2020-12-02
Conte dà il colpo di grazia ai paesi della montagna
(Andia/Universal Images Group via Getty Images)
Qualche giorno fa mi ha telefonato un amico albergatore, proprietario di un hotel e di un ristorante a Madesimo, Comune di appena 500 abitanti in provincia di Sondrio. Il paese è l'ultimo della provincia, incastonato a oltre 1.500 metri d'altezza nella Val di Spluga, al confine con la Svizzera. Si racconta che nel villaggio abbia soggiornato per numerose stagioni Giosuè Carducci, ma adesso Madesimo deve le sue fortune ai villeggianti milanesi e anche a qualche straniero, tedesco e inglese, che qui vengono a sciare. Forse sarebbe meglio dire «venivano», perché quest'anno nel piccolo Comune non sono attesi né turisti né sciatori. Quando mi ha telefonato, il mio amico era disperato perché, diceva, «non ha senso tener aperto l'albergo se gli impianti di risalita devono restare chiusi». Che ci vengono a fare le persone a Madesimo se non si può sciare, i ristoranti sono chiusi e non c'è altro modo per svagarsi? Problema risolto, perché il governo, oltre a chiudere ogni luogo di ritrovo e fermare skilift e ovovie, pare abbia intenzione di ordinare anche la serrata degli alberghi dal 20 al 15 gennaio, in pratica il periodo più redditizio della stagione turistica in montagna. Sabato il mio amico era abbattuto all'idea che fermassero gli impianti di risalita, dunque non ho avuto cuore di richiamarlo ieri per informarlo che avrebbe dovuto chiudere, oltre al ristorante, anche l'albergo. Del resto, non avevo bisogno di raccontargli dell'ultima pensata di Giuseppe Conte per conoscere la sua opinione. Al telefono mi aveva già confidato i suoi problemi: «Ho una rata da 120.000 euro l'anno da pagare per le spese di ristrutturazione fatte qualche tempo fa, prima del Covid. Le prenotazioni ci sono, ma tutti mi chiedono se si potrà sciare e io non so che cosa rispondere». Dire che era arrabbiato è poco. Soprattutto perché mi diceva di aver ricevuto le telefonate dei concorrenti svizzeri, proprietari di alberghi e ristoranti di là dal confine, che si informavano per ingaggiare cuochi, camerieri, receptionist. «Sono tutti stagionali che assumiamo a dicembre, ma se non ci sono clienti, che facciamo?». Anche in questo caso, il problema è risolto alla radice, da Conte: i dipendenti se li prendono gli altri, gli svizzeri, che di là dal confine promettono di far funzionare cabinovie e hotel senza problemi. E quando, sempre che sia possibile, anche gli albergatori e i ristoratori di Madesimo potranno tirar su la serranda? Beh, a parte che metà stagione se ne sarà già andata, affari loro: si dovranno inventare qualche cosa per recuperare il personale e cercare - sempre ammesso che sia consentito - di portare a casa qualche soldo.Se ho raccontato le pene del mio amico ovviamente non è per parlare dei guai di un albergatore, ma per descrivere la situazione di un intero settore. Da Courmayeur a Tarvisio, passando per Cortina, la storia è la stessa che vi ho appena descritto. Si tratta di centri che campano su un determinato periodo dell'anno: un po' di turismo d'estate, concentrato in poco più di un mese e poi il periodo invernale, in massima parte tra Natale e Capodanno. Beh, i turisti lombardi (forse) potranno andarci lo stesso, soprattutto quelli che sono proprietari di seconde case. A Madesimo, tanto per tornare al mio amico, di appartamenti per le vacanze ce ne sono 3.500, e ciò significa che per le feste il paese si riempie con 10 e anche 15.000 persone, le quali potranno concentrarsi in piazza, al supermercato e in chiesa: il giusto modo per evitare gli affollamenti. Un collega come Stefano Feltri, lunedì sera in tv, ha detto che gli sciatori in fondo appartengono alle fasce di reddito più alte, dimostrando di essere perfetto per la direzione di Domani, il giornale del miliardario Carlo De Benedetti. Feltri ha infatti dato prova di non essere mai salito su uno di quei bus che trasportano decine di amanti dello sci, i quali partono la mattina presto pur di arrivare in una località di montagna, facendo anche 100 o 200 chilometri per poche ore sulle piste. Certo, il loro svago è voluttuario, ma non lo è il volume di spese che producono e che consente al Pil di fare un salto di qualche miliardo. Anche il soggiorno in albergo è voluttuario, così come un pasto al ristorante. Tutto è voluttuario, perfino l'acquisto di un giornale, ma l'economia del mondo ruota intorno ai beni voluttuari. Senza le spese apparentemente superflue, il 90 per cento dei negozi chiuderebbe e il sistema andrebbe a rotoli. Del resto, se uno come Feltri - che dirige il quotidiano di un signore che ha spostato la residenza fiscale in Svizzera - sponsorizza la patrimoniale, c'è da stupirsi se sponsorizza anche il tracollo dei consumi voluttuari?
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)