2018-07-12
I giudici spagnoli obbligano la Spagna ad accogliere i rifugiati dall’Italia
Per la Corte suprema Madrid non ha rispettato gli obblighi Ue sul ricollocamento di 19.500 profughi in arrivo da Roma e Atene.Una notizia clamorosa arriva dalla Spagna e può rappresentare un precedente importantissimo sul fronte della lotta all'invasione degli immigrati e, soprattutto, in relazione agli obblighi degli Stati europei nell'ambito dell'accoglienza. La sezione amministrativa della Corte suprema spagnola, ieri, ha condannato il governo di Madrid per non aver rispettato gli impegni assunti nel 2015 con l'Unione europea relativi al ricollocamento di 19.449 profughi provenienti da Italia e Grecia. La sentenza riguarda il governo in carica nel 2015, quello di Mariano Rajoy, ma gli effetti ricadono sull'esecutivo attualmente in carica a Madrid, guidato dal socialista Pedro Sanchez, subentrato dopo gli scandali del partito popolare e subito presentatosi come il volto buono dell'accoglienza. Secondo la Corte suprema, quello assunto dal governo era un impegno «vincolante e obbligatorio», ma non è stato rispettato in quanto, da quella data a oggi, la Spagna ha accolto appena 2.500 profughi, 1.875 dalla Grecia e 625 dall'Italia, che corrispondono a meno del 13% della quota stabilita.La decisione dei giudici è scaturita da un ricorso presentato da un'associazione di volontariato, «Stop Mare Mortum», che aveva presentato un analogo esposto nel 2017, al quale il governo Rajoy non aveva mai risposto. L'organizzazione aveva chiesto alla Corte di dichiarare che la Spagna non aveva rispettato gli obblighi assunti (trovare i posti dove sistemare i profughi da accogliere, approvare gli elenchi inviati e iniziare la fase di ricollocamento) e che quindi al governo andava ordinato di rispettare i patti con l'Europa.È la prima volta che un Tribunale europeo condanna il proprio governo per non aver rispettato gli obblighi assunti con l'Unione europea. La decisione è stata presa dalla sezione contenziosi amministrativi della Corte suprema, che non ha ritenuto di accogliere la tesi difensiva presentata dall'Avvocatura dello Stato, che sosteneva le regioni del governo. La tesi difensiva era che la Spagna starebbe prendendo le misure necessarie per raccogliere i richiedenti asilo che le erano stati assegnati, ma che la procedura sarebbe particolarmente laboriosa perché occorre verificare se tutte le persone che dovrebbero essere accolte soddisfino le condizioni precise per essere considerati profughi veri e propri.L'Avvocatura dello Stato ha presentato una richiesta di chiarimento alla Corte di giustizia europea, per sapere se tribunali di singoli Stati membri possano pronunciarsi sull'applicazione di decisioni prese dall'Unione europea. La Corte suprema ha già dato la sua risposta a questo quesito, dichiarandosi assolutamente competente, poiché la Commissione europea non ha deferito la Spagna alla Corte di giustizia dell'Ue per inadempienza. La Corte suprema spagnola, in particolare, ha chiarito di non essere tenuta a sottoporsi al giudizio della Corte di giustizia europea e di avere la competenza per esercitare il controllo sull'attività del governo nazionale nell'adempimento e nell'esecuzione degli obblighi derivanti dai regolamenti dell'Unione. «È vero», scrive la Corte suprema, «che il compito di controllare l'osservanza del diritto comunitario è stato affidato alla Commissione, in qualità di custode dei trattati. La Commissione, nell'ambito delle sue prerogative, dispone di un ampio margine di discrezionalità per decidere se sottoporre o meno la questione alla Corte di giustizia. In questo caso», aggiungono i giudici, «nessun procedimento è stato avviato contro la Spagna, il che consente che la Corte Suprema possa esaminare e, se del caso, accogliere la richiesta avanzata».La Corte suprema ha rileva che le quote di ricollocamenti stabiliti per la Spagna per un periodo di 24 mesi (dal 25 settembre 2015, quando è entrata in vigore la decisione dell'Ue, fino al 26 settembre 2017) erano il 12,15 % del totale europeo, e che quindi il governo di Madrid avrebbe dovuto accogliere 13.086 richiedenti asilo dalla Grecia e 6.363 dall'Italia. I profughi effettivamente trasferiti in Spagna dall'Italia e dalla Grecia, come abbiamo visto, sono stati meno del 13% di quanto stabilito, come accertato e messo nero su bianco dall'Ufficio per l'asilo e i rifugiati.Gli impegni assunti dall'Unione europea nell'estate del 2015 prevedevano che 160.000 richiedenti asilo dovevano essere ricollocati dall'Italia, dalla Grecia e dall'Ungheria verso altri Stati europei, e che questa operazione doveva essere completata entro settembre 2017. In realtà, come è stato più volte denunciato dall'Italia, questi obblighi sono stati rispettati solo in minima parte, come il ministro dell'Interno Matteo Salvini ricorda continuamente alla Francia ad esempio. Ora, la decisione della Corte suprema spagnola affronta la vicenda dal punto di vista giuridico, ordinando al governo di Madrid di accogliere i richiedenti asilo previsti dagli accordi dell'estate 2015.
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