2022-07-23
Il Cav recupera la Meloni e rilancia. «Mi candido al Senato. No al listone»
Silvio Berlusconi mattatore apre la campagna elettorale annunciando l’aumento delle pensioni a 1.000 euro al mese. Matteo Salvini studia il programma e promette: è giunta l’ora del regionalismo. Ma rimane il nodo della leadership.Per usare una metafora atletica, Silvio Berlusconi è schizzato via dai blocchi. In quello che può essere definito il primo giorno ufficiale di campagna elettorale, il leader di Forza Italia ha tirato fuori lo smalto dei giorni migliori e si è ripreso la scena, nel suo stile. E lo ha fatto con un crescendo di dichiarazioni, culminate ieri nella declinazione della bozza di un programma economico di centrodestra costituito da otto punti. La cosa più importante, però, è che l’ex premier ha tenuto a far filtrare, attraverso il suo vice Antonio Tajani, la notizia che si candiderà al Senato, in una ideale chiusura del cerchio della vicenda iniziata con le forche caudine della decadenza inflittagli dalla Giunta di Palazzo Madama, sulla base della legge Severino.Quanto alla partenza sprint della campagna di Berlusconi («sta come un grillo» ha detto sempre Tajani) questa, a nemmeno 24 ore dalla firma da parte del capo dello Stato del decreto di scioglimento delle Camere, ha subito indicato un obiettivo forte, cui buona parte degli italiani non potrà non mostrarsi sensibile. Il Cavaliere ha infatti affermato che «nel nostro programma c’è l’aumento delle pensioni, tutte le nostre pensioni, ad almeno 1000 euro al mese per 13 mensilità», per poi indugiare nei toni che gli sono più cari parlando delle «nostre mamme che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa». E Berlusconi non ha tralasciato di presidiare il fonte green con una proposta a effetto: «Pianteremo ogni anno almeno un milione di alberi su tutto il territorio nazionale». «Il nostro», ha spiegato Berlusconi, «è un programma semplice per far ripartire l’Italia e per alleviare le difficoltà e le sofferenze degli italiani: meno tasse, meno burocrazia, meno processi, più sicurezza, per i giovani, per gli anziani, per l’ambiente e poi la nostra politica estera». «È un programma», ha detto ancora, «che si basa sulla nostra tradizionale lotta alle tre oppressioni, l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica l’oppressione giudiziaria e che è molto attento ai più deboli, agli anziani, ai malati ed è anche molto attento all’ambiente, che è un tema che diventa sempre più importante».Il tutto, mentre sul versante più prettamente politico il leader di Forza Italia confermava che i tre partiti del centrodestra, il 25 settembre, si presenteranno certamente alleati ma «ognuno con le proprie liste, i propri simboli, la propria identità ma con un programma comune». «Siamo certamente diversi», ha aggiunto, «ma siamo uniti da un buon progetto per migliorare il nostro Paese». Un messaggio rassicurante nei confronti della leader di FdI Giorgia Meloni, dunque, visto che quest’ultima era preoccupata dall’eventualità della federazione tra Lega e Forza Italia, che avrebbe portato a una lista comune e l’avrebbe relegata in una posizione subalterna. I due ieri si sono incontrati a Villa Grande, anche se la Meloni ha chiesto che i vertici avvengano d’ora in poi in sedi istituzionali, per fare il punto su questo inizio di campagna elettorale e hanno manifestato la volontà di procedere a un vertice di coalizione per la settimana prossima. Al netto di una situazione nettamente migliore rispetto al campo avverso in vista delle elezioni, dentro al centrodestra non si può dire che sia tutto rose e fiori. La madre di tutte le questioni, come è noto, è la leadership: se da una parte è vero che incontrando la Meloni in un «bilaterale» Berlusconi si è proposto come federatore (fonti a lui vicine hanno spiegato che l’incontro a due con la leader di FdI faceva seguito a quello analogo tra il presidente FI e Salvini e che l’assenza di quest’ultimo non aveva alcun significato politico particolare) è anche vero che ad oggi una soluzione che accontenti tutti non pare a portata di mano. Continua a essere vista con un certo sospetto, dentro FdI, la tendenza a glissare da parte del Cavaliere e del suo entourage: anche ieri, più volte incalzato dai cronisti, Tajani ha ripetuto che di chi dovrà essere il candidato premier del centrodestra e di quali saranno le regole che lo determineranno «se ne parlerà in un momento futuro». Un’occasione per abbordare il tema, oltre che per cominciare a parlare di candidature nei collegi del maggioritario, sarà l’annunciato vertice di coalizione, ma tra le righe gli uomini di Forza Italia non hanno fatto mistero di voler rimandare la discussione al giorno dopo le elezioni.Da parte sua, Salvini ieri è entrato maggiormente nel dettaglio, col gruppo dirigente e coi governatori del Carroccio, sul mood che la campagna elettorale della Lega dovrà avere. Un’impostazione che, affiancando la battaglia personale del leader – anche in qualità di ex-ministro dell’Interno - sui temi forti come lotta all’immigrazione illegale e alla droga libera, si concentrerà su questioni legate al territorio e particolarmente sentite dallo «zoccolo duro» del partito. Una su tutte, l’autonomia differenziata, caduta nel dimenticatoio con l’avvento del governo di unità nazionale.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco