
Dal mancato addio alla politica all'abolizione dell'articolo 18, la scusa per giustificare le sue giravolte è sempre la stessa.Passare il mese di agosto in città mi piace molto: mi sveglio, vado a correre, leggo, scrivo, faccio la spesa, pulisco la casa, ascolto la radio e il telefono muto, e pochissime mail, e l'impressione di essere io, a decidere cosa fare della mia giornata, e son giornate lunghissime, dalla mattina alla sera. E in una di queste giornate, l'altro ieri, dalla radio è entrata nella mia cucina la voce di Matteo Renzi che diceva che voleva fare, con il Movimento 5 stelle, un governo No tax, cioè mettere a posto i conti, lui e il Movimento 5 stelle, e poi, magari, andare a votare, ma non per un tornaconto personale, per il bene del Paese. Io, non sono un esperto di politica, ma ascolto molto la radio, e quando ho sentito così, mi sono ricordato che Renzi, pochi mesi fa, aveva detto che lui, con il Movimento 5 stelle, mai e poi mai. E invece adesso, per il bene del Paese, sì. E mi è tornato in mente di quando Renzi qualche anno fa, aveva detto che lui, il presidente del Consiglio senza passar dalle urne non lo avrebbe fatto mai e poi mai. Invece poi, per il bene del Paese, gli è toccato di farlo.E mi è tornato anche in mente di quando Renzi aveva detto che lui, l'articolo 18, non ci pensava minimamente a tagliarlo, che gli investitori internazionali con cui parlava non gli chiedevano affatto di tagliare l'articolo 18. Invece poi, non si sa bene perché (per il bene del Paese, si presume), gli era toccato di tagliarlo. E mi è tornato poi in mente di quando Renzi aveva detto che lui (e Maria Elena Boschi) se perdeva il referendum sulla riforma istituzionale (di Maria Elena Boschi) si sarebbe ritirato dalla politica. E invece poi, per il bene del Paese, gli è toccato non ritirarsi. E a Maria Elena Boschi, è toccato anche a lei. E mi è tornato anche in mente di quando Renzi aveva detto che lui, a una scissione del Pd non ci aveva mai minimamente pensato. Invece adesso magari, per il bene del Paese, gli tocca anche causare la scissione del Pd. E alla fine mi è venuto in mente il più bel libro che ho letto quest'anno, che poi è un libro che ho riletto, che si chiama Viaggio sentimentale, e l'ha scritto Viktor Šklovskij, ed è un libro che parla della rivoluzione russa, cui Šklovskij ha partecipato in prima persona, non dalla parte dei vincitori, e a un certo punto Šklovskij dice: «Non voglio farmi più intelligente di quel che sono: dico solo quello che penso. È inutile tutta la nostra finezza e lungimiranza politica. Se, invece di provare a fare la storia, provassimo semplicemente a considerarci responsabili dei singoli atti che la compongono, forse gli esiti non sarebbero così grotteschi. Non la storia bisogna fare, ma una propria biografia».E mi è venuto da pensare che Renzi, se invece che al bene del Paese pensasse alla propria biografia, forse sarebbe meglio anche per il Paese. Chissà. Io non è che me ne intenda.
Stadio di San Siro (Imagoeconomica)
Ieri il Meazza è diventato, per 197 milioni, ufficialmente di proprietà di Milan e Inter. Una compravendita sulla quale i pm ipotizzano una turbativa d’asta: nel mirino c’è il bando, contestato da un potenziale acquirente per le tempistiche troppo strette.
Azione-reazione, come il martelletto sul ginocchio. Il riflesso rotuleo della Procura di Milano indica un’ottima salute del sistema nervoso, sembra quello di Jannik Sinner. Erano trascorsi pochi minuti dalla firma del rogito con il quale lo stadio di San Siro è passato dal Comune ai club Inter e Milan che dal quarto piano del tribunale è ufficialmente partita un’inchiesta per turbativa d’asta. Se le Montblanc di Paolo Scaroni e Beppe Marotta fossero state scariche, il siluro giudiziario sarebbe arrivato anche prima delle firme, quindi prima dell’ipotetica fattispecie di reato. Il rito ambrosiano funziona così.
Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme Raffaele Fitto, a margine della conferenza stampa sul Transport Package, riguardo al piano di rinnovamento dei collegamenti ad alta velocità nell'Unione Europea.
Mario Venditti (Ansa)
Dopo lo scoop di «Panorama», per l’ex procuratore di Pavia è normale annunciare al gip la stesura di «misure coercitive», poi sparite con l’istanza di archiviazione. Giovanni Bombardieri, Raffaele Cantone, Nicola Gratteri e Antonio Rinaudo lo sconfessano.
L’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è inciampato nei ricordi. Infatti, non corrisponde al vero quanto da lui affermato a proposito di quella che appare come un’inversione a «u» sulla posizione di Andrea Sempio, per cui aveva prima annunciato «misure coercitive» e, subito dopo, aveva chiesto l’archiviazione. Ieri, l’ex magistrato ha definito una prassi scrivere in un’istanza di ritardato deposito delle intercettazioni (in questo caso, quelle che riguardavano Andrea Sempio e famiglia) che la motivazione alla base della richiesta sia il fatto che «devono essere ancora completate le richieste di misura coercitiva». Ma non è così. Anche perché, nel caso di specie, ci troviamo di fronte a un annuncio al giudice per le indagini preliminari di arresti imminenti che non arriveranno mai.
Alessia Pifferi (Ansa)
Cancellata l’aggravante dei futili motivi e concesse le attenuanti generiche ad Alessia Pifferi: condanna ridotta a soli 24 anni.
L’ergastolo? È passato di moda. Anche se una madre lascia morire di stenti la sua bambina di un anno e mezzo per andare a divertirsi. Lo ha gridato alla lettura della sentenza d’appello Viviana Pifferi, la prima accusatrice della sorella, Alessia Pifferi, che ieri ha schivato il carcere a vita. Di certo l’afflizione più grave, e che non l’abbandonerà finché campa, per Alessia Pifferi è se si è resa conto di quello che ha fatto: ha abbandonato la figlia di 18 mesi - a vederla nelle foto pare una bambola e il pensiero di ciò che le ha fatto la madre diventa insostenibile - lasciandola morire di fame e di sete straziata dalle piaghe del pannolino. Nel corso dei due processi - in quello di primo grado che si è svolto un anno fa la donna era stata condannata al carcere a vita - si è appurato che la bambina ha cercato di mangiare il pannolino prima di spirare.






