2019-04-14
I democratici sono dei malati gravi. La cura di Zingaretti? Colpire Salvini
L'Umbria è solo l'ultimo dei feudi di sinistra toccati da inchieste sugli affari legati alla salute. Basilicata, Calabria e Puglia insegnano. Il neo segretario però, mentre si finge garantista, sposta il tiro sulla Lega.La magistratura faccia il suo corso, che noi pensiamo al concorso. Un efficace slogan del Pd per le prossime europee. Oggi il partito si trova in un abisso di credibilità e Nicola Zingaretti, neosegretario nazionale, ha provato a metterci una toppa. Che è peggiore del buco. Dopo aver commissariato il partito umbro nominando Walter Verini al posto di Gianpiero Bocci, segretario regionale e già sottosegretario all'Interno, plenipotenziario del partito finito agli arresti domiciliari insieme all'assessore regionale alla Salute Luca Barberini nell'inchiesta che ha azzerato i vertici della sanità e in cui è indagata anche la presidente della Regione Catiuscia Marini, ieri Zingaretti si è lanciato contro Matteo Salvini per fare ammuina: «Lui chiede le elezioni regionali subito in Umbria e gli dico che voglio le elezioni politiche perché il suo governo sta distruggendo il Paese». Zingaretti - che continua ad avere la sanità del Lazio, di cui è governatore, commissariata perché travolta dai debiti - suona il refrain del garantismo (a corrente alternata). «Per me vale sempre la presunzione di innocenza», ha aggiunto, «e credo che sia giusto garantire che la magistratura faccia le proprie indagini, in piena serenità; si vada fino in fondo per conoscere le verità e le responsabilità. Questo vale per il Pd, per i 5 stelle, per le ombre drammatiche che ci addensano sopra la Lega». Certo, se la magistratura andrà fino in fondo sulla sanità umbra ci sarà da divertirsi! Emergono amplessi consumati nelle stanze degli uffici per ottenere delle informazioni e l'assunzione; fatture che il direttore dell'Asl si fa pagare per bonificare gli uffici dalle cimici messe lì dalla Procura; generali in pensione che si appartano con i funzionari per spifferare il corso delle indagini, pizzini per dire che le raccomandazioni sono andate a buon fine. Ma Zingaretti non riesce a frenarsi: gli arrestano i suoi e lui butta fango addosso agli altri. A questo punto bisogna che il Pd trovi uno bravo, che gli curi la sanità e lo curi dalla sanità. Perché regione rossa (o ex rossa) che vai e inchiesta della magistratura sugli ospedali (le nomine, i farmaci, gli appalti) che trovi. A metterle tutte insieme le inchieste sanitarie c'è da perdere la testa. E il Pd ci perde le elezioni. Ma la ragione c'è: la sanità è di gran lunga la spesa maggiore che gestiscono le regioni, è il miglior settore dove esercitare potere e dove alimentare le clientele. Giusto per restare in Umbria la sanità lì costa al contribuente circa 2 miliardi, il 76% del bilancio della regione, per assistere 800.000 abitanti. Proprio Catiuscia Marini nel 2013 aveva firmato un protocollo d'intesa con la Guardia di Finanza - quella che ha fatto gli arresti due giorni fa - per il monitoraggio della spesa sanitaria e quattro mesi fa, sempre la Marni, aveva riunito a Perugia i governatori di 14 regioni per parlare di autonomia e spesa sanitaria. Capito come vanno le cose? Le indagini facciano il loro corso, che noi pensiamo ai concorsi. Èla legge non scritta del Pd quando si occupa di sanità. Hanno perso la Regione Basilicata perché il governatore uscente Marcello Pittella è finito agli arresti per i concorsi pilotati. Si sono fatte le elezioni anticipate, Pittela si è ripresentato ed è stato il più votato (occuparsi di sanità serve) ma il Pd ha preso una batosta epocale: ora a governare la Regione c'è il centrodestra. In Calabria anche il governatore Pd Mario Oliverio ha avuto qualche guaio giudiziario fra appalti e forniture, la Cassazione ora gli ha revocato il divieto di dimora e lui vuole correre di nuovo alle imminenti regionali. Il Pd cerca di frenarlo perché teme l'effetto Pittella e intanto il pm di Locri ha aperto un 'inchiesta sulle forniture all'Asp di Reggio Calabria: ci sono 22 indagati tra cui l'ex commissario straordinario della sanità calabrese. Anche in Abruzzo il Pd ha avuto i suoi guai. La Regione intanto è passata al centrodestra ma l'ex presidente Luciano D'Alfonso ora deve rispondere di accuse per appalti truccati che gli avanza la Procura di Pescara. E anche l'Emilia Romagna dell'efficienza da anni è scossa da scandali nella sanità. Il Pd non c'entra, ma comunque governa la Regione dove i giudici spaziano dalla maxi inchiesta sui farmaci a Parma (oltre 50 arresti) agli appalti truccati a Bologna (una trentina d'indagati). Nelle Marche Luca Ceriscioli ha appena guadagnato grazie al sondaggio de Il Sole 24 Ore la palma di presidente di Regione meno amato in Italia. La colpa? Del terremoto, ma anche delle file per le visite specialistiche. Perciò Ceriscioli è molto attivo nel fare spazio ai privati nella sanità, del resto la Kos della Cir (cioè della famiglia De Benedetti) nelle Marche gestisce moltissime strutture. Inoltre è ancora in piedi un'inchiesta per centinaia di assunzioni irregolari nelle Asl a carico di 53 dirigenti della Regione. Sotto inchiesta è finito anche Michele Emiliano, governatore della Puglia, che deve rispondere di qualche contributo per la campagna delle primarie del Pd che alla Procura di Bari proprio trasparente non deve essere sembrato. Lo stesso Nicola Zingaretti appena nominato segretario nazionale del Pd si è trovato sui giornali perché indagato per finanziamento illecito. Forse le Procure hanno cominciato a credere che indagare il Pd non sia lesa maestà. Ma bisogna essere garantisti. E infatti quando Matteo Salvini si è presentato alla Camera col giaccone della Polizia il Pd ha sollevato una canea indicibile. Niente da dire invece se l'ex sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci si apparta con un generale dei Carabinieri per sapere in anticipo dell'inchiesta di Perugia. Ah già, ma il Pd con i generali dei Carabinieri va molto d'accordo. Luca Lotti, ex ministro dello Sport e alter ego di Matteo Renzi, per la storia Consip rischia il processo insieme all'ex comandante dell'Arma Tullio Del Sette che guarda caso è di Bevagna, provincia di Perugia. Perché attenzione: l'inchiesta umbra avrà pesantissime ripercussioni a livello nazionale: politiche e istituzionali. Salvini ha in tasca sondaggi che gli dicono che se sfonda in due su quattro regioni rosse conquistando i seggi uninominali può governare da solo (al massimo con l'apporto di Fratelli d'Italia) e in Umbria la partita per il Pd sembra persa perché Bocci, ex Margherita, è il vero signore delle tessere e dei voti. E in Umbria la Lega ha già un candidato vincente, è la presidente della commissione difesa del senato Donatella Tesei, sindaco di Montefalco, un'indipendente di spessore. La questione istituzionale è invece legata all'autonomia. È di evidente che bisogna dare più autonomia alle regioni perché rispondano direttamente ai cittadini sulla qualità e l'efficienza dei servizi in rapporto alle tasse che impongono. Sarà un caso, ma nelle regioni dove governa il Pd la sanità funziona al lordo degli scandali. Al Nord funziona, e basta!