2023-02-07
I medici chiariscono il quadro di Cospito: «Non sta morendo»
«Condizioni non gravi dopo 110 giorni di sciopero della fame». Nuovi attentati. Mozioni di sfiducia per Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro.Dopo 110 giorni di sciopero della fame e una settimana senza integratori le condizioni del bombarolo aizza squatter Alfredo Cospito, primo anarco-insurrezionalista a finire al 41 bis, il regime di carcere duro dell’ordinamento penitenziario, non vengono definite «allarmanti» e, soprattutto, non richiedono un tempestivo ricovero in ospedale. L’ultimo bollettino medico non apre le porte del carcere di Opera, ma probabilmente imprime il nome dell’arruffapopoli nel libro dei Guinness world record che ha storicizzato quello di dieci detenuti nella prigione di Cork che nel 1920 portarono avanti la loro protesta per 94 giorni. Claudio Santini, primario di Medicina interna all’Ospedale Grassi di Roma che ha seguito gli scioperi della fame di Marco Pannella (che durante la protesta per salvare Radioradicale arrivò a una ottantina di giorni), ritiene che se «non assume nessun alimento è impossibile arrivare a 110 giorni, a meno che non prenda una piccola integrazione di zuccheri». Della dieta alla Cospito, in realtà, non si sa molto (pare che assuma solo acqua e sale o acqua e zucchero). Ma a questo punto pare più un regime alimentare controllato, per quanto la parola regime probabilmente gli farebbe storcere il naso. Di certo, se a 110 giorni le sue condizioni non sono da ospedale, a 85, ovvero quando, il 12 gennaio, i quattro dem Andrea Orlando, Debora Serracchiani, Walter Verini e Silvio Lai, hanno passato con lui i 48 minuti che hanno riacceso il dibattito sulla cancellazione del 41 bis e fatto stappare con molta probabilità qualche bottiglia ai mammasantissima, lo erano ancor meno. E quando Giovanni Donzelli, documentato, li ha inchiodati, apriti cielo. Ora in parlamento ci sono due mozioni con richiesta di dimissioni, oltre che per Donzelli, anche per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, accusato di aver rivelato documenti riservati del Dap al collega di partito. Le hanno presentate alla Camera i gruppi del Pd e del Movimento 5 stelle. E mentre per Giuseppe Conte «Giorgia Meloni dovrebbe invitare Donzelli e Delmastro a dimettersi perché hanno dimostrato di essere superficiali», per il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini «non hanno dimostrato quell’onore e quella disciplina che la Costituzione chiede a chi ricopre cariche istituzionali». Un sottosegretario non può essere sfiduciato come un ministro, ma può essere invitato a dimettersi (così come chiedono le due mozioni). Se passasse anche una sola delle due (caso che appare assai remoto), il sottosegretario dovrebbe essere invitato a dimettersi. In caso di rifiuto potrebbe scattare una revocata dal presidente della Repubblica che, però, deve sentire il presidente del Consiglio, d’intesa con il ministro interessato. E anche Carlo Calenda annuncia che i deputati di Azione voteranno la mozione dem: «Il ministro Carlo Nordio», sostiene Calenda, «ha detto una bugia, perché se io fossi andato al ministero a chiedere quei documenti non me li avrebbero dati. E per questo adesso faccio una richiesta formale». Operazione simile a quella che oggi metterà in atto il parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli, che ancora non ha spiegato i retroscena della candidatura di Aboubakar Soumahoro, ma su Cospito alza la voce: «Andrò a Via Arenula per chiedere la consegna degli stessi documenti sensibili che Donzelli ha letto in aula e che gli ha consegnato il sottosegretario Delmastro». Ma Bonelli ha anche presentato un esposto alla Procura di Roma. I documenti del Gom, il Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria, sono già stati messi a disposizione dei magistrati. Si tratta di dialoghi, così come ha spiegato Nordio, presenti in una scheda di sintesi del Nucleo di investigazione centrale (Nic) della Penitenziaria. Registrazioni che provengono da Sassari, dove Cospito era detenuto, e nelle quali veniva esortato da criminali con un certo peso specifico a portare avanti la battaglia contro il 41 bis. «Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma», diceva il sobillatore insurrezionalista. E fuori effettivamente un po’ di azioni preoccupanti sono state messe in campo. «Tra la notte del 4 e 5 febbraio, accompagnati da una bellissima luna e con Alfredo e la sua lotta nel cuore, abbiamo sabotato alcuni ripetitori del monte Leco (in provincia di Alessandria, ndr). Con questo piccolo gesto rispondiamo alla chiamata internazionale in solidarietà con Alfredo». Con un comunicato firmato dagli Anarchici per la distruzione dell’esistente, apparso ieri sui siti d’area, è stata rivendicata l’operazione. Già altri due ripetitori erano stati sabotati nel luglio 2021 e, quello stesso anno, era stato appiccato un incendio a un traliccio. «Con quest’ultimo attacco», annunciano i sedicenti Anarchici per la distruzione dell’esistente, «terminiamo la nostra esperienza come gruppo». Un probabile diversivo per tentare di scansare l’attenzione di chi indaga. «Il sabotaggio dei ripetitori è», si legge nella rivendicazione, «un gesto minimo di solidarietà internazionalista con le popolazioni colpite dalle guerre volute dai padroni; noi sabotiamo il nostro Stato, perché staccare la spina vuol dire interrompere tutto ciò che è nefasto per la terra e per tutti gli esseri viventi che la abitano». Mentre imbrattamenti spray con «Alfredo libero» e «No 41 bis» sono apparsi su un paio di vagoni della metropolitana di Milano. E, coincidenza, al Cpr, il Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli, all’estrema periferia est di Milano, è scoppiata una rivolta nel blocco B della struttura che ospita una settantina di persone. I disordini tra gli immigrati si sono estesi subito al blocco accanto. Con fiamme appiccate e gravissimi danneggiamenti. Da tempo gli anarco-insurrezionalisti cercano di entrare in contatto con i ristretti nei Cpr per radicalizzarli (come è emerso da indagini a Gradisca d’Isonzo e a Torino). E anche se gli agenti del commissariato di Lambrate e quelli dell’Ufficio immigrazione si sono affrettati a far sapere che la rivolta non ha nulla a che vedere con il caso Cospito, solo approfondite indagini potranno accertarlo.
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
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L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.