2019-03-04
I nemici della famiglia arruolano anche i 5 stelle
Fino a qualche anno fa suscitava scandalo che una pubblica amministrazione concedesse il patrocinio al gay pride, cioè alla giornata in cui alcune migliaia di persone sfilavano per le vie della città mettendo in scena un carnevale omosessuale. Ora, a suscitare scandalo, è invece la notizia che un ministro abbia concesso il patrocinio al Forum mondiale delle famiglie, dove al posto di uomini truccati e travestiti, spesso seminudi, sfilano tranquille famigliole e borghesissimi signori. Tutto nasce dal fatto che quest'anno il World Congress of families si svolgerà in Italia, per la precisione a Verona, dal 29 al 31 marzo. La manifestazione, tenuta a battesimo dalle associazioni promotrici del Family day (Pro vita, Comitato difendiamo i nostri figli e Generazione famiglia), ha ottenuto la benedizione di Lorenzo Fontana, ministro per la Famiglia e la Disabilità, il quale si è detto «fiero di ospitare in Italia, e a Verona, le famiglie di tutto il mondo». Apriti o cielo. Sui siti della comunità omosessuale e Lgbt, da settimane si è aperta una polemica violenta contro l'iniziativa. Uno scontro acceso che ieri è arrivato a lambire il governo. L'accusa, rivolta a Fontana, è di aver dato il patrocinio all'iniziativa, che - ribadiamo - promuove la famiglia. A farsene interpreti Vincenzo Spadafora e Stefano Buffagni, entrambi pentastellati. Il primo è il sottosegretario alle Pari opportunità, il quale evidentemente ritiene che per pareggiare i conti si debba mettere il bavaglio alla famiglia tradizionale per promuovere quella innovativa del terzo millennio dove i genitori si chiamano 1 e 2 e non più mamma e papà e i figli sono fatti in provetta, anzi, meglio con l'utero in affitto. Il secondo grillino a essere sobbalzato dopo aver appreso dello «scandaloso» patrocinio è il sottosegretario agli Affari regionali, il quale, immaginando che le famiglie siano di competenza delle Regioni, non ha gradito l'ingerenza del collega Fontana. Risultato: Spadafora e Buffagni hanno negato in coro che la presidenza del Consiglio (il ministero della Famiglia è senza portafoglio e dunque senza patrocinio ancorché gratuito) possa dare il suo benestare alla manifestazione veronese. Già, ma che cosa c'è di così scabroso e offensivo nel parlare di famiglie, di mamma e papà, di figli naturali, di politiche a favore delle coppie eterosessuali che procreano? Per capirlo basta scorrere uno dei siti che da settimane sono in allarme per l'indecente evento di fine marzo. Scrive Gay.it che «il congresso prevede dibattiti e interventi da membri della Chiesa, politici conservatori e membri di associazioni a sostegno della vita e della famiglia formata da due persone di sesso opposto». Sì, proprio così. L'immorale discussione minaccia di promuovere la famiglia tradizionale, «ovvero quella formata da uomo e donna, tradimenti e sottomissione compresi». Eh, già, perché i tradimenti sono un'esclusiva delle coppie eterosessuali. Due maschi non tradiscono e nemmeno due donne. Così come pure la sottomissione, che evidentemente non è frutto di uno sbilanciamento dei rapporti di coppia (economici, sentimentali, eccetera), ma del fatto che l'unione sia tra uomo e donna. Di un ricco gay che tradisce e sottomette il suo compagno non si è mai sentito parlare. Né di una donna che abbia sedotto e circuito la sua amante. È per questo che ora a Milano si sta celebrando un processo con al centro un'ex suora, accusata di aver abusato di una ragazza fino a spingerla al suicidio. No, le violenze domestiche e psicologiche sono frutto della famiglia tradizionale, che evidentemente va abolita per legge.Ma come mai fa così paura l'unione di un uomo e di una donna, al punto da spingere la comunità Lgbt ad agitarsi e alcuni pentastellati a dissociarsi? La risposta è semplice: uomo e donna sono in grado di procreare. Anzi: sono la migliore promozione della procreazione. E insieme sono anche un appello contro l'aborto, ma in particolare contro tutte le pratiche che hanno a che fare con l'utero in affitto e la procreazione artificiale. Per chi voglia propagandare l'idea che il corpo di una donna possa essere affittato e pagato, allo scopo di crescere un feto che una volta diventato bambino deve essere ceduto per contratto a una coppia gay, un neonato concepito «tradizionalmente» da un uomo e una donna è una minaccia. Anzi, è la testimonianza dirompente di qualche cosa di naturale. Uno spot vivente contro l'ideologia gender, quella che vorrebbe annullare la definizione di uomo e donna, mamma e papà, per sostituirle con identità indefinite, dove il sesso è intercambiabile. Così la sessualità è cancellata ed esiste solo la comodità. La propria.