2023-09-16
I sindacati dell’auto Usa in rivolta contro Biden e i suoi aiuti ai veicoli verdi
Per la prima volta scioperano in contemporanea i lavoratori di General motors, Ford e Stellantis. Per Joe perdere il sostegno dei colletti blu alle urne può essere fatale.Sta salendo la tensione sociale negli Usa. Il sindacato dei costruttori di automobili (Uaw) ha indetto uno sciopero, dopo che sono fallite le trattative relative al rinnovo del contratto con General motors, Stellantis e Ford: è la prima volta che il sindacato indice contemporaneamente uno sciopero nei confronti delle cosiddette «Big Three» del settore automobilistico americano. Al momento, a incrociare le braccia sono circa 13.000 lavoratori. Tuttavia il presidente della Uaw, Shawn Fain, ha dichiarato che lo sciopero potrebbe intensificarsi, qualora le richieste del sindacato dovessero continuare a non essere accolte: ciò significa che il numero dei partecipanti potrebbe crescere (l’organizzazione conta un totale di circa 145.000 iscritti). Frattanto, l’Afl-Cio, una federazione di 60 sindacati che raccoglie oltre 12 milioni di iscritti, ha espresso solidarietà all’Uaw, la quale - come riferito dalla Cnn - ha messo sul tavolo varie richieste: aumenti salariali, ripristino del vecchio sistema pensionistico, protezione contro l’inflazione, una settimana lavorativa di quattro giorni e una «transizione giusta» verso l’auto elettrica. L’obiettivo è quindi quello di ripristinare alcuni benefici che erano stati abrogati ai tempi della crisi del 2008 e, al contempo, scongiurare gli effetti socioeconomici negativi legati ai veicoli elettrici. Era del resto novembre quando l’ad della Ford, Jim Farley, disse che realizzare auto elettriche richiede il 40% in meno di lavoratori rispetto alla fabbricazione di quelle tradizionali. Non a caso, l’Uaw è da mesi irritata con Joe Biden, che ha puntato molto sull’elettrico: basti pensare che l’Inflation reduction act, da lui firmato nel 2022, ha stanziato 12 miliardi di dollari in investimenti a favore delle auto elettriche. Non solo. A giugno, Biden concesse un prestito da 9,2 miliardi a una joint venture tra Ford e la sudcoreana Sk on con l’intento di creare impianti di batterie per veicoli elettrici sul suolo statunitense. Tale mossa fu criticata dalla Uaw, la quale già a maggio - pur avendo appoggiato Biden nel 2020 - aveva congelato il proprio endorsement a favore del presidente in carica. Per cercare di recuperare consenso, la Casa Bianca aveva messo a disposizione oltre 15 miliardi alle case automobilistiche con l’obiettivo di attenuare gli impatti sociali della transizione verso l’elettrico. Tuttavia le preoccupazioni dei colletti blu non sembrano essersi granché placate. Non a caso, poco prima che lo sciopero scattasse, Donald Trump è tornato all’attacco dell’auto elettrica. «L’interesse dei lavoratori americani è sempre stato la mia preoccupazione numero uno», ha detto, «Ecco perché esorto fortemente l’Uaw a fare in modo che l’abrogazione totale del folle obbligo di Joe Biden sull’auto elettrica sia la loro richiesta principale e non negoziabile in qualsiasi sciopero». «Se la disastrosa politica di Biden verrà mantenuta, l’industria automobilistica statunitense cesserà di esistere e tutti i posti di lavoro saranno trasferiti in Cina», ha proseguito. Trump punta a mettere in luce il cortocircuito in cui è piombato l’inquilino della Casa Bianca. Biden, in campagna elettorale, cercò di presentarsi come il fautore di una svolta green e il baluardo della working class. Inevitabilmente ha scontentato tutti. I colletti blu sono sempre più preoccupati per la transizione verde, mentre gli ambientalisti radicali non perdonano a Biden di aver dato l’ok a un piano di trivellazioni in Alaska a marzo. Risultato: due pilastri della coalizione elettorale che ha portato alla Casa Bianca l’attuale presidente rischiano di collassare. Inoltre, la Uaw ha sede in Michigan: uno Stato cruciale per le presidenziali del 2024. Pur perdendolo nel 2020, Trump vi ottenne comunque 370.000 voti in più rispetto al 2016. È quindi chiaro che la strategia dell’ex presidente per tornare alla Casa Bianca passa oggi dal Michigan e dal rendere il Gop sempre più vicino alla working class. Per di più, Biden, che pochi giorni fa si era detto quasi certo che lo sciopero non sarebbe stato indetto, è stato criticato anche dal presidente della Camera di commercio statunitense Suzanne P. Clark. «Lo sciopero della Uaw e l’estate degli scioperi sono il naturale risultato dell’approccio dell’amministrazione Biden nel promuovere la sindacalizzazione a tutti i costi», ha detto. Dall’altra parte, la sinistra americana mostra segni di agitazione: basti pensare che Bernie Sanders si è schierato apertamente con l’Uaw. Infine Biden, che già deve fare i conti con sondaggi disastrosi e con l’incriminazione del figlio Hunter per possesso illecito di arma da fuoco, rischia anche sotto altri aspetti. L’inflazione, che le sue politiche hanno contribuito a far impennare l’anno scorso, gioca un ruolo chiave nello sciopero in corso. Senza trascurare che, qualora i lavoratori dovessero incrociare le braccia a oltranza, tale situazione determinerebbe un incremento del prezzo delle auto e costerebbe oltre 5 miliardi all’economia americana.Ieri Biden ha provato a presentarsi nuovamente come il baluardo degli operai. «Le aziende automobilistiche hanno visto profitti record, anche negli ultimi anni, a causa della straordinaria abilità e dei sacrifici dei lavoratori Uaw, ma quei profitti record non sono stati condivisi equamente», ha detto, «Nessuno vuole uno sciopero, ma rispetto il diritto dei lavoratori di usare le loro opzioni nell’ambito del sistema di contrattazione collettiva». Peccato però che, tra auto elettrica e inflazione, il presidente sia in parte responsabile dei motivi che hanno scatenato lo sciopero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.