2024-12-14
I Lincei difendono multe che c’erano solo qui
Transparent background
Embed restrictions:
L’Accademia contesta lo stop alle sanzioni per i non vaccinati: «Diseducativo». Peccato che soltanto altri due Paesi le avessero introdotte: ma in Grecia furono sospese dopo tre mesi e abolite a gennaio 2024. In Austria durarono quattro mesi. E nessuno le pagò.Si è scomodata addirittura l’accademia scientifica più antica del mondo: i Lincei, ieri, hanno espresso «viva preoccupazione per la sostanziale sanatoria delle sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale». Serve «un ripensamento», hanno detto. «Tale provvedimento», se confermato in sede di conversione in legge, a loro parere «avrebbe un potenziale impatto diseducativo sui cittadini»; addirittura, rendendo «di fatto non sanzionabile l’obbligo vaccinale, minerebbe dalle fondamenta qualunque serio piano governativo di preparazione a un’eventuale, prossima pandemia». Sarà. Le multe le ha pagate sì e no l’1% dei circa 1,7 milioni di italiani cui erano state recapitate, ma nessuno sembra si sia lamentato della punizione inapplicata. La «comunità» non si è sfaldata, probabilmente nemmeno le casse statali salteranno per colpa di un ammanco da 150 milioni di euro. Al contrario, tutti ci eravamo resi conto di quanto il regimetto Covid messo in piedi dai governi Conte bis e Draghi avesse spinto il grado della persecuzione oltre ogni buon senso. E oltre ogni più accanita disciplina adottata negli altri Paesi.L’esempio delle sanzioni per chi aveva rifiutato la vaccinazione obbligatoria è illuminante. L’Italia le introdusse a gennaio 2022, quando la copertura vaccinale aveva raggiunto l’81% della popolazione, dietro solo al 90% del Portogallo e all’83% della Spagna. Ormai, la variante Omicron aveva del tutto bucato il già fragile scudo offerto da quei farmaci contro le infezioni. Solamente altre due nazioni seguirono la stessa strada: l’Austria (che prese di mira tutti i renitenti) e la Grecia (che si concentrò sugli over 60). All’ombra del Partenone, l’unico «ripensamento» riguardò proprio questa inutile vessazione: entrate in vigore a gennaio 2022, le multe vennero sospese già a marzo. Sono state poi cancellate definitivamente a gennaio 2024, senza traumi sociali, quando il nostro Milleproroghe si era limitato a disporre un rinvio. A Vienna, la tagliola scattò a febbraio 2022, ma già quattro mesi dopo, a giugno, le multe furono cancellate definitivamente. E benché gli austriaci siano noti per la loro proverbiale osservanza delle norme, per «diseducarli» non è servita alcuna «scelta discutibile» del governo, come chiamano i Lincei la «sanatoria» per i non vaccinati. Dall’altra parte del Brennero, le sanzioni non le ha mai pagate nessuno.Se si guarda alla severità delle misure anti Covid, lo Stivale ha primeggiato in Europa. Per esempio, noi siamo stati i soli a pretendere che in tutti i luoghi di lavoro venisse esibito il green pass. Ci si avvicinò la Grecia, che chiedeva ai dipendenti pubblici e privati di esibire due tamponi a settimana (da noi, a chi non si porgeva il braccio negli hub, ne occorrevano tre per sei giorni di lavoro). In Francia, il certificato verde era necessario solamente per chi svolgeva servizio in luoghi a forte affluenza: cinema, ristoranti, centri commerciali, musei, biblioteche, impianti sportivi, trasporti a lungo raggio. Risalendo fino ai tempi di Giuseppe Conte, è il caso di ricordare che fu il nostro il lockdown più lungo e rigido, come furono nostre le chiusure delle scuole più prolungate. A ottobre 2021, Our world in data finì per certificare che le restrizioni imposte in Italia erano state le più stringenti e durature del mondo. Tanto rigore che cosa ha portato? Quanto a vittime del Covid, abbiamo fatto molto peggio di Paesi che avevano optato per regole meno draconiane. Chissà se l’Accademia di cui fu socio Galileo Galilei, l’ideatore del metodo scientifico fondato sulle evidenze sperimentali, si sono interrogati su quali evidenze sperimentali dimostrassero che il vaccino era funzionale a raggiungere le scopo fissato dai decreti che lo avevano reso obbligatorio: la «prevenzione dell’infezione da Sars-Cov-2». I Lincei definiscono «indiscutibile» «l’efficacia clinica e la sicurezza dei vaccini […], in particolare del vaccino a mRna». Non si capisce bene quali «stime attendibili» proverebbero, infatti, che «la campagna di vaccinazione a livello europeo ha salvato almeno 10 milioni di vite». Stime realizzate da chi? In base a che calcoli? Stilate con quali criteri? Anche a voler dar retta ai dotti, il ragionamento non torna. Semmai, bisognava mettere nero su bianco che la profilassi non poteva «prevenire l’infezione», bensì doveva proteggere dai sintomi gravi del Covid le fasce a rischio: anziani e fragili. Come mai il «governo dei migliori», presieduto dal migliore dei banchieri centrali, non ci ha pensato? Forse perché sarebbe stato più difficile giustificare l’imposizione delle iniezioni a soggetti sani, ancorché ultracinquantenni?L’Accademia dei Lincei si sarà domandata cos’è più diseducativo? Cassare delle multe varate solo in altri due Paesi, che per di più le hanno abolite da parecchio tempo? O bombardare i cittadini di messaggi propagandistici, negando con ostinazione gli eventi avversi? In caso di «eventuale, prossima pandemia», cosa minaccia di intaccare davvero la fiducia della gente nelle istituzioni? La contravvenzione abrogata? Mauro Corona che parla di effetti collaterali? O la giostrina delle virostar che danno dei «sorci» agli italiani non vaccinati?
Ecco #DimmiLaVerità del 12 settembre 2025. Il capogruppo del M5s in commissione Difesa, Marco Pellegrini, ci parla degli ultimi sviluppi delle guerre in corso a Gaza e in Ucraina.