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I privilegi di Scalfari turbano «Repubblica»

I privilegi di Scalfari turbano «Repubblica»
ANSA
L'editoriale di Sergio Rizzo contro le doppie pensioni dei politici finisce, per ironia della sorte, accanto alle poesie di Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano. Ma anche Barbapapà, grazie al suo veloce passaggio nel Palazzo, fa parte della Casta stigmatizzata dal collega.
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La consulenza super partes parla chiaro: il profilo genetico è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio. Un dato che restringe il cerchio, mette sotto pressione la difesa e apre un nuovo capitolo nell’indagine sul delitto Poggi.

La «Casina delle Civette», capolavoro liberty che visse due volte
La Casina delle Civette nel parco di Villa Torlonia a Roma. Nel riquadro, il principe Giovanni Torlonia (IStock)

Nel parco di Villa Torlonia a Roma, fu il buen retiro di Giovanni Torlonia. Superbo esempio dell'eclettismo Art Nouveau, è sopravvissuta alla guerra, all'incuria e ad un incendio.

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Formentini e Giordano lanciano al Parlamento il gruppo per il corridoio IMEC
Oltre quaranta parlamentari, tra cui i deputati di Forza Italia Paolo Formentini e Antonio Giordano, sostengono l’iniziativa per rafforzare la diplomazia parlamentare sul corridoio India-Middle East-Europe. Trieste indicata come hub europeo, focus su commercio e cooperazione internazionale.
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«Lady Macbeth» di Shostakovic: a Milano c’è un genio russo. E Mattarella diserta ancora
Una scena tratta dal «Lady Macbeth» (L. Castellari/Teatro alla Scala)
Il sovrintendente Fortunato Ortombina: «L’opera più grande, l’arte non si cancella per gli errori di Vladimir Putin». Riccardo Chailly: «Atto dovuto, era un gigante». Terzo forfait di fila del capo di Stato.

Meno undici a una Prima della Scala quanto mai lontana dalle luci intermittenti del Natale laico, dalla fiera degli Oh Bej! Oh Bej! di Sant’Ambroeus e dalla febbre da brindisi aziendale che da qualche giorno contagia Milano. Sta per entrare in scena infatti Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk - capolavoro di Dmitri Shostakovic - rossa come il sangue e nera come l’abisso che si spalanca quando muore ogni speranza, con una spruzzatina di humor grottesco. Il sovrintendente e direttore artistico, Fortunato Ortombina, ne è certo: «Non è l’opera più rilevante del Novecento: è la più importante di sempre».

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