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I privilegi di Scalfari turbano «Repubblica»

I privilegi di Scalfari turbano «Repubblica»
ANSA
L'editoriale di Sergio Rizzo contro le doppie pensioni dei politici finisce, per ironia della sorte, accanto alle poesie di Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano. Ma anche Barbapapà, grazie al suo veloce passaggio nel Palazzo, fa parte della Casta stigmatizzata dal collega.
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Non solo si introducono un revisore dei conti e un certificatore della sicurezza, ma si prevede che al posto degli inquilini morosi sborsino quelli in regola. La soluzione è un’altra: pignorare i locali di chi non è a norma.

Quando la politica mette mano alla casa c’è sempre da preoccuparsi. Ancora oggi i proprietari si leccano le ferite per quella simpatica tassa introdotta da Mario Monti con la scusa di rimettere in ordine i conti: l’Imu, una patrimoniale vera e propria che colpisce chiunque di abitazioni ne possegga due, compresa quella ereditata dai genitori o mantenuta nel paese in cui si è nati. Né si può dimenticare quando, con la scusa di aggiornare i dati, vari governi, come quello presieduto da Mario Draghi, hanno provato a rivedere le rendite catastali, il che ovviamente avrebbe significato un aggravio per le tasche delle famiglie. Adesso, a introdurre quella che non è una tassa ma rischia comunque di trasformarsi in una spesa in più per decine di migliaia di condomini, è l’attuale maggioranza che, con una geniale intuizione, si prepara a rivedere le norme che regolano la vita di chi vive in appartamento. Prima firmataria della riforma è Elisabetta Gardini, parlamentare di Fratelli d’Italia.

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A generali e politici prudono le mani alla  faccia di popolo e Costituzione
Fabien Mandon (Getty Images)
Dal francese Mandon a Cavo Dragone fino all’Inghilterra: i generaloni vogliono il conflitto armato. E ci dicono di prepararci «a perdere i nostri figli». Gli interventisti però fanno i conti senza la Costituzione e gli italiani.
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Putin: «Leader dell’Unione maialini di Biden»
Vladimir Putin (Ansa)
Lo zar: «Dialogo impossibile con queste élite». I suoi avversari temono un’offensiva da 710.000 uomini.

Le trattative sulla pace in Ucraina corrono il rischio di impantanarsi, con i diretti protagonisti che si mostrano sempre più scettici sull’esito positivo. Che le proposte avanzate dall’Europa allontanino Mosca dai negoziati è evidente dalla reazione del presidente russo, Vladimir Putin. Pur dicendosi pronto a «negoziare una soluzione pacifica», durante un discorso al ministero della Difesa, lo zar ha avvisato che se l’Ucraina e i suoi «sponsor occidentali» non si impegneranno «in discussioni concrete», allora «la Russia otterrà con mezzi militari la liberazione delle sue terre storiche». Ed è proprio nei confronti dell’Europa che si è espresso con le parole più dure. Oltre a ribadire che, in modo «falso e assurdo», i leader Ue «stanno aumentando il livello di isteria, inculcando paure riguardo l’inevitabilità di uno scontro con la Russia», ha ammesso che non intravede la possibilità di un dialogo con i politici europei. Almeno fino a quando non cambieranno le élite politiche. E ha pure paragonato i leader dell’Europa a dei «maialini» che «si sono uniti all’amministrazione Biden nella speranza di trarre profitto dal crollo» della Russia, «recuperando ciò che era andato perduto e tentando di vendicarsi». Putin ha poi accusato «i Paesi Nato» di «rafforzare e modernizzare le loro forze offensive, creando e dispiegando nuovi tipi di armi, anche nello Spazio».

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Supercoppa italiana, a Riyadh si assegna il primo trofeo stagionale
Da domani in Arabia Saudita al via la final four. A inaugurare il torneo saranno Milan e Napoli, in campo giovedì (ore 20 italiane) per la prima semifinale. Venerdì tocca a Inter e Bologna contendersi un posto nella finalissima di lunedì 22 dicembre.
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