Sergio Mattarella, e oggi è il primo a salutare il governo «di unità nazionale che nasce senza preclusione alcuna. Ma questo non significa che sta nascendo una maggioranza politica fra partiti che sono e restano alternativi fra loro per cultura, storia, valori di riferimento».Poi Berlusconi indica l'inizio e la fine del governo Draghi, l'alfa e l'omega di questo percorso. In sintonia con Matteo Salvini. «Questo esecutivo sarà la risposta unitaria che avevamo chiesto per primi al presidente della Repubblica quando avevamo invitato tutte le forze politiche ad assumersi le loro responsabilità. Anche per questo durerà per il tempo necessario a superare questa drammatica crisi sanitaria, sociale, economica. Inoltre è una scelta credibile agli occhi dell'Europa e del mondo». Infine un invito a tutti, da saggio della Repubblica (a 84 anni può permetterselo): «Noi faremo la nostra parte con lealtà e spirito costruttivo, la gravità dell'ora impone a tutti di mettere da parte tattiche, calcoli e interessi elettorali. Al primo posto dev'esserci la salvezza del Paese».Berlusconi ha ribadito al premier incaricato che secondo lui «i leader di partito devono rimanere fuori». È una risposta indiretta alle voci che vedrebbero Zingaretti, lo stesso Salvini e Matteo Renzi in prima linea. Secondo il Cav in un governo di unità nazionale la rappresentanza politica è importante ma il coinvolgimento dei numeri uno sarebbe un errore. «Non ne vedo l'utilità e non credo che questo renderebbe più stabile e più efficiente l'azione di governo. Abbiamo bisogno di ministri che si occupino a tempo pieno dei loro dicasteri».Il ritorno del leader e l'evoluzione di una crisi che lo vede protagonista hanno contribuito a ricompattare le anime di Forza Italia e a consentire all'intero centrodestra di schierarsi secondo coscienza. Berlusconi è contento di avere Salvini al suo fianco: «Il suo è stato un atto di saggezza che sarà apprezzato anche in Europa». E non si straccia le vesti per Giorgia Meloni all'opposizione: «Ne prendo atto con rispetto e con rammarico». Nella storia della coalizione le divergenze tattiche ci sono sempre state: la Lega partecipò al Ribaltone nel 1994, Forza Italia aderì al governo Monti nel 2012 con la Lega fuori. Non sarà facile lavorare a fianco del Movimento 5 stelle («Infantili e in declino», così il Cavaliere definisce i grillini), ma dal partito azzurro trapela una posizione zen: non si può avere tutto dalla vita. Comincia la partita dei ministri politici: Forza Italia spera di averne due come Pd e Lega (tre spetterebbero solo ai pentastellati, partito di maggioranza in Parlamento), e di poter indicare alcuni sottosegretari chiave. Per ora nessuna pressione, questione di stile. «Per non mettere in difficoltà un amico».