2019-09-29
I giovani italiani non conoscono l'inglese. E a scuola le lingue straniere vengono dimenticate
True
Tutti a fare ironia sulle perle di inglese che ci regalerà Luigi Di Maio in veste di Ministro degli Affari Esteri, per poi scoprire che il leader pentastellato potrebbe addirittura aver ricevuto una formazione migliore di quella dei suoi pari nell'Unione europea. Ebbene sì, perché i dati di Eurydice, la rete che analizza lo stato del sistema educativo in Europa, raccontano che gli studenti italiani di scuola primaria e secondaria sono tra i meglio istruiti in fatto di lingue straniere obbligatorie. Da un punto di vista quantitativo, si intende.Nella scuola primaria italiana, durante l'anno scolastico 2015/2016 (l'ultimo di cui si dispongano dati ufficiali a livello continentale) le ore di lingua straniera obbligatorie sono state 79, le stesse rispetto a quelle della precedente rilevazione del 2010/2011. Tra i grandi Stati europei, meglio di noi faceva solo la Spagna, con 85 ore di lezione annuali nel 2015/2016 ed una crescita di ben 21 ore all'anno rispetto al 2010/2011.Se, addirittura, Irlanda ed alcune nazioni del Regno Unito non prevedono l'obbligatorietà dell'insegnamento di una lingua straniera, anche le altre grandi d'Europa sono messe peggio noi: la scuola primaria francese prevede solo 54 ore (contro le 43 del 2011) mentre Germania e Portogallo si fermano a quota 37 (cinque anni prima le ore erano rispettivamente 28 e 27). Quindi, in generale, le scuole europee hanno aumentato le ore di scuola dedicate allo studio di una lingua straniera. Tranne in Italia, in cui il livello di monte ore, a quanto pare, era già adeguato.La stabilità - per non dire immobilità - dei programmi italiani si conferma anche nella scuola secondaria, con 139 ore di lezione sia nell'anno scolastico 2010/2011 che nel 2015/2016. Peggio di noi fanno Spagna e Portogallo, che di ore ne dedicano rispettivamente 119 e 102 (numeri in crescita rispetto alle 105 ore che entrambi i paesi prevedevano nel 2011). Tra le grandi, la Francia è la nazione con il maggior tempo destinato all'insegnamento obbligatorio di lingue, 176 ore. Particolare il caso della Germania: nell'anno scolastico 2010/2011 le ore di lingua erano ben 244, ma in cinque anni si è assistito ad un crollo drammatico, fino a giungere a 153 ore obbligatorie solo nel Gymnasium, il più più prestigioso dei tre tipi di scuola secondaria. Gli altri due - la Realschule e la Hauptschule - non prevedono le lingue straniere.Possiamo, dunque, ritenerci fieri dell'importanza che il sistema scolastico italiano dà alle lingue straniere? Non illudiamoci. A smontare l'orgoglio nazionale ci pensano i risultati della prove Invalsi 2019. I test di inglese degli studenti di quinta superiore rivelano che solo il 35% di loro raggiunge un livello ritenuto adeguato (il B2) nella capacità di ascolto della lingua inglese. Dati che sono confermati da una recente indagine di Almalaurea, secondo cui tra i diplomati italiani del 2018 il 56,8% ha un livello B1 o inferiore, il 27,9% ha il B2 e solo il 9,5% arriva a C1-C2.Ma la notizia peggiore è che la percentuale degli studenti che raggiungono il livello previsto dalle Linee Guida europee diminuisce man mano che si procede nel percorso di studi. Infatti, a raggiungere la soglia raccomandata per la quinta elementare (l'A1) è nel reading l'88% degli studenti italiani e nel listening l'84% degli alunni. Ma già in terza media, quando bisognerebbe raggiungere l'A2, la percentuale cala al 78% nella capacità di scrittura e al 60% nell'ascolto. Sembra quasi che in Italia più si studi inglese e meno lo si impari.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 settembre con Carlo Cambi
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)
Il food è ormai da tempo uno dei settori più di tendenza. Ma ha anche dei lati oscuri, che impattano sui consumatori. Qualche consiglio per evitarli.