2018-10-08
Il Brasile ha scelto la destra di Bolsonaro. A lui, se vince, servirà Trump
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Il candidato della destra ha ottenuto alla prima tornata elettorale il 46% dei voti, ma per essere eletto dovrà vedersela il 28 ottobre con il rappresentante del partito dei lavoratori, nonché erede di Lula da Silva, Fernando Haddad, giunto al 28% dei consensi. Qualora il leader dei social-liberali vincesse è assai probabile che possa trovare alla Casa Bianca una persona capace d'ascoltarlo.La tornata elettorale di domenica potrebbe rappresentare il momento chiave di ristabilizzazione del Brasile dopo anni di vacillante potere politico scosso da continui scandali di corruzione e caratterizzati dalla tanto insistente, quanto ingombrante presenza dell'ex presidente della Repubblica Lula da Silva nella vita del Paese. Al voto per le presidenziali ha vinto con il 46% delle preferenze il rappresentante della destra Jair Bolsonaro che dovrà vedersela il 28 ottobre prossimo al ballottaggio con il campione del partito dei lavoratori Fernando Haddad, a cui è andato il 28% dei consensi. Bolsonaro, ferito durante un comizio elettorale agli inizi di settembre da un militante dell'estrema sinistra, seppur costretto a diverse settimane di convalescenza forzata, ha saputo gestire la propria campagna elettorale in modo da cavalcare la paura degli elettori moderati di fronte a un potenziale ritorno al potere della rete clientelare dell'ex presidente socialista il cui partito dei lavoratori mostra comunque di continuare a godere del sostegno delle aree più povere situate nel nord del Brasile e d'aver invece completamente perso la fiducia della classe media e delle aree urbane meridionali. Il quadro politico che sta prendendo forma in queste settimane nella quarta democrazia del mondo per numero di elettori è l'atto finale ovvero il risultato di un periodo di estrema instabilità venutosi a creare durante la presidenza di Lula e continuato successivamente per l'intero arco della presidenza di Dilma Rousseff, suo delfino, rimossa dall'incarico nel 2016 da parte del Senato a causa degli scandali di corruzione che hanno portato alla luce del giorno il sistema clientelare su cui si basava il potere del partito dei lavoratori. A causa di una lunga catena d'indagini e processi Lula si trova da sei mesi in carcere. Nonostante ciò ha tentato di forzare il sistema legale brasiliano in modo da ricandidarsi. Non riuscendovi ha indicato in Haddad, ex sindaco di San Paolo, il suo erede. Il fatto che Lula e la Roussef siano pubblicamente riconosciuti quali figure negative per un sano sviluppo del Paese e che continuino a voler influire sui destini dei cittadini ha spinto la maggioranza di questi a sostenere Bolsonaro che dovrà impegnarsi nelle prossime settimane ad ottenere anche il sostegno di una parte degli elettori di centro-sinistra per ottenere la vittoria finale.Qualora Bolsonaro riuscisse nell'impresa lo attende, dal punto di vista internazionale, un periodo di forzata riabilitazione del Brasile che nell'ultimo decennio ha visto fortemente scemare la propria immagine di Paese di successo tanto decantata all'epoca in cui la coalizione dei cosiddetti Brics, ovvero del Brasile, della Russia, della Cina, dell'India e del Sud Africa pareva poter rappresentare uno dei poli geopolitici del futuro. In verità è stato proprio questo eccessivo protagonismo brasiliano sulla scena mondiale con cui il Paese, economicamente rappresentato dall'azienda energetica statale Petrobras, ha cercato di svincolarsi dal controllo geopolitico degli Stati Uniti, ad innescare la reazione a catena con cui i suoi cittadini si sono ritrovati a doversi confrontare con la corruzione dilagante ed il clientelismo. Sono state infatti le intercettazioni della Cia e della National security agency americana a far trapelare la verità dando avvio ad una spirale di conflitti interni. L'attacco geoeconomico di Washington aveva lo scopo di ristabilire l'ordine regionale allontanando il Brasile dalle amicizie pericolose russe e cinesi. Qualora Bolsonaro vincesse è assai probabile, viste le sue posizioni politiche, che possa trovare alla Casa Bianca una persona capace d'ascoltarlo.
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)