2020-03-28
I broker delle mascherine vendono allo scoperto e dopo accusano le dogane
Speculazione sui presidi medici: alcuni li smerciano senza averli in stock. Soltanto ieri i Monopoli ne hanno sbloccati 6 milioni.Con la crisi del coronavirus, il mercato dei presidi sanitari come mascherine, guanti o gel disinfettanti è diventato una vera e propria giungla. A controllarlo c'è l'Agenzia dogane e monopoli che in questi giorni è impegnata a verificare la legalità e la qualità delle merci che devono arrivare all'interno dei nostri confini. Giusto ieri a Fiumicino, Adm ha sdoganato in poche ore 6 milioni di mascherine destinate alla Protezione Civile. Forse non tutti sanno, infatti, che, a seguito dell'epidemia che stiamo vivendo, l'Agenzia dogane e monopoli ha dedicato una corsia preferenziale a tutti i presidi sanitari che arrivano dall'estero. In poche ore (queste procedure vengono definiti «rapidi sdoganamenti»), dopo i controlli sulla merce e sui documenti, le mascherine giunte allo scalo romano sono state sdoganate e distribuite a chi ne ha fatto richiesta. Non solo, l'Agenzia dogane e monopoli è diventata anche soggetto attuatore «al fine di procedere, a richiesta del commissario straordinario, alle requisizioni dei beni mobili indicati dallo stesso». In poche parole, l'agenzia (che ha avuto l'incarico dal commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, attraverso l'ordinanza 1 del 20 marzo 2020) ha la facoltà di bloccare e requisire carichi di presidi sanitari (i beni vengono acquistati con provvedimento urgente dalle pubbliche autorità, dietro corresponsione di un indennizzo) e destinarli agli istituti che di questi tempi ne hanno più bisogno e nelle zone d'Italia dove la scarsità è maggiore. L'obiettivo è chiaro: assicurare la disponibilità di alcuni presidi medici indispensabili e urgenti nel minor tempo possibile. Non a caso, ieri le dogane a Genova hanno requisito circa 50.000 dispositivi medici che saranno destinati agli ospedali liguri. Il carico, individuato al terminal Psa di Genova Voltri, era composto da 53 bancali di materiale, suddiviso in 3.869 cartoni contenenti 49.585 pezzi e proveniva da un'azienda emiliana che avrebbe spedito tutto in Australia.«Non appena individuato il carico e avuto il via libera alla requisizione da parte del commissario straordinario Arcuri», spiega il governatore Giovanni Toti, «possiamo consegnare celermente il materiale, attraverso la nostra instancabile Protezione civile».Da un lato, insomma si blocca e si requisisce per fini di pubblica utilità, dall'altro vengono messi in atto controlli a tappeto per limitare al massimo problemi o raggiri che di questi tempi non mancano su prodotti come mascherine, guanti o gel lavamani. Il problema maggiore che Adm sta riscontrando è infatti quello delle vendite allo scoperto di questi strumenti di protezione. Succede infatti che molti operatori riescano a vendere mascherine (ma non solo) sulla carta, senza però averli davvero. Il meccanismo è semplice: i broker - che di questi tempi hanno una grande numero di richieste - vendono questi prodotti (e dunque incassano denaro) senza averli in magazzino. Poi, per prendere tempo, danno la colpa alla dogana dicendo che la merce è stata tenuta ferma e che deve essere ancora sbloccata. I clienti, ignari, chiamano così Adm per avere informazioni e, in questo caso, le viene risposto che la merce non c'è proprio e dunque non è mai stata spedita. La speranza degli operatori che mettono in atto questo trucco è che, dando la colpa alla dogana e prendendo tempo, nuovi carichi di mascherine arrivino in magazzino soddisfacendo così la domanda. C'è poi un terzo controllo che Adm mette in atto di questi tempi. È quello direttamente sulla merce. Capita spesso infatti che vengano vendute mascherine che tali non sono. Prodotti scadenti (perlopiù pezzi di stoffa senza utilità con due buchi per le orecchie) che vengono spediti come mascherine, a volte anche a prezzi esorbitanti. Il ruolo di Adm è proprio quello di realizzare controlli a campione proprio per evitare che certe merci arrivino a destinazione facendo perdere tempo e denaro a chi ne ha davvero bisogno. Spesso, infine, le dogane vengono additate come l'agenzia colpevole dei ritardi dell'arrivo di certi presidi medici. Anche qui è il caso di fare chiarezza. Con la crisi innescata dal Covid, spesso molte aziende lavorano con un numero di personale ridotto. Succede così che, dopo lo sdoganamento, in questi giorni, le merci non vengano ritirate per essere portate a destinazione. Il problema, quindi, non riguarda Adm ma l'intera filiera della logistica che, come molti settori, sta scontando una colossale mancanza di personale che porta al rallentamento del trasporto merci.