2018-10-23
Il botto della Lega sulle Alpi fa notizia. Ma chi vive a Bolzano se lo augurava
Le destre si sono perse in liti su tematiche marginali, mentre la storica Svp non è riuscito a sfuggire al tracollo dei partiti tradizionali. Matteo Salvini ha capito le esigenze autonomiste e la gente confida in lui, immigrati compresi. Strana e eccitante sensazione vedere la Lega di Matteo Salvini diventare il primo partito a Bolzano alle elezioni di domenica. E sbaragliare così i giochi politici locali, immobilizzati da decenni in un'alleanza di ferro tra la Südtiroler Volkspartei, con la sua consolidata anche se calante maggioranza tedesca, e il Pd gratificato con poco nelle amministrazioni delle città a fondo valle. A fare da contorno ai due big c'erano i piccoli e litigiosissimi partiti della destra italiana, ieri scomparsi, che reclamavano toponimi italiani per sentieri e abbazie che di italiani nella loro millenaria storia non ne avevano visti fino a un secolo fa. Ancora più emozionante questa vittoria (anche se non inattesa) per uno come me, che ormai risiede e vota qui da diversi decenni, anche se milanese di nascita e professioni, con l'autonomista Carlo Cattaneo nella testa e nel cuore. L'alleanza tra il primo partito italiano che ha portato il tema delle autonomie al governo del Paese e la Provincia di Bolzano, simbolo dell'autonomia realizzata e felice, mi era sempre sembrata la soluzione più semplice e naturale ai molti garbugli, politici e storici che inutilmente complicano la situazione locale. Ma la Lega non era certo quella di oggi, e comunque tale era la forza delle retoriche politiche consolidate e dei meschini ma ferrei interessi, che nessuno ci pensava. Invece da ieri la provincia che ha il reddito pro capite più alto d'Italia ed è prima nell'indice per la qualità della vita (ed altre classifiche significative), vede in testa i due partiti autonomisti, quello tedesco e quello italiano. Che parrebbero destinati a mettersi d'accordo e governare insieme. Prospettiva che se a me mette il buon'umore perché amo il movimento e detesto le recite di bon ton, nell'establishment politico italiano tradizionale sta creando il panico. Così trema la voce alla giornalista della Rai di Bolzano mentre chiede al governatore uscente (e rientrante) della Svp Arno Kompatscher se proprio non c'è alternativa a un governo con la Lega, come se si trattasse del diavolo in persona (e Kompatscher risponde diplomaticamente: «Vedo poche alternative»). Qualche ora fa la stessa giornalista, pallida come un morto, aveva chiesto all'altro vincitore di queste elezioni, l'ex cinquestelle Paul Köllensperger, che con il suo gruppo «Team Köllensperger» è diventato il secondo partito nella Provincia, se per caso non potesse lui allearsi con la Svp, evitando così l'ammazzasette Salvini. Anche lì Köllensperger aveva risposto signorilmente che innanzitutto non si parla di alleanza a urne appena chiuse, e che l'alleanza Svp e Lega gli sembrava scritta nelle cose. E una smorfia di disgusto era apparsa sul volto dell'intervistatrice, a parole antirazzista.Salvini ha finora però ignorato completamente i diffusi birignao ed ha conquistato l'Alto Adige entrandovi da tutt'altra parte. Dal popolo povero: aspetto meno noto ai turisti o giornalisti in cerca di particolari esotici, ma di grande interesse, non solo per chi fa il politico come Salvini. È un popolo non più prevalentemente contadino ma di industrie nuove ed estranee ai grandi gruppi insediatisi durante il fascismo con l'assistenza governativa. I nuovi addetti all'industria altoatesina, provenienti da Italia del Sud e del Nord, dai Paesi di lingua tedesca ma anche da Albania e Marocco, si radunano nella nuova «città» (Stadt) dell'Alto Adige, Laives, distante pochi chilometri da Bolzano, oggi 18.000 abitanti. Fu questo popolo multiforme e plurilingue, quindi con una grande sete e bisogno di identità a votare in massa per primo, già nel 2015, per la Lega, che aveva saputo riconoscerlo e ascoltarlo. È qui che nacque la prima giunta a maggioranza leghista, con liste civiche e appoggio esterno del Movimento 5 stelle, sindaco Christian Bianchi. Anche da ciò si capisce la fondatezza delle accuse di razzismo, e quanto capisca di politica chi le fa. Ieri a Laives, la città pilota della conquista del Sud Tirolo da parte della Lega, uno su tre elettori ha voltato Lega. E su Internet si moltiplicano i video dove gli elettori si dichiarano soddisfattissimi dell'amministrazione, ormai lì da anni. In queste elezioni c'è stata anche un'altra sorpresa, forse destinata a cambiare molte altre cose. Pochi si aspettavano che Paul Köllensperger, il giovane imprenditore di elettronica e energie alternative, riuscisse a piazzarsi al secondo posto nell'intera provincia, con il 15.2% dei voti con il suo ristretto ma qualificato «Team Köllensperger», velocemente allestito per l'occasione. Köllensperger è un personaggio nuovo e corrispondente al proprio tempo tra i sudtirolesi tedeschi, tanto quanto Salvini lo è nel mondo italiano. La Volkspartei è un partito decoroso ma vecchio, forse irriformabile come lo furono i vecchi partiti italiani. Mentre c'è una borghesia di lingua tedesca molto sveglia, con industrie all'avanguardia e una visione con saldi principi ma poche chiacchere. Insomma le sorprese potrebbero essere appena cominciate.