2022-03-12
«I danni delle norme d’emergenza»
La Corte dei conti del Lazio stronca la gestione Covid: «La corruzione è agevolata da una legislazione confusa e sovrabbondante, problema amplificato dalla pandemia».Dopo le sezioni riunite della Corte dei conti è la volta della sezione giurisdizionale per il Lazio. A inaugurare l’anno giudiziario 2022 è Tommaso Miele, il presidente della sezione, con una relazione sull’attività svolta nel 2021. Sono poi intervenuti il procuratore regionale, Pio Silvestri, e i presidenti della sezione di controllo, Roberto Benedetti, e dell’Ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti.La sezione Lazio ha un’importanza speciale nel panorama degli organi periferici della Corte, per il rilievo degli enti che hanno sede nella regione, le amministrazioni centrali dello Stato, i grandi enti pubblici, le università, centinaia di enti locali. I giudizi che discute riguardano ipotesi di danni pubblici che, anche nel 2021, non sono stati pochi e sono tutti rilevanti: dalla concessione di finanziamenti o di contributi pubblici da parte delle amministrazioni in assenza dei presupposti di legge alla mancata loro utilizzazione, alla stipula di contratti di locazione a prezzi diversi da quelli di mercato. E poi affidamento di appalti per la realizzazione di opere pubbliche o l’acquisizione di servizi, nei quali i responsabili del danno sono stati anche inquisiti per corruzione o concussione. «La corruzione», ha spiegato Miele, «è ancora assai diffusa e rappresenta un male endemico della nostra pubblica amministrazione, agevolata da una legislazione alluvionale e poco chiara, assai farraginosa». È «una legislazione spesso ipertrofica e confusa nelle prescrizioni… sovrabbondante, complessa, poco coerente e finanche contraddittoria», che «si è amplificata durante la crisi pandemica, con la proliferazione e l’affastellamento di regimi speciali e derogatori che hanno dato luogo a un “diritto dell’emergenza”, senza avere la minima cura della qualità delle regole». Con la conseguenza che il cittadino e gli operatori del diritto «devono ricostruire un puzzle e muoversi in uno slalom fatto di norme primarie contraddittorie, norme secondarie, leggi, leggine, decreti-legge che si succedono in contraddizione prima ancora che vengano convertiti in legge, statuti, regolamenti, circolari, atti di indirizzo, linee guida, queste ultime assurte, nelle intenzioni di qualcuno, a soft law». Danno alla finanza pubblica è derivato anche da incarichi di consulenza conferiti in assenza dei presupposti di legge; illegittime erogazioni di finanziamenti; assenteismo; incarichi professionali svolti da professori universitari a tempo pieno. Miele segnala, e censura, le innovazioni legislative che hanno interessato la Corte dei conti e richiama la politica e la stessa magistratura a stare al loro posto. Perché «in un momento in cui la salvaguardia degli equilibri dei bilanci e dei conti pubblici e la corretta gestione delle risorse pubbliche sono di fondamentale importanza, soprattutto in vista delle ingenti risorse finanziarie che l’Unione europea trasferirà al nostro Paese nell’ambito del Pnrr, il ruolo e le funzioni della Corte dei conti, piuttosto che essere indeboliti, debbono essere salvaguardati e valorizzati». Critica le norme limitatrici della responsabilità perfino nei casi di colpa grave, con il rischio «di un complessivo abbassamento della soglia di “attenzione amministrativa” nella gestione delle risorse pubbliche». E dubita che non sia «”paura della firma” recata dal rischio di incorrere in responsabilità erariale a rallentare l’azione amministrativa», ma «l’ipertrofia normativa, la frammentazione e talvolta la sovrapposizione delle competenze, la tortuosità dei processi decisionali».E, con riferimento al rapporto fra etica e diritto, per Miele non possono negarsi «sconfinamenti fra organi e istituzioni nell’esercizio delle rispettive funzioni». E auspica «che si ristabiliscano i ruoli che la Costituzione assegna a ciascun organo e a ciascuna istituzione». «L’etica vuole che la “funzione” non diventi mai “potere”… Perciò la funzione giurisdizionale deve tendere solo all’accertamento della verità e alla affermazione della giustizia a tutela della corretta gestione delle risorse pubbliche». Perché «l’esercizio della funzione giurisdizionale deve essere finalizzato all’affermazione della giustizia e all’accertamento della verità e non al giustizialismo».«La Corte dei conti», ha concluso Miele, «vuole svolgere un ruolo attivo per la tutela dei diritti dei cittadini alla legalità, all’imparzialità e al buon andamento dell’azione della pubblica amministrazione, per un’amministrazione sana, trasparente, equilibrata, giusta».
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